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Daniel Moravec: da player a produttore di mascherine durante il Coronavirus a Vegas
Sapersi reinventare ai tempi del Coronavirus. Una frase che sentiamo spesso in questi giorni e che trova alcune conferme nella realtà. Fra queste c’è la storia di Daniel Moravec, ex giocatore a tempo pieno negli anni del boom, diventato imprenditore negli ultimi anni e convertito in produttore di mascherine durante la pandemia. Insomma un personaggio davvero interessante.
Grazie ai suoi rapporti di lavoro con la Cina, Daniel ha pensato bene di investire in questa sorta di nuovo business e dopo aver avuto l’idoneità sulle mascherine prodotte ha iniziato il suo commercio. Non solo, ma nella lunga intervista rilasciata ai media americani ha parlato anche delle WSOP e cosa si dovrà fare per garantire la sicurezza di tutti ai tavoli.
Una chiacchierata molto interessante.
L’idea delle mascherine
Daniel Moravec è stato a lungo un giocatore di poker professionista. Vivendo a Las Vegas era quasi naturale per lui farlo. Dopo molti anni ai tavoli, Daniel ha deciso di investire una parte dei profitti ottenuti nel poker, aprendo delle aziende di software e quanto altro collegate con la Cina. Insomma sembra abbia deciso cosa fare da grande. Così un mese fa, quando la Pandemia del Coronavirus ha preso campo, con la stessa velocità ha deciso di produrre mascherine.
Si tratta di mascherine di tipo KN95. Sono la fedele riproduzione delle mascherine cinesi “N95” e che hanno già avuto il nulla osta da parte della sanità americana:
“Lavorando da anni con la Cina so che sono molto precisi nel loro lavoro. Quando ho deciso di iniziare la produzione, mi sono fatto mandare da alcuni miei contatti cinesi, video, foto e quanto altro per la corretta produzione delle mascherine. Nel giro di pochissimi giorni ho ottenuto diversi modelli come campione e ho sotto posto tali esemplari alla commissione sanitaria che da la certificazione per l’idoneità del materiale“.
“Ottenuto il nulla osta, ho trasformato un mio magazzino di Las Vegas in una sorta di officina per la produzione di mascherine, mentre ho reperito personale e mezzi per la distribuzione di esse in tutto il territorio americano. C’è la da parte mia la voglia di investire in questo ramo e di aiutare a tempo stesso la mia nazione“.
E a quanto pare l’idea è stata ottima, visti i risultati immediati.
“Siamo stati subito sommersi di richieste, perché davvero le mascherine sono introvabili. Ci hanno contattato soprattutto ospedali, supermercati e cantieri. L’edilizia in molte parti degli Stati Uniti non si è fermata, ma gli operai sono spesso sprovvisti di mascherine. Per questo motivo le aziende stanno facendo grossi ordini“.
Wsop? Si, ma fra qualche mese
Inevitabile che il discorso con Daniel Moravec toccasse le WSOP. Se è vero che per via del suo lavoro negli ultimi anni Daniel ha ridotto le sue ore al tavolo, è altrettanto vero che nel periodo di giugno/luglio si ritaglia molto tempo per giocare al Rio. Lo scorso anno è arrivato il miglior risultato di sempre per lui alle WSOP. Final table nell’evento $600 Mixed NLH/PLO con ottava piazza e oltre 21 mila dollari di premio.
Cosa ne sarà delle WSOP 2020? Moravec sembra aver le idee chiare.
“Non credo sarà possibile giocare nelle date consuete delle World Series of Poker. Mi pare una follia al momento. Meno utopistico pensare ad un rinvio in autunno. A quel punto si potrebbe giocare con delle accortezze obbligatorie per la salute di tutte. Mascherine in primis per giocatori e dealer”
“Il poker live è il gioco più sporco che ci sia. Nel senso che è un veicolo di assembramento che da modo al virus di diffondersi con grande facilità. Molti poi non hanno una perfetta igiene personale di base al tavolo e questa complica le cose. Dunque oltre a mascherine, serviranno gel disinfettati al tavolo, se non guanti. Impensabile toccare le carte a mani nude, dopo aver tossito in quelle mani o toccato superfici sporche. Servirà un grande piano a mio avviso”.