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Joe Cada consiglia gli eventi finali delle WSOP: sono i più profittevoli dello schedule
Joe Cada non è certo un giocatore qualunque. Quattro bracciali vinti, tra cui un titolo mondiale nel 2009, un quinto alloro sfiorato proprio nell’edizione appena conclusa e il bis di final table nel main event ottenuto lo scorso anno. Non è una meteora e nemmeno un giocatore in rush pieno: è Joe Cada, un predestinato. Quindi, quando lui parla c’è sempre da ascoltare con la massima attenzione.
E lo spunto interessante non manca nemmeno questa volta. Alla chiusura delle WSOP 2019, il più giovane vincitore di sempre di un main event, parla di quanto siano profittevoli gli eventi finali della manifestazione. Dodici mesi fa l’americano, dopo aver chiuso al quinto posto nel campionato del mondo, portò a casa il secondo bracciale del 2018 e il quarto totale, vincendo il “The Closer“. In pratica certifica le sue parole con quel trionfo.
“Gli eventi finali delle WSOP sono sempre da giocare. Passato il main event molti players ci arrivano scarichi. I big sono forse delusi dal grande risultato mancato nel campionato del mondo e giocano svogliati. I professionisti che sono a Las Vegas da fine maggio, pagano a livello fisico e psicologico lo stress di due mesi intensi di poker dal vivo. E poi ci sono gli occasionali che sono autentiche schegge impazzite“.
Un’analisi importante quella di Joe Cada, il quale poi prosegue nella sua riflessione. “Per molti giocatori gli eventi finali rappresentano l’ancora di salvezza per rivalutare una trasferta lunga e dispendiosa. Molti di essi giocano in maniera ansiosa, quasi maniaca: cercano lo spot ideale per andare subito deep, si lanciano in quasi tutti i piatti e sembra quasi che vogliono vincere il torneo dopo mezzo livello. E’ una manna dal cielo trovarli al tuo tavolo“.
Secondo Joe Cada dunque è positivo trovarsi questi giocatori al tavolo, nella speranza che possano essere una sorta di bancomat automatico in cui attingere per costruire castelli di chips. “ La tattica da seguire contro questi giocatori è assai semplice. Dobbiamo giocare un poker A-B-C, nel senso che non ci dobbiamo inventare niente. Loro attaccheranno ogni piatto e con qualsiasi mano, mentre noi dobbiamo solo attendere l’attimo ideale per farsi pagare. Con un buon punto chiuso ci sono ottime possibilità di portare indietro tantissime chips“.
Joe Cada ha le idee molto chiare: nessun bluff, niente colpi gobbi, giocare solo con mani di una certa importanza e poi farsi pagare i massimi una volta che si va allo showdown. “So bene che fra il dire e il fare ci corre molto, ma è davvero l’unica tattica da seguire negli eventi conclusivi. La loro smania di fare chips, è la nostra più grande fortuna. Saranno pronti a giocarsi il tutto per tutto con mani molto marginali e se la sorte non ci volta le spalle, avremo stack importanti”.
L’ultima battuta di Joe Cada è poi sul quinto bracciale svanito alle WSOP 2019. Nel “$5.000 NLH 6-Max” l’americano si è arreso al secondo posto contro Joao Vieira. “Non ne faccio un dramma. Capita di arrivare secondi o comunque di mancare di un soffio la vittoria. Il quinto bracciale non voglio che sia un’ossessione e dunque quando arriverà ne sarò ben felice”.