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Tre errori strategici commessi dai torneisti secondo Nick Petrangelo
Sarà che a furia di sentir parlare di GTO un po’ tutti ci siamo convinti che in fondo il ‘segreto’ per vincere a poker possa essere alla portata di tutti, ma la verità è che tra teoria e pratica c’è sempre un abisso.
Tuttavia, pur senza ambire a scalare la vetta della all-time money list, è possibile apportare alcuni accorgimenti al nostro gioco ascoltando i consigli di chi studia quotidianamente per migliorare le proprie skill.
Uno di questi è sicuramente Nick Petrangelo, per tanti un vero e proprio guru in ambito Game Theory Optimal, che in carriera può vantare vincite lorde per circa 16 milioni di dollari.
Il fortissimo grinder high stakes ha dato il suo contributo sul portale Upswing Poker identificando tre errori strategici che i giocatori commettono nei tornei multi tavolo.
Curiosi di scoprire quali siano? Andiamo a scoprirlo insieme!
1 – C-bettare small (1/3 pot) su board Ace high contro il Big Blind
I regular hanno usato per anni delle size molto piccole, specialmente su board Ace-high. Ironicamente però, un tipo di flop simile è tra i meno appropriati per effettuare una c-bet piccola.
Per fare un esempio Nick prende in esame tre tipi differenti di board:
1. A J 4
2. A K 2
3. A 5 4
“Questi tre board vengono raggruppati nello stesso insieme da regular scarsi o giocatori che di norma multitablano senza grandi competenze. Da questo tipo di giocatori ci aspetteremo un’alta frequenza di c-betattorno al 33% del pot. Quel che voglio spiegare è che c-bettare 33% non è la miglior strategia in nessuno dei tre casi e anzi, una c-bet simile dovrebbe verificarsi solamente su A J 4 e con frequenze abbastanza basse (circa il 20%). Sullo stesso board invece la size da utilizzare più spesso sarà close top pot (90%) almeno nel 37% dei casi, mentre il check back o una bet sopra half pot( (60%) verrà utilizzata circa il 20% delle volte. Su un board come A K 2 invece la size ottimale è 90% pot (50% delle volte), bilanciata da un 43% di check back. Size di 1/3 e 2/3 pot avranno frequenze bassissime comprese tra il 2 e il 3 %. Nel terzo caso, A 5 4, il check back dovrà essere effettuato nel 63% dei casi, mentre 1/3, 2/3, e 90% pot si attestano tra l’11 e il 13%.”
2 – Check-raisare in bluff soltanto con draw dall’equity elevata
I giocatori di tornei amano c-bettare e il modo migliore per punire chi lo fa troppo spesso è attraverso una strategia aggressiva ben strutturata. Ma quali sono le mani migliori per farlo?
Per raggiungere lo scopo Nick identifica tre tipi situazioni ideali:
- Board con draw dall’alta equity – “Su J 3 2il check raise più ovvio viene fatto con mani come A 4, K 4 Q 5 o combo draw come 6-5, 6-4 o 5-4. Questa scelta però fa sì che l’avversario possa exploitarci overfoldando quando non ha valore ed evitando di c-bettare light contro di noi su texture simili. L’ideale invece è mixare il check raise con mani appartenenti due seguenti categorie:
- Backdoor e coppie deboli che hanno la possibilità di chiudere un punto nut nelle street successive – “Seguendo l’esempio sopra citato includeremo quindi mani come 4 2 o 5 2 o 6-5o con una carta a cuori. Molti giocatori check-callano queste mani in default e alcuni più tight addirittura tendono a foldarle. Anche mani come 4 2 o 6-5o senza cuori possono essere check-raisate ma con frequenze inferiori.“
- Bluff di salvataggio – “Questa categoria comprende mani come A 6x, A 5x, A 4x, K 5x e K 4x. Oltre a queste anche Q 5x e Q 4x possono andar bene se fanno parte del nostro range preflop. Le ragioni sono molteplici: si potrebbe aprire un draw al turn, blockeriamo le top pair più forti e le overpair (A-A, K-K. A-J, K-J, Q-J) e nel caso in cui si chiudesse il draw a cuori potremmo usare il nostro A o K per rappresentarlo e bluffare.”
3 – Tribettare in bluff con suited connectors o A-x suited sotto la soglia dei 40BB
Con uno stack profondo non c’è alcun problema a 3-bettare suited connectors, ma quando si scende sotto la soglia dei 40/50 BB è sempre meglio usare dei blocker. L’obiettivo della 3-bet deve esser quello di centrare una bella top pair o un draw forte.
Quindi, sempre secondo Petrangelo, le mani ideali da 3-bettare in queste circostanze sono:
- 9-x suited come K-9s, Q-9s o J-9s
- Broadway off-suited come K-Qo o A-Jo
Mani come 7-6s o A-3s non giocano benissimo nei 3-bettati con una deepness di questo tipo, specialmente quando si fronteggia un raise da early position: semplicemente non si avranno abbastanza chip (e quindi sufficiente spazio di manovra) per massimizzare mani simili.
E voi cosa ne pensate delle osservazioni fatte da Nick Petrangelo? Scrivetecelo commentando sulla nostra Fanpage!