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il 6 Feb 2019

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La storia del Main Event delle WSOP, dagli anni ’70 al Mini della 50esima edizione

La storia del Main Event delle WSOP, dagli anni ’70 al Mini della 50esima edizione

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Da decenni le World Series of Poker di Las Vegas costituiscono la rassegna pokeristica più prestigioso del pianeta. E il loro Main Event è universalmente riconosciuto come IL torneo di poker.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Brunson o Moneymaker stupivano tutti con le loro vittorie. Eppure il Main delle World Series ha mantenuto intatto il suo fascino.

Chi lo vince viene riconosciuto come il campione del mondo di poker per un anno intero e ha l’onore di vedere la propria foto nella galleria dei campioni del Binion.

È dura trovare in giro un torneo che offra un montepremi altrettanto goloso a parità di buy-in. Eppure, come dicevamo, la storia del Main delle Series americane ha sopportato cambiamenti epocali, in certi casi rivoluzionari. Proviamo a ripercorrere la sua storia fino alla bellissima novità del Mini Main Event della prossima estate.

 

Le prime edizioni degli anni ’70

Nel 1970 la formula del torneo non era ancora stata inventata a Las Vegas, così come la conosciamo oggi. Ecco perché l’antenato del Main Event delle WSOP era una sorta di partita a inviti, nella quale il vincitore veniva eletto attraverso una votazione tra i giocatori! Qualcosa di impensabile ai giorni nostri.

Fu nel 1971 di fatto che assistemmo per la prima volta al torneo principale delle WSOP, il quale prevedeva inizialmente un buy-in di 5.000 dollari americani. La variante era già il No Limit Hold’em. Dal 1972 il costo del Main WSOP salì invece a 10.000 dollari.

 

La doppietta di Doyle Brunson

A metà degli anni settanta la carriera di Doyle Brunson conobbe il suo apice grazie alle due vittorie al Main Event delle WSOP 1976 e 1977. Probabilmente lo sapete già, ma è il caso di ricordarlo: Brunson vinse i due Main WSOP con la stessa mano.

Una starting hand davvero pessima sulla carta: aveva 10-2 e in entrambe le edizioni completò un full di 10 con i 2! Da allora la mano 10-2 venne giustamente soprannominata la “Doyle Brunson hand”, ovvero “la mano di Doyle Brunson”.

La rimonta epica di Straus nel 1982

Restando in tema di grandi imprese compiute dai giocatori del Main, non si può non citare il singolare caso di Jack Straus. Era l’edizione del 1982 quando Straus, dopo aver perso una mano, credeva di aver esaurito tutti i suoi gettoni e stava dunque già per andarsene dal tavolo. Gli fu fatto notare (per sua fortuna) che gli spettava ancora una singola chip da 500. Ricominciò allora a giocare e proprio lui vinse il torneo!

 

Le carte in TV nel 2002

L’edizione delle World Series of Poker del 2002 è stata la prima che ha offerto al pubblico la possibilità di seguire l’action con le hole card dei giocatori visili sullo schermo. Nei primi anni del nuovo millennio sono state dunque gettate le basi per far diventare il poker uno show adatto ai piccoli schermi.

Nella stessa edizione si sono registrate anche le prime polemiche sul No Limit Hold’em, unica variante considerata dal Main WSOP. C’era chi avrebbe voluto misurarsi con altri giochi, come per esempio Daniel Negreanu che invocava il Pot Limit.

 

L’impresa di Chris Moneymaker

Nel 2003 per la prima volta sono stati trasmessi i tavoli finali delle WSOP e non è un caso se proprio in quella edizione il contabile americano Chris Moneymaker è diventato una leggenda vivente del gioco.

Un sabato notte, dopo il lavoro, Chris si è collegato al suo sito preferito e ha giocato un torneo da 39$ di buy-in, qualificandosi per errore al Main più importante al mondo. Ha venduto metà delle quote e alla fine proprio lui ha incassato 2.500.000$ prevalendo su grandi campioni ben più quotati di lui. Il resto è storia…

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Il record del 2006 e la vittoria di Gold

Molti italiani nel 2006 neanche conoscevano il poker e quella estate probabilmente erano più interessati ai Mondiali di calcio in Germania. Nel frattempo, però, in mezzo dal deserto del Nevada veniva trasmessa in pay-per-view l’edizione più ricca e affollata di sempre del Main Event (8.773 entries). Sembra uno scherzo, eppure dopo il cognome Moneymaker quello di Jamie Gold è entrato nella storia del poker vincendo 12 milioni di dollari!

Ad arricchire l’offerta delle World Series è arrivato nel 2006 anche il $50,000 H.O.R.S.E. per i veri professionisti delle varianti, in cerca di qualcosa di diverso dopo l’invasione di amatori portati dall’effetto Moneymaker. La prima edizione di quello che poi sarebbe diventato famoso con il nome di Poker Players Championship è stata vinta proprio da un pro: il mitico Chip Reese.

 

L’aumento dello stack a 20.000 chips

Per quanto riguarda lo stack di partenza, questo per anni è stato pari a 10.000 gettoni. Ricordiamo che storicamente le WSOP propongono degli starting stack le cui chips corrispondono ai dollari del buy-in. In linea teorica, più si paga e più deep è il torneo. Ovviamente la regola non è rimasta tale per sempre. Oggi il programma delle Series prevede decine di eventi con tantissime formule nuove. Morale della favola: dal 2007 lo stack del Main è stato raddoppiato a 20.000 pezzi.

 

L’arrivo dei November Nine

Dal 2008 al 2016 il tavolo finale del Main Event si è svolto a novembre (posticipato quindi di quattro mesi), per le necessità televisive dell’emittente ESPN che voleva creare il giusto hype sui finalisti e aumentare gli ascolti. In quelle lunghe settimane i potenziali campioni del mondo si sottoponevano a interviste e foto di rito, raccontando le loro storie e le loro aspettative. Peter Eastgate è stato il primo campione del mondo incoronato in questo modo. Qui Nguyen l’ultimo.

La diretta in italiano del 2010

Nel 2010 il Main Event delle WSOP è stato trasmesso per la prima volta in un Paese europeo in diretta, grazie al noto canale italiano POKERItalia24 che ha trasmesso integralmente tutto il tavolo finale.

Molti di voi si ricorderanno che era l’anno del quarto posto di Filippo Candio. Il player sardo è stato il primo italiano capace di arrivare a quel tavolo, incassando 3.092.000 dollari di premio. A vincere è stato il canadese Jonathan Duhamel.

 

L’addio ai November Nine

Nel 2017 si è tornati all’antico con il tavolo finale di nuovo programmato nel mese di luglio, in piena estate. Alla base dell’epocale cambiamento c’è stato anche l’acquisto da parte di Poker Central della copertura televisiva dell’evento. Evidentemente quattro mesi di attesa per un singolo tavolo finale si sono rivelati troppi. L’offerta pokeristica in giro per il mondo è sempre aumentata e il pubblico non era più così interessato alle storie dei finalisti.

 

Adesso il Main Event è anche Mini

Arriviamo al 2019 e alla attesissima 50esima edizione delle Series. Tra le novità presentate spicca il Mini Main Event del 1° luglio che si consumerà nel giro di due giorni.

Al buy-in del fratello maggiore è stato tolto “solo” uno zero. Si giocherà dunque per 1.000$ con 60.000 chips di partenza e livelli da 30 minuti.

Secondo il comunicato ufficiale delle Series, il Mini è l’occasione per chi si sta preparando per il Main Event vero e proprio. Vedremo in quanti lo prenderanno d’assalto questa estate.

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