Friday, Nov. 22, 2024

Strategia

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il 2 Mag 2020

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Guida al Poker – Le possibilità del PostFlop

Guida al Poker – Le possibilità del PostFlop

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Dopo aver analizzato nel dettaglio tutti i vari aspetti del “PreFlop” (dal “range” di apertura fino allo studio dei nostri avversari) e cominciato ad avere confidenza con i concetti di “Odds“, direi che è arrivato il momento di vedere come affrontare anche il “Flop“.

Gestire al meglio l’azione sulle tre carte del Flop è il modo migliore per continuare a costruire il piatto vincente. Ma è anche un bivio cruciale, ricco di insidie e possibili variabili da analizzare. Per questo il punto di partenza è proprio vedere quali tipi di possibilità possiamo avere una volta sceso il Flop.

La situazione al Flop

Nonostante l’azione del PreFlop quasi sempre sia già determinante per l’evolversi poi del nostro gioco durante la mano, di fatto dopo che sono scese le tre carte del Flop siamo sempre in una di queste tre situazioni:

Abbiamo migliorato la nostra mano di partenza o abbiamo probabilmente la mano migliore (una “made hand“) in gioco
– Non abbiamo ancora migliorato la mano in nostro possesso ma le carte ci hanno aperto qualche tipo di progetto in corso (siamo quindi in “draw“)
Non abbiamo migliorato la mano e non abbiamo molte possibilità di farlo nelle altre due strade

Sono macro situazioni che richiederanno di volta in volta azioni e strategie specifiche, ma in generale è già utile rendersi almeno conto il più verosimilmente possibile in quale di queste ci troviamo (non c’è niente di peggio che pensare di avere il punto migliore e investire sul piatto quando poi non è così).

Giocare con la mano migliore

Giocare con il Flop che ci è stato amico migliorando la nostra mano di partenza, è sicuramente la condizione migliore. Eppure è proprio in questa situazione che dovremo stare più attenti nel giocarle al meglio.

Sono infatti le mani da cui dovremo ricavare più profitto, stando però attenti a non incombere in errate valutazioni. E’ importante quindi giocarle al meglio e valutare bene che tipo di mano abbiamo.

Ci sono infatti delle distinzioni da fare sulle “Made Hands”. Una “Top Pair” per esempio può essere un’ottima mano al flop, ma dipende magari dal nosro “kicker” (l’altra carta che abbiamo) e da quanto è possibile trovare una carta superiore nelle altre due strade.

Una doppia coppia viceversa è già un’ottimo punto, ma anche qua dipende dal valore assoluto rispetto alle carte scese (magari sono monocolore, magari aprono scale, e via dicendo). Dal tris in avanti (le mani “Monster” in genere) invece possiamo magari essere più tranquilli e valutare diverse strategie possibili (che valuteremo poi nel dettaglio nell’articolo dedicato).

Giocare con un Progetto

Dall’altra parte invece, c’è la situazione in cui abbiamo trovato un possibile aiuto, ma solo nel caso in cui chiudessimo il nostro progetto nelle due restanti carte.

E’ una situazione molto interessante perchè proprio da queste mani potremmo ricavare il massimo profitto molto spesso, stando però attenti a non investire troppo rispetto alle probabilità.

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Proprio per questo ci viene in aiuto il concetto delle “Odds” (e soprattutto delle Odds implicite che potrebbero arrivare nelle strade successive), che ci dirà in maniera abbastanza precisa fin dove vale la pena di perseguire in un progetto.

I progetti si possono comunque giocare in molte maniere diverse, a seconda degli stack, degli avversari o appunto delle probabilità. Possiamo quindi essere “passivi“, quando ci limiteremo a fare “Call” a puntate avversarie cercando di controllare il valore del piatto (utile magari quando abbiamo diversi giocatori in campo). Oppure giocarla in maniera aggressiva, andando a giocare proprio sulle nostre possibilità di riuscita.

La differenza è facile da intuire: nel primo caso vinceremo la mano SOLO se il nostro progetto si chiuderà davvero, nel secondo abbiamo anche la possibilità di far foldare il nostro o i nostri avversari.

Giocare solo per il Bluff

Quando invece non abbiamo ricevuto alcun aiuto dal Flop, la scelta è paradossalmente altrettanto semplice. Senza la mano migliore, nè una possibilità che lo diventi sulle altre strade, l’unico modo che abbiamo per vincere il colpo è un “Bluff”.

Intendiamoci, è parte integrante del gioco, ma come abbiamo detto da buoni principianti per un gioco “ABC” è da usare con il conta gocce. Valutiamo bene i nostri avversari, l’immagine che abbiamo noi (se siamo particolarmente chiusi, una nostra puntata ha certamente valore). E soprattutto se proprio vogliamo provare il bluff, cerchiamo di farlo quando sul flop e sulle altre stade sono scese mano che sono coerenti con le nostre puntate.

Non si abbia paura quindi in questa fase di lasciare la mano e non investire troppe chips. Analizziamo in quel caso semmai se abbiamo fatto tutte le mosse giuste nel Preflop, se erano corrette, andiamo alla prossima.

Il primo approccio con il Flop

Siamo ancora alla fase di “osservazione” naturalmente, non abbiamo ancora dato indicazioni precise sulle azioni da fare. Eppure in linea di massima qualcosa possiamo già dirla rispetto al nostro gioco base che ci siamo imposti per le prime uscite ai tavoli.

Stiamo giocando Tight/Aggressive (ovvero giochiamo pochi piatti, generalmente solo con mani reali e puntando anche in maniera decisa), per cui cerchiamo di non stravolgere il gioco e non fare troppi “tentativi” inutili sul Flop.

Cerchiamo di non essere solo “passivi” con dei buoni draw, soprattutto se (come dovremmo fare) giochiamo quasi sempre con il vantaggio della posizione (che non ci stancheremo mai di dirlo è FONDAMENTALE).

Evitiamo di giocare con mani marginali, in situazioni dove siamo molto insicuri (della nostra mano o di quella degli avversari). Cerchiamo comunque di utilizzare un principio molto semplice che alla lunga paga sempre: giochiamo per alzare il piatto quando abbiamo le mani migliori e cerchiamo di controllare il piatto quando abbiamo una mano debole.

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