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Gli obiettivi di Fedor Holz nel breve e nel lungo periodo
Ci sono giocatori che vanno e vengono nel mondo del poker. E poi c’è Fedor Holz. Un player capace nel giro di un bienno di vincere High Roller ai quattro angoli del globo, di diventare il migliore in assoluto, di dire basta con il poker e poi ripartire. Forse non come prima, forse con meno eventi da giocare. Eppure quando si getta nella mischia di qualche evento live, attira su di se le attenzioni di tutti.
Fedor Holz però è molto più di un semplice giocatore. Non è neanche un robot come ha asserito qualcuno. E’ un psicologo prestato alla disciplina e in grado di battere ogni livello. Il tedesco è tornato a parlare dopo qualche mese di silenzio e quando Holz spiega, gli altri ascoltano quasi rapiti. Così nell’intervista rilasciata ai colleghi di CardPlayerLife parla dei suoi progetti, del suo futuro dentro e fuori dal poker. Mai banale, sicuramente.
Prima e dopo il 2016
L’intervista non può che partire dal suo famoso addio al mondo del poker, anche se in realtà non è stato un vero addio. “Ho lottato con tutto me stesso per arrivare all’apice. Ho lavorato duro, ho studiato, ho cercato di aggiornarmi e poi ho raccolto tutto quello che avevo seminato. Sono felice e fiero di quello che ho raggiunto. Ma nel 2016 mi sono trovato privo di stimoli. Avevo vinto tutto quello che potevo e quando sei scarico di motivazioni, non resta che una sola cosa da fare. Mollare, almeno per un pò”.
“L’obiettivo primario era vincere più soldi possibili. Ci sono riuscito, ma quando ho capito che non avevo più stimoli nel tenere quel ritmo, ho deciso di dedicarmi ad altro. Il mio addio è stato inteso come un addio definitivo al poker. Invece era solo un distacco da un tipo di attività professionale che non volevo più portare avanti in quel modo. Non a caso ho giocato altri eventi nel corso degli ultimi tre anni. Ma ho deciso io, quando e dove”.
“L’appagamento mi ha fatto capire che qualcosa dentro di me stava cambiando. Cambiavano i miei orizzonti e i miei obiettivi. Ho capito che le mie qualità potevo metterle a servizio di qualcos’altro. Ho ricordi bellissimi degli anni in cui ho frequentato quotidianamente il palcoscenico del poker live. Ma non solo per le vittorie, ma per le relazioni con le altre persone. Sono la cosa più bella che porto con me”.
Un addio che non è addio
Come ha ribadito anche Fedor Holz, il suo non è stato un ritiro completo dalle scene, ma una netta diminuzione delle presenze. Lo abbiamo visto all’opera all’ultimo EPT Barcellona, così come non si è negato ad puntata a Las Vegas durante le WSOP. Insomma, il poker non è più al centro della sua vita, ma di sicuro ne fa ancora parte.
“Io durante il mio percorso nel mondo del poker ho appreso tanto. E credo che sia questa la mia vittoria più bella. Poter raccontare cosa ho imparato tramite un gioco. Le vincite ti danno una sicurezza nella vita e sono ovviamente importanti. Ma sarebbe riduttivo dire che il poker è solo soldi“.
“Ci sono tanti aspetti di quegli anni che mi hanno aiutato a crescere e che auguro a tutti di provare. Non sarei mai diventato il numero 1 in quel periodo, se non avessi condiviso con gli altri e se gli altri non avessero condiviso con me. E’ stato un dare e un avere che ha avuto risvolti positivi”.
Fedor Holz 2.0
Cosa riserva il futuro per Fedor Holz? Cosa frulla nella infinita mente del tedesco? Lui sembra avere le idee chiare e la parola coaching si stampa all’orizzonte.
“Sicuramente giocherò qualche evento. E’ anche un modo per restare in contatto con amici e “colleghi”. Nel poker punto tutto sul costruire qualcosa di importante insieme agli altri. Voglio dare alle persone che mi circondano, quelle speranze che ho cullato a lungo io, per poi aiutarli a tradurle in qualcosa di concreto“.
“Collaborare aiuta a crescere: se stessi, ma anche coloro che sono al tuo fianco. Credo che niente faccia star bene quando vuoi realizzare una cosa nella tua vita e pensi in grande per ottenerla. Ecco i miei sforzi andranno in quella direzione nei mesi e negli anni a venire. Pensare e realizzare in grande, collaborando con chi è al mio fianco”.