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Negreanu è pronto per le WSOP: “Per la prima volta giocherò anche eventi come il Colossus”
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Torniamo ad ascoltare Daniel Negreanu che si sta preparando in questo periodo alle prossime WSOP di Las Vegas ed è intervenuto in un altro podcast, insistendo su alcuni argomenti a lui molto cari.
Ai colleghi di PokerNews, infatti, Kid Poker ha di nuovo parlato di esultanze nel poker, di programmi televisivi e non solo. L’intervista in realtà è iniziata parlando di tutt’altro…
Negreanu, grande appassionati di hockey, commenta l’acquisto del giocatore canadese Mark Stone da parte dei Golden Knights di Las Vegas. Non avete idea di chi parliamo? Stone è un classe ’92 che ha appena firmato un contratto da otto anni e 76 milioni di dollari. Magari voi pensavate che solo i calciatori guadagnano tanto…
Forse stonano un po’ i discorsi sulle iniziative del St. Jude, elogiate da Negreanu: “Grazie alla partecipazione di molti VIP raccogliamo molti soldi per qualcosa che sfortunatamente è una necessità in questo Paese. Aiutare le famiglie che hanno dei bambini malati di cancro. Quelli del St. Jude non ignorano mai alcun bambino, anche se è in una situazione disperata. Vale sempre la pena lavorare anche con i bambini terminali“.
Passiamo al poker. Perché il buon Negreanu non ha giocato lo US Poker Open? La risposta è facile: “Amo quei tipi di eventi, penso che siano fantastici. Avrei voluto schierami nei Mixed Games però non ero pronto mentalmente. Ultimamente ho girato tanto ed ero stanco. Non mi piace giocare in quelle condizioni, non rendo bene e non mi diverto“.
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Kid Poker torna qui a parlare di un argomento toccato ultimamente. Cosa rende interessante una trasmissione di poker? “I personaggi al tavolo. Il problema in un sacco di trasmissioni odierne è che non c’è dialogo ai tavoli. Inoltre oggi tanti giocatori si prendono 25-30 secondi per una qualsiasi decisione. Ci sono insomma tanti tempi morti per gli spettatori. Bisogna velocizzare il gioco“.
Restiamo sul clima degli high-roller e sulle esultanze: “Se guardo un torneo alla TV senza volume con Amanda, alla fine non capisco chi ha vinto guardando le reazioni dei giocatori. I finalisti si stringono la mano come se fosse appena morto il loro cane. Tutto ciò non vende. Comunque li capisco, per loro è solo un altro giorno in ufficio. Questi giovani geni del poker vincono premi milionari e non battono ciglio.
Questo non succede negli altri sport. Perfino nel golf i vincitori danno il pugno o salutano la folla. È più bello vedere esultanze. Oggi invece sembra che essere un pro significhi restare impassibile al tavolo qualunque cosa accada. Emozionarsi o festeggiare sembra una cosa non alla moda. Non è una bella cosa dal punto di vista degli spettatori. Se vincessi un high-roller io festeggerei“.
Si parla poi della Bobby’s Room: “Mi piacerebbe tornare a giocarci. Vedremo in questo 2019 se avrò del tempo con i preparativi del matrimonio, l’hockey e il resto“.
Infine un innamorato Negreanu parla di come il suo matrimonio aiuterà l’esperienza WSOP: “La cosa bella di Amanda è che è stata nel poker per tanto tempo e lo capisce. Capisce cosa significa starmi accanto nel periodo delle World Series. E posso parlare di poker con lei. Non tutti hanno la possibilità di parlare di poker all’interno della coppia. Io sono fortunato. Durante le WSOP trasmetterò i miei vlog come al solito a pieno ritmo. Vi porterò nella mia vita che ora comprende anche Amanda.
La prossima edizione delle WSOP sarà diversa per me. Ho anche intenzione di schierarmi negli eventi NL Hold’em dal piccolo buy-in e dal field enorme. Non l’ho mai fatto prima, ho sempre evitato il Colossus ed eventi simili. Voglio restare in contatto con quello che sta accadendo ai limiti bassi. Ne proverò alcuni. Il format del Player of the Year è cambiato molto e non c’è speranza di vincere il titolo senza giocare i buy-in bassi. Quindi dovrò aggiungerli al mio schedule già bello pieno. Comunque sarà divertente, credo. Se non lo sarà, tornerò al mio solito programma“.