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Dodici cose che forse non sai su Phil Ivey: fra curiosità e aneddoti
Phil Ivey è un giocatore sulla cresta dell’onda da quasi 20 anni. Per molto tempo è stato di gran lunga il più forte giocatore al mondo. Poi una serie di vicende extra giudiziarie al poker lo hanno allontanato dai tavoli verdi, ma la figura del grande campione resta scolpita nel cuore degli appassionati. 10 bracciali non si vincono per caso alle WSOP.
Insomma le sue qualità sono indiscutibili e lo ha dimostrato resistendo davanti ai ragazzi terribile dell’online che nell’ultimo decennio hanno provato più volte a rubarli la scena. Eppure ci sono cose che conosciamo poco di Phil Ivey, o addirittura aneddoti dei quali non sapevamo nemmeno l’esistenza.
Ecco allora, una lista di 12 cose che forse non sapete sul player americano e che proviamo a portare alla luce. Un viaggio davvero interessante.
1 – Il nonno decisivo per l’ingresso nel poker
Se Phil Ivey e il poker si sono conosciuti è merito del nonno. Ricordiamo che il grande campione americano è stato adottato poco dopo la sua nascita e mentre i genitori lavoravano durante il giorno, il piccolo Phil cresceva nella casa dei nonni. Con il nonno quindi le prime parte di poker a 5 carte e con pochissimi cents in palio. Impara le regole, le strategie base e affermerà anni dopo, che il nonno è stato il miglior insegnante possibile per il poker. Il suo level up arriverà nel corso del tempo, mentre frequente le scuole superiori.
2 – Un nome fake
Phil Ivey non perde occasione per giocare a poker ai tempi della scuola con amici e compagni. Ma fino a 21 anni non può entrare nei casinò e la prima volta che lo farà, ecco un nome fake. In quei tempi Phil lavora come addetto di una grossa multinazionale che si occupa di badge per i lavoratori dipendenti. Ne crea uno ad hoc per se stesso in modo da non rilasciare il vero nome e cognome. Così a 21 anni debutta ad Atlantic City con il fake name: Jerome Graham.
3 – Il nick online
Con l’esplosione del gioco online, Phil Ivey si lancia nella mischia con il nicke “No Home Jerome“. Gioca anche 15 ore al giorno in rete e raccoglie risultati pesanti. Ma da cosa deriva il nick scelto dal campione americano? Dopo anni e anni di dibattimento su questo argomento, ci ha pensato lo stesso Ivey a sgombrare il campo. Nel primo periodo della sua carriera, quando frequentava assiduamente Atlantic City, ci sono state sessioni molto lunghe e che hanno costretto Ivey a soluzioni di “fortuna” per dormire.
Non sempre erano disponibili le camere negli hotel e soprattutto nei primissimi anni non aveva abbastanza soldi per permettersi una stanza nei costosissimi hotel della città. Così a volte veniva ospitato da altri giocatori, oppure dormiva direttamente in macchina. Sfruttando il nome falso e la mancanza di una “casa” ad Atlantic City, ecco svelato il motivo del nick “No Home Jerome“.
4 – Un pessimo giocatore…
Non sempre sono state rose e fiori per Phil Ivey. Lo ammette lo stesso player americano e lo ribadiscono pure due pezzi da novanta, come Barry Greenstein e Daniel Negreanu. Il gioco di Phil nei primi anni era a dir poco pessimo. Strategia opinabile, troppe mani giocate e una serie di scelte poco ortodosse lo portano a perdere numerose partite di cash game high stakes. Ma se sbagliando si impara, possiamo affermare che il buon Phil ha capito la lezione.
5 – …diventa il più vincente nell’online High Stakes
Phil Ivey da brutto anatroccolo si trasforma in poco tempo, in uno dei più forti giocatori di sempre. Diventa il più vincente nella storia del cash game high stakes online, quando su un campione di 319 mila mani giocate, accumula un profitto di 19.300.000 di dollari. Una cifra spaventosa e che lo consacra nell’olimpo delle leggende.
