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il 25 Lug 2019

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20 anni fa nasceva The Hendon Mob: la storia del più grande data base del poker live

20 anni fa nasceva The Hendon Mob: la storia del più grande data base del poker live

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Ormai The Hendon Mob è entrato a pieno nella vita di chi gravita attorno al poker. Soprattutto il poker live. Giocatori, addetti ai lavori, media di settore, appassionati e amanti delle statistiche. Il più grande Data Base al mondo sul poker live è ormai un must per tutti quanti.

C’è da prendere qualche informazione su un giocatore? Clicchiamo The Hendon Mob. Vogliamo vedere quante bandierine ha messo ad esempio Phil Ivey alle ultime WSOP? C’è  The Hendon Mob a dircelo. E così via. Uno strumento quasi di vitale importanza, soprattutto per noi che scriviamo e siamo sempre a caccia di notizie, dati e curiosità.

A dire il vero  The Hendon Mob per un certo periodo ha rischiato di essere un’arma a doppio taglio per i giocatori italiani. Quando l’Agenzia dell’Entrate ha fatto scattare l’operazione “Allin“, le vincite incassati dagli azzurri venivano spulciate proprio dal date base in questione. Una caccia alle streghe sulla quale è scesa per fortuna la scure della Comunità Europea: doppia tassazione vietata all’interno dell’Unione Europea e fine dei giochi per l’operazione Allin.

Ma al di la di questo grave e spiacevole episodio, The Hendon Mob rappresenta una fonte inesauribile di numeri, statistiche e informazione su ogni singolo giocatore che abbia calcato almeno una volta un palcoscenico del poker live, centrando l’ingresso “In the Money“. Ma dove nasce questo Date Base? Chi ha avuto la brillante idea? E come è stato possibile svilupparlo? Domande che trovano risposte, in questa prima parte sulla storia del sito.

20 anni fa il primo passo

The Hendon Mob nasce ufficialmente nell’estate del 1999, ma la sua origine almeno nella testa degli ideatori, risale a qualche anno prima. Merito di uno speciale quartetto composto da Joe BeeversBarny BoatmanRoss Boatman e Ram Vaswani. Fratelli, parenti ed amici accomunati dalla passione per il gioco, per i casinò londinesi e naturalmente uniti dal poker. Dalle partite private in casa, ai primi tornei dal vivo, passando anche per il ban in 19 dei 23 casinò della capitale inglese ai tavoli da black jack: motivo? Facevano saltare il banco troppo spesso.

Un quartetto stimato, rispettato e dunque anche temuto per le loro skills. Ma come ogni “batteria“, anche i quattro in questione si meritarono un soprannome. Un giorno mentre entravano al Grosvenor Victoria furono visti dal noto pro John Kabbaj, a sua volta amico del quartetto. E così la sua esclamazione “ecco i The Hendon Mob“, oltre a creare il soprannome, divenne il futuro nome dell’attuale sito.

Ma per quattro elementi così particolari, anche una grande città come Londra rischia di essere troppo piccola. Il loro sogno è viaggiare assieme verso Las Vegas in vista delle WSOP 1999. Il poker è ancora un gioco di nicchia, almeno al di fuori dei confini americani e nel Vecchio Continente trova seguaci solo in terra britannica. Il boom del poker e del sogno legato al gioco stesso è ancora lontano, mentre il poker online è ancora agli albori e con parecchi difetti (soprattutto tecnici) ancora da limare.

Il sogno WSOP e l’incontro con Vicky Coren

Gli uomini del The Hendon Mob vorrebbero quindi debuttare nelle world series, ma le spese da affrontare sono tante: dai buyin al viaggio, passando per vitto e alloggio in quel di Las Vegas. Insomma serve un portafoglio bello grosso e zeppo di contanti. Cercano di convincere TV, Radio e giornali a sponsorizzare la loro trasferta. Infatti nella mente dei quattro inglesi non c’è solo il mero aspetto ludico del poker.

Vogliono realizzare una sorta di documentario sul mondo del poker live a Las Vegas. Una full immersion per spiegare a chi non conosce il poker, cosa significa il campionato del mondo a quelle latitudini. Chiedono a tutti i media possibili e immaginabili, ma almeno inizialmente la risposta è fredda. Vero che in UK, il gioco e l’azzardo in generale sono visti con un occhio diverso, ma il poker non sembra attrarre i possibili investitori.

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Sarà però l’incontro con una giornalista, Vicky Coren, a cambiare la loro vita. Vi dice niente il nome di questa bella, brava e rampante giornalista? Ovvio che si tratta di quella Vicky Coren capace di vincere nel nuovo millennio ben due main event dell’EPT (l’unica per ora ad avere questo record) e membro per diversi anni del team pro Pokertsars. Ma qui siamo ancora nell’altro secolo e nessuno di loro può immaginare cosa riserva il futuro.

Vicky Coren ha la grande intuizione di intervistare i quattro amici, descrivendoli come il presente e il futuro del poker britannico: “la grande novità che avanza”, così scriveva la Coren sulle pagine del “The Evening Standard“. Si erano rivolti a lei, tramite amicizie in comune e la giornalista inglese, appassionata di poker a sua volta, capisce per prima le potenzialità dei quattro londinesi. Sia al tavolo e sia fuori da esso.

Da questa intervista prenderà forma la strada degli “The Hendon Mob” verso la creazione del sito “The Hendon Mob“.

Lo start del sito

L’Intervista con Vicky lancia i “Quattro di Londra” che a loro volta lanciano il loro sito. Tramontata l’ipotesi della trasferta pagata a Las Vegas, investono i loro risparmi in “The Hendon Mob” . Siamo nel 1999, fase pioneristica del poker, ma anche di internet. Il costo di creazione e gestione del sito in quegli anni aveva cifre molto più esorbitanti di adesso. Le connessioni iper rapide di oggi, erano come dei treni a vapore 20 anni fa. Così la prima versione del data base è più una sorta di blog dei giocatori. Chi vince un torneo può mandare la foto e i risultati dell’evento.

Intanto però l’intervista con la Koren ha fatto breccia nel cuore degli inglesi e soprattutto ha permesso ai quattro londinesi di mettersi in luce anche al di fuori dei confini. Vincono ad Amsterdam (più eventi) e poi una volta in Austria vengono riconosciuti dal direttore del casinò, il quale invita il quartetto inglese a sedersi al primo tavolo televisivo della storia, almeno per quello che concerne il vecchio continente. Quelli del “The Hendon Mob” accettano di buon grado, a differenza dei professionisti di allora che sembrano contrari a mostrare in TV le carte, aumentando la loro popolarità e quella del sito.

Tra pubblicità diretta e indiretta ecco sul finire del 1999 la svolta del sito. I quattro ormai ci lavorano a tempo pieno, aggiornando quotidianamente il data base. Serve però un buon incasso pubblicitario per fa quadrare i conti. I londinesi incontrano Roger Raatgever, allora manager di una società di gaming. E’ incuriosito dai quattro, ma ancor di più dall’idea del sito. Dopo 60 minuti di contrattazioni ecco il colpo di genio che fa felice le due parti: il manager si impegna a mettere sul piatto 1 milione di sterline come pubblicità e in cambio chiede il 20% delle vincite che otterranno in quattro con il poker.

The Hendon Mob” fa il definitivo salto di qualità: le spese sono ampiamente ripagate, i costi di gestione coperti e ci sono ricavi finalmente anche per i quattro amici. Ma la storia non finisce qui….

 

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