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Il segreto della forza mentale di Erik Seidel
Tra i giocatori della vecchia guardia è quello che meglio ha retto l’onda d’urto delle nuove generazioni terribili cresciute a pane e GTO.
Non a caso è l’unico a dire sempre la sua nei circuiti High Roller Live. Entrato a gennaio nel ristretto club dei giocatori di poker andati a premio in cinque decadi diverse, Erik Seidel ha parlato in una video-intervista dei segreti del suo successo.
Per il giocatore di New York è tutta questione di forza mentale e di prospettiva.
La giusta prospettiva
Per iniziare, quando l’intervistatore gli chiede cosa possano imparare le persone dal suo lifestyle per avere successo in ogni area della propria vita, Erik parla subito di giusta prospettiva:
“Forse ho una miglior prospettiva sulla natura casuale del gioco. Questo approccio mi usura meno da un punto di vista mentale rispetto alle altre persone perchè nei miei giudizi non mi faccio influenzare molto dalle cose che mi succedono”.
Per Erik, quindi, il primo passo per acquisire forza mentale è prestare attenzione alle cose che la meritano:
“Non ho mai conversazioni con gli altri in cui dico ‘oh guarda quanto sono sfortunato’. Ho una prospettiva diversa sul ruolo della casualità nel mondo e non mi lascio coinvolgere dai risultati a breve termine di quello che mi succede. Credo che questo mi aiuti.”
Come sviluppare la giusta prospettiva
Secondo Erik, chiunque può essere in grado di vedere le cose per come meritano di essere inquadrate:
“Di sicuro il poker mi ha aiutato a sviluppare questa prospettiva. Non è un qualcosa che è venuto naturalmente. Credo che la meditazione potrebbe essere di aiuto in tal senso. Io non pratico molto la meditazione, giusto un po’, ma so di altre persone che la praticano con grandi benefici”
Per Seidel anche le giuste letture possono essere utili alla bisogna:
“Leggere mi arricchisce. Negli ultimi tempi ho divorato un libro di Bruce Hood, “The Self Illusion’, che mi ha aiutato a fare del lavoro personale”
Al bando l’ego
A specifica domanda dell’intervistatore, Seidel aggiunge anche che l’esperienza e la saggezza portate dalla vita vissuta lo hanno aiutato a sviluppare la giusta prospettiva e a capire quanto possa essere deleterio un ego ingombrante.
“Diventando più vecchio, con l’esperienza derivata dal vedere le cose del mondo, per me oggi è difficile immaginare di avere il fardello di un ego ingombrante. Un ego ingombrante secondo me può essere davvero un handicap e può causare molto stress.”
E se lo dice lui…