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I più grandi gambler della storia, Haralabos Voulgaris: dal poker al betting fino all’NBA
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Qualche anno fa, nelle televisioni americane, proliferavano i programmi di carattere pokeristico. Una in particolare era High Stakes Poker, nel quale sedevano allo stesso tavolo i più affermati giocatori al mondo, unitamente a qualche ricco businesmann. In una edizione (quella del 2008) tra i giocatori vi era anche un certo Haralabos Voulgaris: molti, in quel momento, faticavano a riconoscerlo come un top player o un businessman.
In realtà, Voulgaris era (ed è) ambo le cose. Andiamo a conoscere la sua incredibile storia.
Una gita benedetta a Las Vegas
Haralabos Voulgaris nasce il 7 aprile 1975 a Winnipeg, in Canada. Il padre è di origini greche, spostatosi in Canada prevalentemente per lavoro. Padre che però aveva una grandissima passione: quella del gioco d’azzardo, in cui canalizzava tempo e risorse, senza comunque far mancare nulla alla famiglia.
Dopo una gioventù tutto sommato spensierata, una volta ottenuto il diploma del liceo Haralabos riceve un viaggio premio (in compagnia del padre) in quel di Las Vegas, dove i due restano per oltre due mesi.
Mentre il padre passa tutto il suo tempo al tavolo del blackjack, Haralabos (detto “Bob”) trascorre ore e ore affascinato nei corner delle scommesse sportive, analizzando e osservando con attenzione i flussi sulle scommesse NBA.
Bob passa tutto il tempo con un taccuino alla mano, segnandosi quote, variazioni, capitali di denaro, incidenza del gioco live, andamento dei mercati: quei numeri, giorno dopo giorno, ai suoi occhi hanno sempre maggior significato.
Una volta tornato a casa col padre, Bob continua a perseguire a tempo pieno quella che è diventata la sua nuova passione. Dopo un breve periodo, analizzando i dati raccolti e confrontandoli con quelli della rete, scopre che i bookmaker offrono quote troppo alte per l’over nel terzo e quarto quarto (gli appassionati di basket, del resto, sapranno che tradizionalmente vengono segnati più punti nella seconda metà delle partite NBA, ma le quote in passato davano le stesse identiche probabilità per l’over tra il primo ed il secondo tempo).
Voulgaris capisce che questo è un difetto da sfruttare, ed inizia a scommettere progressivamente tutti i suoi risparmi. I risultati sono strepitosi: vince qualcosa come il 70% delle sue puntate, riuscendo a breve a costruirsi un portafoglio da capogiro, anche per la vasta offerta di partite NBA. Alla fine degli anni ’90, Bob si costruisce un giro di scommesse milionario.
Voulgaris e il poker
Che fare quando sei milionario prima dei trent’anni e frequenti regolarmente Las Vegas? La risposta è una sola: poker.
Costruitosi un bankroll invidiabile, Haralabos inizia a giocare sporadicamente eventi pokeristici con buy-in elevati all’inizio degli anni 2000. Il fatto di non avere particolari problemi di portafoglio, unitamente alla costante voglia di imparare dai più bravi, riescono a mettere le basi per un percorso di apprendimento pokeristico molto efficace, tanto che i risultati non tardano ad arrivare anche nelle due carte.
Infatti, nel dicembre 2003 arriva il suo primo risultato, con un piazzamento ITM all’evento NLHE da $ 2,500 al Bellagio Five-Diamond World Poker Classic, ma è del 2005 il primo grande tavolo finale, col secondo posto al $ 10K Main Event al LA Poker Classic per ben $ 904,122, arrendendosi in heads-up solo al 4 volte braccialettato WSOP Michael Mizrachi.
Da quel momento, però, per anni Haralabos diventa presenza fissa nei tornei internazionali, cogliendo numerosi piazzamenti e (come abbiamo detto) si guadagna pure un posto al tavolo dei migliori in TV.
Alla fine, Voulgaris incassa qualcosa come oltre 3 milioni in tornei live, grazie a (soli) 19 ITM nell’arco di 14 anni.
Il ritorno alle scommesse
Dopo la “trasferta” pokeristica, Haralabos decide di tornare alle scommesse (mondo che per la verità non ha mai abbandonato del tutto) e poco prima del 2010, con l’aiuto di un matematico ad oggi non noto, elabora il cosiddetto “modello Ewing”, un database statistico utilissimo nella compilazione dei pronostici, che da lì in avanti lo avrebbe ulteriormente aiutato a sbancare i bookmakers, grazie anche allo sviluppo di un algoritmo che individuava con precisione le value bets, le scommesse di valore (le quote sbagliate dagli allibratori).
Dalle scommesse sul basket.. al basket
Nel 2018, dopo anni in cui imperversa tra i bookmakers di mezzo mondo, vincendo milioni tramite l’utilizzo di modelli previsionali e campioni statistici, arriva forse il più grande riconoscimento per il suo lavoro nelle analisi numeriche delle partite di basket: è di quell’anno, infatti, l’assunzione presso la compagine NBA dei Dallas Mavericks, che lo prendono in qualità di Direttore della ricerca e sviluppo quantitativo, convinti che il suo occhio e le sue abilità non potranno che aiutare lo sviluppo della prestigiosa compagine.
Quella scommessa con Dwan
Oggi, Voulgaris è uno degli scommettitori più abili al mondo, ricchissimo e con un lavoro incredibilmente divertente e soddisfacente nell’NBA. Tuttavia, i collegamenti col poker non sono mai terminati.
In particolare, nell’ottobre 2015, Voulgaris è apparso nel popolare podcast di poker di Joe Ingram “Poker Life”, e dalla sua intervista è nata una polemica gigantesca.
In quella intervista, Bob menziona un “ex supereroe” professionista di poker, non dicendone il nome, spiegando che gli doveva una somma a 7 cifre dopo aver accettato di piazzare scommesse per conto suo presso un bookmaker terzo. Senza tanti giri di parole, Bob lo accusa di avergli dato i soldi per scommettere, e che questo, invece di giocarli, se li sia intascati.
Dopo questa rivelazione, alcuni nella comunità del poker online – in particolare Doug Polk – hanno iniziato a ipotizzare chi potesse essere il debitore senza nome. Sulla base dell’intervista e del contesto, Polk conclude che, secondo lui, l’indiziato è molto probabilmente la leggenda del poker online Tom Dwan.
Tuttavia, l’indiscrezione non è mai stata confermata.
Dwan o meno, comunque, Haralabos Voulgaris continua ad avere un tenore di vita elevatissimo, grazie alla sua capacità di analisi sui mercati NBA: di sicuro, la sua è una carriera incredibilmente invidiabile.