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Tonyg – Le mie opinioni sulla questione Giaroni
Un vespaio hanno scatenato le dichiarazioni di Giaroni lasciate in occasione delle interviste pre final table all’ultimo torneo di Saint Vincent. Subito due partiti. Da una parte “i presuntuosisti”, quelli che ritengono Giaroni presuntuoso, superbo e comunque non abilitato a parlare in quanto giocatore non eccelso, e da qui anche tutta una serie di considerazioni sul suo modo di giocare, considerazioni invero alquanto fuori tema, perché non è il mio modo di giocare che può consentirmi di esprimere un’opinione sensata o meno sul poker.
Dall’altra “i simpatofili” che difendono Giaroni per simpatia, conoscenza, partito preso e gli riconoscono inoltre parlar chiaro e schietto.
In un’Italia che già qualche anno fa si divise velocemente in guelfi e ghibellini, e a Firenze i guelfi vincitori, non contenti pensarono bene di schierarsi in guelfi bianchi e guelfi neri (!) (ah, la vis polemica Toscana!), mi sembra che la voglia di polemizzare tutti contro tutti abbia ancora una volta preso il sopravvento.
Ecco il video incriminato
httpv://www.youtube.com/watch?v=r0zmEBZzY5k
Ecco qui alcuni miei pensieri sparsi:
1) Se si ascolta bene la registrazione si può ritenere anche che, ed è strano che nessuno l’abbia evidenziato o almeno messo tra le ipotesi, Giaroni lanciasse i suoi dardi contro la poker room che ha fatto nomination infelici. Mentre non nomina mai alcun nome di giocatore,fa i complimenti in senso ironico all’organizzatrice dei Poker awards per aver scelto giocatori che non hanno poi fatto risultato. E cita per ben due volte questa poker room.
2) Sul punto precedente aggiungo che già all’epoca le nomination furono oggetto di polemiche perché da molti ritenute poco obiettive, la composizione della giuria fu ritenuta poco “neutrale”, le scelte finali dei vincitori furono parzialmente criticate perché un po’ oriented verso la società che organizzava. Quindi si potrebbe dire che ciò che ha detto Giaroni è ciò che una parte consistente seppur non prevalente aveva espresso, o ritenuto esatto, o scritto o manifestato.
Se invece fosse vero che gli strali di Giaroni fossero diretti verso un giocatore (come tutti sembrano dare per scontato in modo un attimino acritico) da pochi individuato in Pescatori e da quasi tutti in Dario Alioto allora la mia opinione sul punto è: Chi e’ Giaroni? E’ uno che parla in faccia, indipendentemente dal se sia condivisible o meno quello che dice. Innanzitutto è da apprezzare per schiettezza, parlar diretto e senza ipocrisie. Riconosciutogli questo, solo poi si può entrare nel merito delle sue considerazioni, criticarle e lasciar da parte considerazioni su quanto vince o perde e come gioca, da campione o da donk.
Com’è Giaroni? E’ un giocatore old school (come me), che non tiene in grande considerazione questi campioni che durano lo spazio di un mattino e che provengono dall’online. Quanti sono comparsi e già scomparsi definitivamente? Gente che per tre risultati in fila aveva già iniziato a camminare come divi di Hollywood.
Diciamo la verità, anche due anni di risultati non sono niente. Almeno per chi e’ sulla scena da un decennio, e soprattutto ancora vivo e vegeto.
Se quindi Giaroni avesse voluto colpire “i nuovi divi”, questi nuovi sponsorizzati che sono figli di monovittoria o mono rush positivo, che si atteggiano a grandi giocatori, vantandosi di essere giocatori di cash, ma poi quando si gioca live anziché sedersi al 20/40 vanno a sedersi al 5/5 (eh sì, perchè quando mamma sponsor non paga, la spavalderia decresce), o le starletteacchiappatelespettatori ignari, che fingono di saper tenere le carte in mano e nel frattempo vengono fotografate per decolté procaci, allora avrebbe colto nel segno. E avrebbe espresso solo ciò che molti pensano, ma quasi nessuno dice.
Ma se invece per esprimere quanto sopra avesse veramente voluto dileggiare Dario Alioto o Max Pescatori, avrebbe avuto ragione nel voler evidenziare certe ridicolaggini di questo star system che crea personaggi inventando curriculum inesistenti ma poi sarebbe andato a colpire, nella mia personalissima opinione, i soggetti sbagliati.
Proprio Dario e Max sono tra i pochissimi che hanno una carriera di assoluto e internazionale valore nei tornei, e proprio entrambi sono giocatori che provengono e sono nati nel cash (e io al tavolo cash con loro sono stato e vi garantisco che sono “forti, ma veramente forti”) e che i tornei li giocano ma non come attività principale (anche se per ragioni di sponsor non possono ammetterlo).
E diciamoci la verità: i soldi nel poker, quelli veri, sono nel cash. Coi tornei non mangia nessuno, garantito.
Per chiudere con Giaroni, un’ultima considerazione: le interviste fatte da Jack Bonora al final table di Saint Vincent durano complessivamente sette minuti e mezzo. Gli unici 50 secondi non soporiferi sono quando parla Giaroni. Tutto il resto sono banalità e frasi scontate, nello stile dei commenti dei calciatori post partita (abbiamo giocato bene, potevamo vincere, meritavamo di più, il mister decide, io mi impegno al massimo).
L’unica parte viva, scoppiettante è proprio quella dove parla Giaroni, e il modo su come si prende in giro perché ha molte chips e come, con la sua parlata bolognese, parla di “onda anomala” sono veramente la parte migliore degli oltre sette minuti dedicati a tutti i protagonisti del final table.
Antonio TonyG Grimaldi