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Le meteore vincenti nella storia del main event WSOP
Il main event delle WSOP rappresenta da sempre il sogno per eccellenza per ogni giocatore. Vincerlo non significa solo diventare campioni del mondo. Significa soprattutto entrare nella storia del gioco per sempre. Insomma non stiamo parlando di un torneo qualunque e fra tutti i bracciali messi in palio a Las Vegas, quello del main event ha sicuramente un luccichio diverso dagli altri.
Se vincerlo rappresenta un sogno, per alcuni è anche diventato una sorta di traguardo. Ovvero, una volta centrato il successo nel campionato del mondo, alcuni campioni sono scomparsi dai radar del poker: sia dal vivo e sia online. Mancanza di stimoli, appagamento personale o semplice voglia di sparire da sotto i riflettori.
Tanti i motivi che hanno condotto almeno 5 giocatori negli ultimi 20 anni a raggiungere il gradino più alto del main event e poi a tornare nell’anonimato. Oggi andremo a vedere chi sono e cosa hanno fatto, a livello pokeristico, dopo la vittoria nel campionato del mondo. Abbiamo preso in esame l’era moderna, vale a dire dal 2003, l’anno del successo di Chris Moneymaker.
Jerry Yang
Corre l’anno 2007 e il poker live è nel pieno del suo boom. Basti pensare che appena 12 mesi prima il main event fa registrare il record assoluto di paganti, con 8.773 ingressi. Un primato che regge ancora a distanza di 14 anni. Nel 2007 c’è un netto calo con 6.358 giocatori ai nastri di partenza, ma resta pur sempre un numero altissimo. Vince Jerry Yang che si assicura una prima moneta da 8.250.000 di dollari.
Da allora il player nato in Laos, ma americano a tutti gli effetti ha collezionato appena 23 “In the Money” in 13 anni. Fatto eccezione per una manciata di bandierine alle WSOP, Jerry ha frequentato esclusivamente piccoli o medi circuiti a stelle e strisce. In pratica è uscito subito dai grandi palcoscenici e si diletta qualche volta in eventi non troppo impegnativi.
Peter Eastgate
Dodici mesi dopo è la volta di Peter Eastgate. Primo campione del mondo nell’era dei “November Nine“. Qui va fatta una premessa. Dopo il suo trionfo nel 2008, per almeno un paio di anni il danese ha frequentato il mondo del poker live con una certa costanza. Poi a cavallo fra il 2010 e il 2011 ha annunciato una sorta di stop, prima di di riprendere a giocare. Ma di fatto le sue presenze sono diventate sempre più rare.
Basti pensare che la sua ultima bandierina risale al 2013, in un vento giocato a Londra dal buyin di 3.000 euro. Sette anni di silenzio a livello pokeristico sono davvero un’eternità. Ma di sicuro non se la sta passando male, considerando gli oltre 11 milioni di dollari vinti in carriera. Di questi, ben 9 milioni sono arrivati nel 2008 proprio nel main event WSOP. Primo vincitore del tavolo finale in modalità November Nine, fu anche il campione più giovane di sempre, prima di essere superato da Joe Cada l’anno seguente. In tutto Peter in quel campionato del mondo, si è messo alle spalle 6.843 players.
Pius Heinz
Dalla Germania con furore. Il 2011 è l’anno del primo tedesco campione del mondo, merito dell’outisder Pius Heinz. Quasi 9 milioni di dollari vinti nel main event, dopo aver domato un field di 6.865 players. Dal giorno del suo trionfo però le sue presenze si sono diradate e contiamo appena 11 “In the Money” nei 9 anni seguenti. Della serie, prendi il malloppo e fuggi.
Qui Nguyen
Con la nostra macchina del tempo torniamo al 2016. Questa volta il campione del mondo è un certo Qui Nguyen. Più noto come gambler di punto e banco, Qui beffa tutti assicurandosi una prima moneta da 8 milioni di dollari. Battuta la concorrenza di 6.736 rivali. Negli ultimi 4 anni però, il player di origine asiatiche si è davvero visto pochissimo ai tavoli da gioco. Due bandierine nel 2018, altre tre nel 2019, in attesa di poter giocare nel 2020. Darsi alla macchia è diventato probabilmente il suo motto.
Scott Blumstein
Chiudiamo con Scott Blumstein, trionfatore del main event WSOP nel 2017. Siamo davanti ad un player che forse ha fatto parlare più di se prima della vittoria che non dopo. Regular del panorama live della costa Est degli USA, Scott mette a segno il suo capolavoro intascando una prima moneta da 8.150.000 dollari. Battuti 7.220 avversari e un post mondiale, costellato più da presenze in eventi meno conosciuti che su palcoscenici noti al grande pubblico. In questo caso non ha certo rinnegato le sue origini a livello di poker.