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Aussie Millions 2014, Haxton vs Ivey: sfida tra titani in bolla
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Che Phil Ivey sia il più forte giocatore di poker di sempre, siamo tutti d’accordo. Letture straordinarie, capacità matematiche sopra il normale, esperienza da vendere e scelte sempre corrette lo pongono una spanna sopra il resto degli altri pokeristi.
La domanda di oggi è: si può mettere pressione in bolla al “re” Ivey? Ne soffrirebbe o ne è immune?
Una mezza risposta ci arriva dall’Australia, in questa mano disputata a margine dell’Aussie Millions.
Ivey, che scelta
E’ il 2014, siamo in Australia, e a margine del famosissimo torneo dell’Aussie Millions vi è una competizione chiamata “LK Boutique”, un torneo High Roller da ben 250.000$ di buy-in. Un torneo del genere non può che avere un numero ristretto di partecipanti (in questo caso, infatti, sono solo 30) e tutti di grandissimo calibro.
In questa mano, però, siamo in 7 players rimasti, in bolla piena: saranno infatti solo 6 a portarsi a casa un premio. E’ una bolla molto grossa: il settimo prenderà zero, il sesto 500.000$, destinati poi a crescere sino ai 4 milioni riservati al vincitore.
I bui sono 20.000-40.000, e da middle apre Isaac Haxton (con uno stack di 3,5 milioni) a 95.000 con A 10. Seidel, Negreanu, Dwan foldano, parola ad Ivey sul grande buio che chiama con A 2 (suo stack 2 milioni).
Flop:
4 9 2
Ivey check, Haxton bet 160.000 . Ivey chiama.
Turn:
5
Ivey check, Haxton bet 500.000 . Ivey si prende un sacco di tempo, poi folda.
E’ raro, molto raro veder foldare la mano migliore a Phil Ivey, rinomatamente uno dei più bravi nell’interpretare le situazioni. Non solo: di certo non ha alcun tipo di problemi di bankroll.
Tuttavia, abbiamo l’impressione che questa mano sia stata giocata da entrambi in modo differente per via delle implicazioni emotive della bolla.
Anzitutto, da notare la scelta di Haxton al turn di continuare a puntare (molto pesantemente, peraltro) dopo aver trovato resistenza (e che resistenza!) sia preflop che al flop. In molti altri casi, ci saremmo aspettati un check alla quarta carta.
In ogni caso, fa foldare la mano migliore al giocatore più forte. Per cui la domanda è: è possibile che questo sia stato un errore da parte di Phil Ivey? Uno dei pochi della sua carriera?
O è una scelta conservativa finalizzata alla gestione della parte finale del torneo?