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il 2 Apr 2020

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Il digiuno da bracciali per 5 big: ecco da quanto tempo non vincono alle WSOP

Il digiuno da bracciali per 5 big: ecco da quanto tempo non vincono alle WSOP

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Le WSOP da sempre sono il campo di battaglia proferito dai giocatori professionisti. Vincere un bracciale a Las Vegas, equivale ad accrescere la propria fama oltre che il proprio bankroll. Ma negli anni del boom del poker dal vivo, per molti big vincere un braccialetto è diventato quasi un’utopia.

Field sempre più immensi, la scuola dell’online che si fa largo e un coefficiente di difficoltà che cresce anno dopo anno, giustificano in gran parte il digiuno da bracciali, di quei giocatori che proprio alle WSOP hanno lasciato il segno nella loro carriera. Stiamo parlando di 5 players come Phil Ivey, Daniel Negreanu, Erik Seidel, Doyle Brunson e Johnny Chan.

Giocatori che hanno fatto incetta di bracciali almeno fino a 10 anni fa, per poi trovare sempre più difficoltà a salire sul gradino più alto del podio. Insomma non proprio gli ultimi arrivati, ma il verdetto delle WSOP non consente appelli e il loro digiuno da trionfi in quel di Las Vegas inizia a farsi sentire. Vediamo cosa dicono le statistiche.

Phil Ivey

Phil Ivey, del quintetto che abbiamo preso in esame, è il giocatore con il minor digiuno. Però è dal 2014 che non mette un bracciale al polso e quasi sei anni senza lasciare il segno alle WSOP, sono tanti se ti chiami Phil Ivey. Vero che per vari motivi, il fenomeno di Riverside non ha giocato molto negli ultimi anni, ma dopo aver raggiunto il 10° bracciale in carriera, qualcosa sembra essersi rotto nel feeling con le World Series Of Poker.

A pari merito con Brunson e Chan a quota 10 bracciali, distanziato di 5 trionfi da Phil Hellmuth, Ivey ha vinto il suo primo bracciale nel 2000. Due anni dopo, ecco l’edizione di grazia per Phil: tre successi nel giro di pochissimi giorni lo lanciano nel club dei mostri sacri. Torna ad iscrivere il suo nome nell’albo d’oro del 2005, per poi calare la doppietta nel 2009. Bracciale nel 2010, mentre nel 2013 lascia il segno anche in Australia con le APAC. Infine, l’ultimo sussulto nel 2014, quando porta a casa una prima moneta da 167 mila dollari nel $1.500 Eight Game Mix.

Daniel Negreanu

La maledizione del settimo bracciale è ben nota per Daniel Negreanu. Il canadese è fermo a 6 bracciali vinti dal 2013. Ma se in quell’ultimo anno di grazia arrivò la doppietta extra USA, con le vittorie del main event APAC e dell’High Roller WSOPE, a Las Vegas il trionfo manca addirittura dal 2008. Sono 12 anni che non vince nella manifestazione a stelle e strisce. Un’eternità per “Kid Poker“. Soprattutto se consideriamo che il primo alloro è arrivato nel 1998.

Poi 5 anni di attesa e nel 2003 porta a casa il secondo bracciale. Per il terzo basta attendere 12 mesi e l’anno seguente Daniel Negreanu si aggiudica un “$2.000 Limit Hold’em“. Vince e convince anche al di fuori delle WSOP il canadese, diventando uno dei primissimi giocatori a finire sotto contratto con le sponsorizzazioni delle pokerroom. Ma dopo il braccialetto vinto nel 2008, il suo digiuno a Las Vegas si è fatto a dir poco epocale. E sono state tante le occasioni in cui poteva mettere fine al tabù.

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Erik Seidel

La vittoria mancata nel main event del 1988 contro Johnny Chan sembrava aver aperto una sorta di maledizione per Erik Seidel. L’americano invece non si perde d’animo e dopo il primo bracciale vinto nel 1992, ne conquista altri 7 nei 15 anni successivi. Un totale di 8 trionfi alle WSOP per uno player rispettato ed amato da tutti. Vittorie spartite equamente a cavallo dei due secoli.

Quattro di esse negli anni ’90 (1992/1993/1994/1998) e altri 4 nel primo decennio degli anni duemila, ad intervalli di due anni fra il 2001 e il 2007. Dunque l’ultimo sussulto per Seidel è arrivato proprio nel boom del poker live con la vittoria nel “$5.000 World Championship No-Limit Deuce to Seven Draw Lowball rebuy“. In questi 13 anni di digiuno da bracciali, sono arrivati numero piazzamenti con qualche final table, ma la vittoria è sempre svanita sul più bello.

Johnny Chan

E’ stato in assoluto il primo giocatore a raggiungere quota 10 bracciali, prima ovviamente di subire il sorpasso di Phil Hellmuth. Il primo squillo arriva nel 1985, poi compie un’impresa riuscita solo a Stu Ungar e Doyle Brunson: vincere due main event di fila, tra il 1987 e il 1988. Due trionfi pesantissimi. Riprende a vincere nel 1994 e da quel momento in poi, nei successivi undici anni arriveranno altre sei bracciali.

L’ultimo successo però è datato 2005. “Orient Express” da quel momento non è più riuscito ad arricchire il suo fantastico palmares. A ridosso degli anni del boom, Chan conquista il suo decimo bracciale nel “$2.500 Pot Limit Omaha“. Da 15 anni il suo digiuno fa un certo rumore, ma va pure detto che il due volte campione del mondo ha ridotto notevolmente il numero dei tornei giocati.

Doyle Brunson

La leggenda vivente del poker. “Texas Dolly” è il poker fatto persona e lo dimostra la sua bacheca piena di titoli. Il primo bracciale, vinto nel 1976, corrisponde al primo dei due main event vinti in carriera. Il secondo arriverà l’anno seguente per il primo “Back to Back” nel campionato del mondo. Le WSOP e Doyle Brunson sono un connubio inscindibile. Come dimostra anche il triplete di successi messo a segno nel 1977.

Ne seguiranno altri sei di braccialetti (per un totale di 10 complessivi) dopo quello storico anno, con un curioso digiuno che va dal 1979 (anno del quinto bracciale in carriera) al 1991, quando torna ad issarsi sul gradino più alto di un evento WSOP. In pratica negli anni ’80 non ci sarà alcun successo. Segue la vittoria del 1998 e altri due trionfi nel nuovo millennio. L’ultimo acuto è del 2005. Negli ultimi 15 anni gli acciacchi e l’età (classe 1933, ndr) hanno sicuramente influito sul numero di presenze e sul rendimento al tavolo di Doyle Brunson.

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