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il 4 Mag 2020

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Cosa ci insegnano le prime trentamila mani della Galfond Challenge

Cosa ci insegnano le prime trentamila mani della Galfond Challenge

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La Galfond Challenge, la sfida cash game heads-up high-stakes lanciata da Phil Galfond alla comunità internazionale, vede il traguardo delle trentamila mani.

Dopo le 25 mila che hanno chiuso la sfida d’esordio contro ‘VeniVidi1993’, lo specialista statunitense è adesso impegnato contro Bill Perkins e ‘ActionFreak’.

Molte più mani restano ancora da giocare, ma il campione ci permette di trarre alcune conclusioni, utili in particolar modo per i principianti del gioco.

 

La resilienza è la virtù dei forti

Nella prima sfida contro ‘VeniVidi1993’ Phil Galfond ha affrontato un downswing pesantissimo (vedi punto seguente). A un certo punto, dichiararsi sconfitto e pagare la penale per proseguire con i successivi sfidanti era molto più di una ipotesi.

Ma dopo una pausa Phil ha dato prova di sapersi adattare alle condizioni senza perdere la lucidità necessaria ad esprimere il suo miglior gioco al tavolo verde, e lo sforzo ha ottenuto i suoi risultati.

 

Lo short-term è irrilevante

Nelle prime diecimila mani contro ‘VeniVidi1993’, Galfond ha perso novecentomila dollari. Nelle seguenti quindicimila mani ha recuperato il negativo riuscendo a chiudere con un leggero profitto. Lo stake della partita era di 100€/200€.

Il professionista statunitense è riuscito a non pensare al passivo accumulato continuando a cercare di esprimere il suo miglior gioco. Un professionista del suo livello sa che essere result-oriented, ovvero lasciarsi influenzare dall’esito di una mano o da un piccolo campione di mani, nel poker è solo un handicap.

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Non è importante vincere una mano, ma vincere una mano grande

Fino a questo momento, con la sfida contro ‘VeniVidi1993’ terminata e le due contro Perkins e ‘ActionFreak’ in corso, Phil Galfond ha guadagnato 508.000€ per un profitto medio a mano giocata di 17,72€.

Secondo il portale CardsChat, considerando che una mano dura almeno un minuto e che la sfida heads-up si gioca su due tavoli in contemporanea, il profitto di Galfond è di 35€ al minuto.

In 45 sessioni in totale giocate finora, Galfond ne ha vinte 23 e ne ha perse 22. A fronte del guadagno che sta mantenendo, questo può significare una sola cosa: che i big pots sono andati tutti dalla sua parte (o quasi, ovviamente).

 

I saliscendi del PLO sono particolarmente violenti

Da quanto detto finora si capisce anche che se siete in cerca di una specialità in cui cimentarvi e siete deboli di cuore, il Pot Limit Omaha heads-up non fa assolutamente per voi 🙂

 

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