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Come giocare i tornei ICOOP
Dal 25 ottobre al 15 novembre 2020 i grinder italiani sono pronti a sfidarsi su PokerStars con il ritorno dell’ICOOP. L’Italian Championship Of Onlien Poker è una kermesse storica che in questa edizione mette assieme ben 100 eventi, per la stragrande maggioranza di No Limit Hold’em.
Insomma un vero e proprio campionato sulla distanza di tre settimane. Oggi cercheremo di capire come vanno affrontati i tornei della manifestazione per massimizzare le possibilità di arrivare in fondo.
Ovviamente parliamo del No Limit Hold’em e in questi casi dobbiamo fare una distinzione forte fra i tornei classici con struttura lenta rispetto ai vari turbo, Hyper Turbo e KO che condiscono appunto lo schedule ICOOP. Soprattutto questi ultimi hanno una sorta di predominanza nel programma e vanno affrontati con una certa disciplina.
Le differenze principali
Per i tornei Hyper Turbo e Turbo serve solidità e aggressività allo stesso tempo. Soprattutto se lo stack inizia a ridursi in maniera sensibile, bisogna essere assai selettivi nelle scelta delle mani con cui giocare. Ricordiamoci che dieci big blind in un evento con livelli rapidi hanno un altro significato rispetto allo stesso stack in un torneo con struttura lenta.
Dunque si è short, sì, ma con la possibilità di rialzarsi quanto prima proprio grazie alla struttura turbo del torneo. Spesso ci saranno oscillazioni anche vertiginose degli stack, ma questo non deve andare ad influire in maniera decisiva sulle tattiche di gioco.
Per quanto concerne gli eventi con taglie, bisogna rendersi conto che in certi spot si può osare di più. In fondo il valore di una taglia e in particolar modo di una taglia progressiva aumentano il valore della mano o del progetto. Questo non significa chiamare ATC (any two cards, ovvero con tutte le combo del mazzo, ndr), ma casomai aprire il vostro range rispetto ad una situazione classica dove non ci sono taglie. Nella battute finali, alcune taglie progressive spostano e non poco a livello economico in certi spot.
Infine, ma non per ultimi, ecco gli eventi classici con strutture lente e stack di una certa importanza. Al di là del buy-in investito e del garantito in palio, questi eventi si caratterizzano per la loro lunghezza e per una giocabilità completamente differente dagli altri. Ed è proprio su questi tornei che incentriamo il nostro discorso.
Fase iniziale
Nella fase iniziale la creatività spesso la fa da padrone. Diciamo che i bui bassi e gli stack profondi inducono a giocare più “allegri”, o comunque ad allargare il range di mani con cui andare a vedere il flop. Proprio i range allargati possono alle volte nascondere delle insidie e portare i giocatori su spot alquanto pericolosi per certi board. Dunque va bene essere più flessibili, vanno bene le odds, ma cercate di non esagerare. In fondo, nessun giocatore ha mai vinto un torneo nei primi livelli.
La fase iniziale serve soprattutto per prendere confidenza con il tavolo, per etichettare i rivali (nella speranza di non essere spostato su altri tavoli) e cercare di mettere le prime chips in cascina. Anzi mixare il proprio stile di gioco nelle prime battute, può essere utile per il proseguo del torneo. In questo modo si confondono le idee ai rivali e farsi pagare con più facilità quando i blinds iniziano a salire ad una certa quota.
Fase Intermedia
Paradossalmente è la più pericolosa. Da una parte ci sono giocatori che continuano a spingere sull’acceleratore senza rendersi conto che il rapporto stack/blinds è totalmente cambiato. Perdere un pot da 30 big blind ha un certo valore nelle prime battute, mentre perderlo a metà torneo ne ha un altro. Dall’altra parte ci sono players che si chiudono eccessivamente a riccio e vedono i loro stack erosi in modo netto dal passaggio di bui, ante e quanto altro.
E’ in questa fase che bisogna cambiare passo. Torna utile quanto detto nella fase iniziale. Un giocatore che nei primi livelli sa mixare il proprio gioco, probabilmente sarà più a suo agio a cambiare passo nella fase intermedia. Solido nei momenti difficili e aggressivo quando c’è fare chips. In questo modo si regge in maniera migliore l’urto, mentre ci si avvicina a grandi passi verso lo scoppio della bolla. Il primo grande obiettivo di ogni players in gara.
La fase finale
Quando parliamo di fase finale di un torneo, non intendiamo solo il tavolo finale dell’evento. Ma anche quelle fasi che precedono appunto. Diciamo che da 5 tavoli left in poi, almeno per gli eventi con un numero altissimo di iscritti, si può parlare di late stage. Gli scalini fra un premio e l’altro spostano in maniera importante. Di conseguenza ogni decisione presa va ponderata nel miglior modo possibile.
Il proprio stile va adattato anche per certi versi a quello del tavolo. Se le schegge impazzite dominano la scena, un giocatore con un minimo di esperienza sa di dover attendere il momento ideale per piazzare la zampata senza mettersi a fare a sportellate. Come in un tavolo passivo e composto da giocatori scarati, si può aggredire con più facilità avendo già in mente un piano nel post flop.
La fase finale dunque, è l’ago della bilancia verso quello che sarà il vostro destino nel torneo. Ovviamente cooler o quanto altro possono sempre cambiare i programmi, ma saper affrontare con una certa padronanza questa fase decisiva, diventa il valore aggiunto verso la possibile vittoria finale.
Programma completo tornei ICOOP PokerStars
Ed ecco il programma completo degli eventi di questo Italian Championship Of Online Poker che andrà in scena a partire dal prossimo 25 ottobre su PokerStars: seguite i nostri consigli e che la fortuna vi assista! 🙂