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Perché Ron McMillen non giocherà più online dopo il braccialetto al suo primo torneo da pc
Prendi il braccialetto online e scappa.
Parafrasando il film di Woody Allen, è quanto sembra avere intenzione di fare il 70enne Ron McMillen, che a luglio ha vinto il titolo WSOP al primo torneo online mai giocato nella sua vita.
In una lunga intervista al portale americano CardPlayer il neo-campione dell’Iowa ha raccontato come è nata la singolare vittoria, annunciando che appenderà il mouse al chiodo non appena si potranno tornare a giocare i tornei live.
La decisione di andare a Las Vegas a giocare online
Dopo aver spiegato di essere un giocatore di lungo corso prettamente live, McMillen dice di essere stato invitato ad andare a Las Vegas per cercare di vincere un braccialetto online dagli amici del suo home game vicino Des Moines:
“Conosco Las Vegas molto bene, mi piace volarci e andare a mangiare in tutti i posti deliziosi che conosco. Amo la città e tutto il suo ambiente e dopo la quarantena mi stava mancando. Tutto a un tratto uno di questi amici mi ha detto ‘vieni e gioca un paio di tornei online’, aggiungendo che avrebbero provveduto loro a impostare il mio computer e a farmi vedere cosa dovevo fare. Più o meno è quello che è successo”
I problemi iniziali
Dopo aver comprato un MacBook Air seguendo sempre i consigli dei suoi amici, per MacMillen c’è stato un problema alla registrazione sul portale online delle World Series:
“Mi sono registrato con il nome Ron ma il mio vero nome sulla patente è Ronald, quindi la prima notte a Las Vegas non ho potuto giocare. Poi hanno voluto la mia social security card, che non ho idea di dove sia, probabilmente non ne ho avuta una per 50 anni. Ho dovuto fornire delle ricevute della mia banca per provare chi fossi. C’è voluto del tempo, per un soffio sono riuscito a iscrivermi in tardiva al torneo che poi ho vinto”.
A quel punto per il signor Ron è arrivato il momento del poker giocato, per la prima volta nella sua vita davanti a uno schermo, col mouse in mano:
“Il mio amico mi ha fatto vedere le azioni base e poi ha detto ‘capirai come fare mentre giochi’. In realtà non è questo quello che è successo, in particolare ho avuto problemi con gli importi delle puntate. Forse è questa la ragione per cui ho runnato così bene. Più di una volta ho overbettato perchè non ero capace a impostare la dimensione corretta della bet. Mi serviva tempo ma prima di finire sit-out pigiavo uno dei bottoni e a un tratto mi ritrovavo a pensare tipo “Oh, beh è un po’ di più di quanto avessi intenzione di puntare”. E’ possibile che con queste overbet abbia spaventato gli avversari costringendoli ad abbandonare mani con cui non avrebbero dovuto avere paura”
Le emozioni del torneo
Nel raccontare il torneo vinto McMillen dice di essersi divertito a giocare online.
“Si può capire molto lo stile degli avversari da quello che stanno facendo. Al torneo che ho vinto c’era un tipo che coprivo bene con lo stack. Penso di averlo eliminato in sesta posizione o qualcosa di simile, aveva ancora tante chips. Avevo visto questo tipo giocare con A-8 come se fosse nuts. Avevo coppia di Due e avevo circa il triplo del suo stack, quindi sapevo che se avessi perso mi avrebbe danneggiato ma non fino al punto di azzopparmi. Ho dato per buono che stesse giocando un Asso, quindi che praticamente ero in coinflip. Lo avevo letto bene. Aveva A-T e la mia coppietta ha retto. Questa mano mi ha fatto fare un bel balzo in avanti, ma c’erano altri due giocatori con cui ero al tavolo da un paio d’ore e non potevo credere quanto stessero giocando tight. A quel punto ho capito che potevo rubargli i bui in steal. Quando ci sarà di nuovo la possibilità di giocare tornei del vivo non prenderò più in considerazione il poker online. Mi piacciono gli esseri umani e adoro l’interazione sociale. Online non è la stessa cosa”
Il settantenne entra nel dettaglio su come sono andate le cose con gli amici dell’home-game mentre stava vincendo il torneo, col figlio di un giocatore del gruppo che faceva la spola per gli aggiornamenti del caso.
Dal punto di vista dell’adrenalina, invece, per MacMillen le cose non sono andate in modo così diverso rispetto ai tornei live:
“Il rush di adrenalina era lì, voglio dire, è il sogno di ogni giocatore di poker quello di vincere un braccialetto. All’inizio vuoi solo imbustare le chips, poi vuoi arrivare a premio, poi vuoi runnare deep, poi vuoi arrivare al Tavolo Finale, poi vuoi vincere il torneo. Quando siamo arrivati agli ultimi tre tavoli ho iniziato ad avere questo rush. Avevo giocato bene, avevo runnato molto bene. Avevo giocato il miglior poker di tutta la mia vita e avevo abbastanza chips. Ho trovato una grande mano quando eravamo rimasti quattro o cinque. In quel momento la vittoria è diventata una possibilità davvero reale.”
Perché McMillen non giocherà più online?
Nel corso dell’intervista Ron McMillen spiega bene e a più riprese la sua decisione. Che si può riassumere nella predilezione per l’aspetto sociale del gioco, ma anche nella paura che l’online gli possa prendere un po’ troppo la mano e sfilargli via le cose di tutti i giorni che tanto ama fare:
“Posso essere davvero dipendente dalle cose. Mi piace uscire di casa, pescare e andare a caccia. Ho un terreno di 460 acri (180 ettari, ndr) con un lago di mezzo acro. Ho una moglie, ho cresciuto dei bambini e voglio solo spendere del tempo nelle mie cose. Sono ancora coinvolto. Se iniziassi a giocare a poker online ho paura che tutto questo verrebbe a essere un po’ meno nuts. Dall’altro lato, a dire la verità, sono patetico coi computer. E’ successo che nella piccola compagnia di mia proprietà intervenisse il tecnico e poi il problema era che non avevo pigiato il pulsante di accensione del pc”