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Perché Elky si è trasferito a Praga? Ecco i motivi
Si scrive Bertrand Grospellier, si legge “Elky”. Ormai un nickname diventato una sorta di must non solo per il poker online ma anche per il palcoscenico live. Ci sono pochi giocatori nella storia moderna del poker che possono vantare un seguito e una cassa di risonanza come “Elky“, che nonostante gli anni che passano resta un player amato dal grande pubblico e soprattutto molto ricercato.
Che sia un giocatore fuori dagli schemi lo si capisce dal suo look. Non passa certo inosservato: capelli platinati, a volte colorati di blu, abiti particolari e carattere eccentrico lo rendono una sorta di icona fuori dai canoni classici. Ma senza tutto questo non sarebbe “Elky“.
Aggiungiamoci poi delle doti innate per il gioco e delle skills fuori dal comune e Bertrand Grospellier è di fatto uno dei giocatori più forti e vincenti nella storia di questa disciplina. Da molto tempo ormai, ma sempre con la stessa classe del primo giorno.
Durante le WSOPE 2019 al King’s Casinò il francese ha raccontato del suo trasferimento a Praga, dei suoi programmi futuri con il poker e di come il gioco si sia evoluto negli ultimi anni. Con la solita lucidità alla “Elky” arriva un’analisi lucida e profonda.
Nuova casa a Praga
La prima domanda della intervista del King’s Casinò riguarda il suo trasferimento a Praga. Non che la cosa sorprenda molto, visto che il francese a fine anni ’90, quando ancora non conosceva il poker, era andato a vivere in Corea del Sud per fare il professionista di Videogames. Aveva anticipato di 20 anni almeno il professionismo degli eSports.
“Ho scelto Praga per tanti motivi, spiega Elky. In primis perché posso giocare online sul .com senza alcun problema. In Francia al massimo puoi utilizzare la piattaforma del .eu, ma preferisco non avere confini. Poi perché Praga è veramente una città fantastica. Bellissima, pulita, con dei colori e delle atmosfere uniche. Cibo ottimo, persone splendide. Insomma è stata una scelta quasi naturale“.
“A Praga poi si giocano diversi eventi importanti ogni anno per il poker live e sempre per il poker live in poche ore da qui, posso raggiungere Rozvadov casa del King’s. Anche li ci sono eventi di un certo spessore e soprattutto ricche partite di cash game che fanno al caso mio. Riesco ad unire l’utile al dilettevole e per me è il massimo Praga“.
Il poker non dorme mai
Dalla nuova città, agli stimoli che non mancano mai, il passo è breve.
“Gli stimoli in questo gioco non mancano mai. Il poker è in continuo progresso ed evoluzione e quello che sembrava nuovo ieri, diventa già vecchio oggi. Questi continui cambiamenti mi danno tanti nuovi stimoli e trovo sempre nuova linfa per andare avanti. La grande competizione aiuta a rimanere sempre sul pezzo e cambiando anche gli stili di gioco, mi piace affrontare nuovi giocatori e nuove scuole di pensiero”.
Da oltre un decennio sulla cresta dell’onda, eppure Elky non sembra patire ne le nuove leve del poker e ne la repentina evoluzione del gioco.
“Il gioco cambia e si evolve, ma quello che deve fare un giocatore per rimanere al passo con i tempi è sempre lo stesso. Studio delle mani, simulare le situazioni e parlare molto con i colleghi. Questo aiuta a non rimanere chiuso nella propria mentalità, ma aiuta invece nella crescita e nell’adattarsi alle varie situazioni. Inoltre bisogna sempre lavorare sull’aspetto mentale: ci sono giorni che gira tutto per il verso giusto e altri meno. Dobbiamo essere bravi a lasciarsi dietro gli aspetti negativi e capire che un cooler a sfavore fa parte del gioco“.
I tornei sono sempre più professionali
Dal professionismo ai tornei professionali, Elky spiega l’evoluzione anche degli eventi.
“10-15 anni fa, anche l’organizzazione dei tornei era molto approssimativa. Ma non per incapacità di chi organizzava, ma per mancanza di esperienza. Come i giocatori, anche gli organizzatori erano alle prime armi in quelle vesti e capitava di giocare per 15-16 ore al giorno in un singolo torneo. Con il tempo, le strutture dei tornei si sono perfezionate, i tornei sono stati spalmati su periodi più lunghi e di conseguenza diventa meno massacrante per chi gioca”
“Adesso raramente una singola giornata di gioco supera le 10-12 ore e questo aiuta il player stesso, il quale dispone di più ore per riposare e recuperare energie. Credo che tutto questo sia positivo per l’intero settore. Un giocatore meno stanco, commette meno errori e diventa anche più attivo al tavolo. Se il tavolo in questione è televisivo, l’azione non si ferma mai e ne giovano anche coloro che seguono davanti ad uno schermo.
Mai banale Bertrand Grospellier, per tutti Elky.