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il 4 Dic 2020

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Per Doyle Brunson la sfida Polk vs Negreanu è la fine del Texas Holdem

Per Doyle Brunson la sfida Polk vs Negreanu è la fine del Texas Holdem

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Via Twitter Doyle Brunson è intervenuto sulla sfida in corso tra Doug Polk e Daniel Negreanu, e lo ha fatto con la grazia di un elefante in una cristalleria.

Il ‘cinguettio’ lasciato da Texas Dolly sul suo profilo della rete sociale ha infatti sollevato la polemica.

Le parole del decano dei pokeristi sono pesanti come macigni e lasciano davvero poco spazio a interpretazioni di sorta:

texas dolly nlhe mortor

“Penso che la sfida tra Polk e Daniel sia la fine del No Limit. Non avevo idea che questo nuovo modo di giocare fosse così radicato. Ogni giocatore sarebbe nuts a giocare a meno che non sappia le giuste informazioni. Non avevo mai pensato che un giorno avrei detto questa cosa”.

 

A cosa si riferisce il Tweet di Brunson

Il dieci volte braccialettato parla di ‘fine del texas holdem’ ovviamente prendendo la sua esperienza come parametro personale: sarebbe dunque da leggere come “la fine del texas holdem giocato da Doyle Brunson”.

‘Texas Dolly’ infatti si riferisce ai programmi di supporto che secondo il suo punto di vista automatizzano il gioco facendo venire meno il fattore umano della presa di decisioni.

A quanto pare, prima della sfida tra Doug Polk e Daniel Negreanu, Brunson neanche sapeva della loro esistenza, e proprio in questi giorni si è fatto spiegare a cosa servano:

doyle brunson tweet solvers

“Qualcuno potrebbe spiegarmi esattamente cosa sono questi ‘solver’? Ho smesso di giocare NLH anni fa in favore dei mixed games. Pensavo e lo penso ancora che i mixed games richiedano più abilità quindi non capisco tutto questo hype su cosa studiare”

 

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Le reazioni dei pro di oggi

Il tweet di Brunson sulla ‘fine del NLHE’ non poteva che scatenare il dibattito. Tra i primi a rispondere c’è stato Doug Polk:

“Questo succederà poco a poco per tutti i formati di gioco. Non è che non sia possibile per i mixed games. Il poker non è un gioco in cui gli umani possono vincere contro i computer”.

Secondo Galfond, i software di supporto che vengono usati oggi non sono altro che una versione attualizzata tecnologicamente delle analisi delle mani che Brunson faceva con gli amici quando muoveva i suoi primi passi nel poker:

“I primi giorni in cui giocavi a poker parlavi delle mani con gli altri per imparare insieme a loro. Nei miei primi giorni abbiamo PokerTracker. Ora i solver sono il passo seguente. Con l’accesso alle tavole di informazioni, alcuni giocatori sono motlo più forti di altri, come sempre è stato. Devi continuare a giocare a poker!”

Per Daniel Negreanu invece la differenza più grande tra il poker di oggi e quello di un tempo sta nella importanza dello studio:

“Credo che la maggiore differenza oggi come oggi sia l’insieme di abilità richieste. Il talento naturale non è così utile, in comparazione con le buone abitudini di studio.”

Fedor Holz invece fa un parallelo con gli scacchi:

“E’ sempre stato così. Il contesto sta cambiando, gli strumenti per l’apprendimento stanno cambiando, le abilità necessarie stanno cambiando. Se guardi agli scacchi il paragone è perfetto: c’è un elemento gigantesco di abilità per dominare un gioco complicato che comprende anche i solver”

 

 

Foto sotto al titolo: Jayne Furman / PokerNews

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