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Cosa c’è nel futuro dei live di PokerStars dopo il PSPC? Hollreiser: “Racconteremo altre grandi storie”
Tredici mesi di hype e promozione sono culminati alle Bahamas con una vittoria da 5.100.000$ del qualificato spagnolo Ramon Colillas. PokerStars ha consegnato 320 Platinum Passes da 30.000$ ciascuno e alla fine proprio uno di questi l’ha spuntata tra 1.039 iscritti.
All’attesissimo PokerStars Player Championship la room non ha nemmeno chiesto rake (tranne un 2% per i dealer), aggiungendo pure 1.000.000$ per il vincitore!
Eric Hollreiser, direttore del Poker Marketing di PokerStars, ha raccontato dunque ai colleghi quale è stata la sua reazione di fronte ai numeri del PSPC: “È stato immensamente gratificante per tutti noi. Il team ha lavorato duro. Sono state coinvolte tante persone da tanti reparti. Abbiamo annunciato l’evento 13 mesi prima ma abbiamo cominciato a lavorarci 18 mesi prima. Non senza rischi.
Tutti hanno tirato un sospiro di sollievo. Ci siamo detti che ha funzionato. Il PSPC ha saputo raccontare grandi storie e continuerà a farlo“.
Le aspettative erano ben più modeste: “Volevamo battere il record di entries alle Bahamas che ammontava a 639. Arrivando a 640 l’obiettivo sarebbe già stato raggiunto per la maggior parte di noi. Durante l’anno abbiamo scommesso sui numeri finali. Recentemente ci siamo resi conto che potevamo superare i 1.000 ingressi. Abbiamo raggiunto alti livelli di eccitamento e atmosfera. La risposta dei giocatori è stata sorprendentemente positiva“.
E ora cosa avrà in serbo PS per noi? Hollreiser anticipa qualcosa: “Dobbiamo agire in maniera intelligente, prendendoci il nostro tempo per capire cosa ha funzionato. Alle fine del 2017 avevamo chiari obiettivi in mente con il PSPC. Non mi riferisco solo ai numeri. Lo abbiamo lanciato per varie ragioni. Volevamo dare una scossa alla community. Volevamo raccontare storie che fossero meritevoli per un anno intero. Dobbiamo essere bravi a creare interesse.
Quindi come possiamo continuare a raccontare grandi storie di poker che spingano la gente a giocare? Siamo in cerca della risposta. Vogliamo storie che attirino grinder, professionisti, amatori e gente che non ha mai giocato a poker. Tutto mira a questo. Le 320 storie dei Platinum Passes erano tutte interessanti? No, ovviamente. Un detto dice che devi lanciare gli spaghetti sul muro e vedere quali restano attaccati“.
Hollreiser continua: “Non ricordo esattamente come siamo arrivati a 320. Volevamo battere il record e 320 qualificati in un torneo da 25K ci sembrava una bella base di partenza. Se dovessimo replicare l’esperimento, sarebbe da fare con tempistiche diverse e con aspettative diverse“.
Hollreiser non si sbottona troppo ma dice: “Ci siamo chiesti se una cosa come il PSPC possa essere riproposta ogni anno. Ne abbiamo parlato con tante persone. Fa riflettere il fatto che ci abbiano chiesto tutti quando la rifaremo e non se la rifaremo. Stiamo cercando nuove location. Abbiamo una grande responsabilità in quanto leader dell’industria. Noi muoviamo il gioco, la community e la facciamo crescere.
Storie come quella di Ramon ricordano un po’ l’impresa di Chris Moneymaker alle WSOP. Spero che in Spagna tanti stiano sognando di imitare il loro connazionale. Quando ho realizzato che un qualificato ha vinto il PSPC ero contentissimo. Paradossalmente, più gente si iscriveva al torneo e meno possibilità c’erano di veder vincere un qualificato. Non potevamo scrivere un copione migliore“.
Ma pensiamo al futuro prossimo. Sentite cosa dice Hollreiser sul 2019 ancora un po’ vuoto: “Nelle prossime settimane concretizzeremo tutti gli eventi dell’anno. Nel live c’è tanta competizione tra organizzatori. Penso che sia una cosa favolosa. I nostri competitor sono migliorati negli ultimi anni. Ho sempre pensato che ciò sia un bene per il gioco e per noi. Ci migliora e i giocatori ne possono beneficiare.
Bisogna però stare attenti di conseguenza a non riempire troppo il calendario. A volte sentiamo lamentele per i pochi tornei, a volte per i troppi tornei. Quindi dobbiamo decidere bene quanti eventi fare nel 2019 e quali aspetti vanno cambiati. Cerchiamo di portare innovazione per dare le esperienze pokeristiche che vuole la gente. Vogliamo rendere accessibili i live e i festival a più giocatori, come facciamo online. È una sfida costante. C’è un motivo per cui un’azienda di poker online organizza i live; per attirare nuovi giocatori online“.
Hollraiser parla appunto dei rapporti con i competitor: “Non mostriamo le nostre carte troppo presto. Tra le aziende di poker c’è una interessante simbiosi e competizione, sia online che live. C’è collaborazione e cooperazione. Penso che sia la cosa giusta per l’industria. Però non possiamo svelare troppo, vogliamo mantenere il vantaggio competitivo che abbiamo.
Lo scopo degli eventi di PokerStars è riportare l’attenzione sul poker. Mi chiedo sempre… Stiamo organizzando satelliti nei modi giusti? Abbiamo perso la traccia? Abbiamo saturato il mercato? Non abbiamo fatto abbastanza? I live alla fine hanno uno scopo di marketing. Qualche anno fa abbiamo perso la traccia. Dobbiamo riportare l’esperienza che un brand come PokerStars può garantire. Ci vogliamo differenziare da chi pensa solo al profit del prossimo evento. Il PSPC è il risultato di un cambio di mentalità e anche di più. È stato eccitante e ci ha permesso di raccontare grandi storie. Possiamo trovare qualcosa di simile per l’EPT. Stay tuned“.
Chiudiamo parlando di Twitch: “Poche persone in PokerStars si sono appassionate e dedicate a Twitch quanto me. Da anni mi occupo della strategia su Twitch e ritengo sia importantissima. Gli streamer sono grandi, stanno costruendo un audience e una community. Tuttavia devono crescere ancora per avere un impatto significativo.
Twitch è un mezzo potente ma ha ancora un audience ridotto. Io credo nella sua crescita. Con il mio team cerchiamo sempre di portare nuovi spettatori. Questo può cambiare il gioco. Twitch è interattivo e costruisce relazioni tra gli streamer. Rende più eccitante il poker online che storicamente non è una cosa interessante da guardare. Gli esports sono un’opportunità e una sfida. Se non ci evolviamo, perderemo una generazione di giocatori che al poker preferiranno qualcosa di diverso. E se succede, cosa ne sarà del poker tra 5 o 10 o 15 anni?“.
In questa ottica rientrano i numerosi nuovi giochi che PS ha introdotto online ultimamente: “Lo stiamo facendo da un po’. Dobbiamo provare nuove cose. Alcune funzionano, altre no. Se non ci provi, non fai innovazione. Osserviamo quali piacciono e impariamo. A volte introduciamo in pianta stabile i giochi proposti, altre volte li modifichiamo. E lo faremo anche nei live“.