6- La sfida con Andy Beal
Nel primo decennio degli anni 2000 aveva fatto scalpore la sfida tra il noto banchiere americano Andy Beal e alcuni componenti del Team Full Tilt. Il ricchissimo uomo di Dallas aveva steso tra gli altri Jennifer Harman, Doyle Brunson, assicurandosi oltre 13 milioni di dollari. Ma lo scontro con Phil Ivey a Las Vegas lascerà il segno. Il campione americano vendica gli allora compagni di team, scucendo al rivale oltre 16 milioni di dollari.
7- Uomo immagine della Chrysler
Uno spot mai arrivato in Italia, ma che per molto tempo è stato passato dalle TV americane. Phil Ivey, alla fine del primo decennio degli anni 2000, è stato selezionato assieme ad altri sportivi, come uomo immagine della “Chrysler 300“, un modello di auto che ebbe una notevole risonanza in quegli anni. Phil Ivey appare più volte nello spot pubblicitario: mentre sale sulla vettura, quando guida l’auto e infine al termine del viaggio, gustandosi un bel sigaro. E’ stato il primo professional poker player ad essere scelto per uno spot pubblicitario che non riguardasse il gioco.
8- L’uomo dei due mondi
Cosi lo ha definito una volta Doyle Brunson. Non il primo che passa insomma e nemmeno l’ultima ruota del carro. Secondo “Texas Dolly“, Phil Ivey è il giocatore che unisce i players della “Old School” del poker ai giocatori della “New School”. Una sorta di filo conduttore fra questi due mondi: sempre secondo Brunson, Ivey nasce con i giocatori della “Old School”, ma con grande abilità riesce ad adattarsi alle nuove generazioni. Un passaggio che non è riuscito a tutti i giocatori della vecchia scuola.
9 – Golf, che passione
Phil Ivey è un grande appassionato di Golf. Non tanto per la grande somiglianza con Tiger Woods. Phil fin da bambino è stato attratto dal green e ben presto ha imparato a giocare. Il Golf riveste una grande importanza nella sua vita, visto che con altri professional poker players nel corso degli anni ha imbastito importanti match testa a testa, con in ballo pesanti side bet. E anche sul campo verde, ha mostrato qualità innate.
10 – La Ivey’s Room non esiste più
Per capire la grandezza del giocatore, basta vedere la decisione del Casinò Aria nel 2010. A Las Vegas, la nota sala da gioco ha intitolato una delle sue sale da poker a Phil Ivey. La famosa Ivey’s Room è rimasta tale fino al 2019. Dopo lo scandalo del Borgata Casinò, dove appunto è coinvolto come imputato Phil Ivey, il casinò Aria ha deciso di cambiare nome alla sua room, in “Table One“.
11 – C’eravamo tanto amati
Negli anni della scuola superiore, Phil Ivey conosce e si innamora di Luciaetta. I due allacciano subito una relazione che li porta nel 2002 a sposarsi. Ma la vita non proprio “normale” del grande campione, allontana sempre di più i due e nel 2009 arriva la separazione. Un divorzio che costa a Phil Ivey la bellezza di 2.2 milioni di dollari. Molte le storie d’amore attribuite ad Ivey dopo il divorzio, ma nessuna di esse si è poi concretizzata in qualcosa di importante.
12 – La passione per il Blackjack
Se Phil Ivey e il Baccarat hanno un rapporto di amore ed odio, alimentato dallo scandalo del Borgata, il 10 volte campione alle WSOP è anche un ottimo giocatore di Blackjack. Nel corso degli anni sono state numerose le sessioni a cui ha preso parte, con poste importanti in palio. Non è mai stato chiarito quanto possa aver vinto al Blackjack Phil Ivey, ma fonti a lui vicine parlando di cifre che vanno dai 20 a 30 milioni di dollari di attivo.