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il 4 Apr 2019

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I peggiori misclick nel poker live: ecco i casi più clamorosi di all-in accidentale

I peggiori misclick nel poker live: ecco i casi più clamorosi di all-in accidentale

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Ormai il termine misclick viene adoperato abitualmente anche nel poker live, per indicare un chiaro errore “di distrazione” commesso da un giocatore durante una mano. Non parliamo ovviamente di errori tecnici, ma di azioni compiute involontariamente o in modo maldestro.

Tra i peggiori errori di questo tipo c’è sicuramente l’all-in accidentale. Cosa c’è di peggio del vedere tutte le nostre chips in mezzo quando non era assolutamente quella la nostra intenzione?

I colleghi di PokerNews sono andati a ripescare dei casi famosi di all-in “casuali”, diciamo così, in occasione del 1° di aprile. Purtroppo per i protagonisti della mani, sono tutte mani andate in scena realmente e non scherzi dettati dal calendario..

 

Quando il floorman dichiara l’all-in…

Partiamo da una storia davvero particolare. Matt Savage il mese scorso ha raccontato di una spinosa situazione al river. Nella mano sono coinvolti due giocatori. Il giocatore A fa una grossa puntata. Il dealer a quel punto si preoccupa perché non ha il “button” dell’all-in al tavolo. Avete presente? Di solito da noi è triangolare e c’è scritto sopra appunto all-in.

Quindi cosa è successo? Il dealer ha richiesto l’oggetto ed è arrivato il floorman che l’ha lanciato sul tavolo, proprio davanti al giocatore B che stava pensando al da farsi.

Il giocatore A non si accorge del fatto e folda pensando di trovarsi di fronte a un vero all-in! Il player A a quel punto chiede stupito: “Ma sono andato davvero in all-in?“.

 

 

Qualcuno sui social sostiene che il regolamento prevede già la soluzione all’inghippo: siccome la puntata di A non è stata vista, bisognerebbe restituire quella puntata e far vincere il resto del piatto al player B. Savage però fa notare che B potrebbe anche aver avuto il nuts. Kenny Hallaert replica che il player B non può farci nulla, avrebbe dovuto semplicemente agire più velocemente se davvero avesse avuto il nuts.

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Qualcuno invita il player A a stare più attento la prossima volta e a proteggere la sua mano. Altri invitano il casinò a restituire il buy-in al player A. Altri ancora ci scherzano su e chiedono di riportare in auge il Limit Hold’em.

 

Gli scoppi delle WSOP e non solo

Nelle fasi più calde del Main Event WSOP del 2012, Nick DiVella ha pushato da early position 675.000 con A-K. Steven Gee dal bottone ha messo 75.000 in mezzo con K-7 pensando di chiamare un raise di quell’importo. Invece è stato obbligato a chiamare l’all in! Un 7 al turn ha regalato lo scoppione condannando DiVella al 72° posto.

Qualcosa di simile è accaduto all’Unibet Open di Malta lo scorso anno. Eszter Fabian ha pushato meno di dieci bui con A-J. Anton Haggblom da piccolo buio non si è accorto di nulla e ha provato a fare un raise x3 dallo small blind per rubare il buio. Anche qui il call dell’all-in è stato obbligato: 10-4 partiva dietro ma Haggblom ha chiuso addirittura doppia sul board. Fabian ha salutato a ridosso della bolla.

Torniamo indietro alle WSOP del 2017, nell’evento Crazy Eight. Siamo nel Day 2 e Dan Chio pusha 79k a bui 5/10k (ante 1k). Il bottone annuncia un raise di 22k. La giocata viene trasformata nel raise minimo in risposta all’all-in. Allo showdown Chio si presenta con K-J e l’avversario con 5-6 suited. I connectors chiudono addirittura full e Chio esce in posizione 101 accontentandosi di 5.637 dollari.

 

Il memorabile “scherzo” di Armenian Mike

Infine ricordiamo un clamoroso episodio avvenuto al Bicycle Casino lo scorso anno. I protagonisti in quel caso erano il produttore Ryan Feldman e un discutibile Armenian Mike che si è inventato “per scherzo” davanti alle telecamere un push da 10.000 dollari al river su un pot da 900 dollari. Feldman ha snappato con il full. Abbiamo già analizzato in passato la mano nel dettaglio, con tanto di commento del nostro Max Pescatori. Riviviamola:

 

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