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Quando il Main Event dura una sola mano: Farha vs Hudson, WSOP 2005
Molti ritengono che la prima mano assoluta di un torneo sia sintomatica di come andrà il resto della partita: se la si vince, si prospetta un torneo in discesa; se si perde, probabilmente, si è attesi da un torneo complicato.
Il problema è… quando alla prima mano finisce il torneo.
Sam Farha, solito volpone
Siamo nell’estate del 2005, e sta iniziando il DAY1A del WSOP Main Event. Neanche il tempo di sedersi che il dealer consegna la prima mano al tavolo televisivo: vi sono seduti Sam Farha, noto giocatore High Stakes di Las Vegas e Oliver Hudson, attore hollywoodiano (fratello di Kate e protagonista di Dawson’s Creek, Nashville e numerosi altri film). Dovrebbe esserci anche Daniel Negreanu, che però è in ritardo di qualche minuto e si perde la prima mano.
Lo stack iniziale è per tutti di 10.000 chips, proprio come i 10.000 dollari pagati per l’iscrizione.
I bui sono 50-100, e a Sam Farha viene consegnata una buona mano: A 10 e apre a 200. Sul big blind, Hudson spilla 10 10 e controrilancia a 450. Farha chiama.
Flop: A A 10
Incredibile. Prima mano e doppio full al flop.
Hudson fa check, così come Farha.
Turn: Q
Hudson punta 300, Farha rilancia a 1300. Hudson senza pensarci troppo va all-in, Farha chiama e Hudson è drawing dead!
Il river J risulta ininfluente, Hudson può tornare a Los Angeles dopo solo una mano.
Il cooler è biblico e la sfortuna di Hudson è oggettivamente elevata (o la fortuna di Farha, se vogliamo), ma la domanda è: nei panni di Hudson ci saremmo salvati? Avremo puntato tutto lo stack o ci saremmo limitati?
Qui il video dell’incredibile mano: