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La partita cash game più folle mai giocata da Antonio Esfandiari
Ritirato lontano dai riflettori e dai più importanti palcoscenici pokeristici per dedicarsi alla famiglia, ‘Il mago’ Antonio Esfandiari non ha comunque appeso le carte al chiodo.
In una lunga intervista in cui si è raccontato al portale statunitense CardPlayer, il giocatore di origine iraniana ha chiarito che oggi, anche se non fa più trasferte pokeristiche, si cimenta molto spesso in partite cash game private a Las Vegas.
Nel corso della intervista Esfandiari ha raccontato un sacco di retroscena curiosi e divertenti, dalla sessione cash game più degenerata cui abbia mai partecipato a come nacque l’amicizia con Phil Laak, con cui formarono una micidiale coppia di rounder per almeno cinque anni.
La partita cash più pazza di Antonio
Ricordando i tempi in cui faceva il rounder e girava costantemente per gli States e non solo in cerca delle partite migliori, Esfandiari riconosce di aver preso parte ad alcune sessioni davvero pazze. Una in particolare gli è rimasta scolpita nella mente:
“Ho giocato in dei resort vacanze che erano bellissimi, ma eravamo dei completi degenerati – ha ammesso – Ricordo che una volta iniziammo a giocare di venerdì notte e non abbiamo smesso fino a domenica pomeriggio. Senza fermarsi mai, tutto a dritto in un bellissimo posto tropicale, nessuno se ne è fregato di mettere il piede nell’oceano, neanche una volta. E’ stata una completa degenerazione”.
Del resto Antonio in ampi tratti della sua carriera ha mantenuto un approccio da puro ‘gambler’. E non a caso gli capitò anche di prendere delle scoppole micidiali:
“Ricordo la notte in cui persi metà del mio bankrolla cash game, andai a letto abbastanza tiltato. Al tempo erano davvero tanti soldi per me ma mi risvegliai e runnai divinamente per cinque giorni al Commerce”
La nostalgia dei tavoli divertenti
Esfandiari ha poi chiarito cosa più gli manca dei giorni in cui faceva il professionista di poker a tempo pieno, e ciò che invece non gli manca affatto:
“Ti dico cosa non mi manca, non mi manca sedermi al tavolo, guardare due avversari che a ogni mano impiegano otto minuti a decidere, guardando gli altri e giocando lentamente. Questo non mi manca. Mi mancano i tavoli divertenti, in cui ci si scanzona e le persone si divertono a giocare a poker. Devi esistere giusto? La scelta di stare bene e divertirti o sederti e restare annoiato è tutta tua. Ho scoperto che mi piaceva più divertirmi che essere nnoiato, e i tavoli da poker di solito sono noiosi perchè devi foldare così tante mani! Non so, quando giocavo mi sentivo come se avessi la responsabilità di tenere su il morale del tavolo”
L’amicizia con Phil Laak
Nella intervista al portale statunitense Esfandiari ha anche raccontato come conobbe Phil Laak. I due diventarono inseparabili amici girando per giocare cash game assieme per almeno 4 anni. Non che ciò gli impedisse di giocarsi contro, sia chiaro:
“L’amicizia con Phil Laak nacque perchè mi vide mentre facevo magie. Sedeva dietro Gus Hansen e mi ricordo che teneva lo sguardo fisso sulle mie mani. Non si stava godendo lo spettacolo, voleva solo indovinare il trucco. 20 o 30 minuti più tardi stavo facendo dei trucchi magici per un nuovo gruppo di persone nella hall e ricordo che lo vidi ancora, mettere la testa in avanti e guardare dritto alle mie mani per tutto il tempo. Dopo abbiamo chiacchierato un po’, siamo andati a bere e questo è il modo in cui il nostro rapporto d’amore è iniziato”