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L’esordio di Doug Polk a High Stakes Poker è stato a dir poco spettacolare
Fresco della vittoria nella sfida contro Daniel Negreanu, in rampa di lancio per il commento dell’attesissimo challenge tra Fedor Holz e Wiktor ‘limitless’ Malinowski, ieri sera Doug Polk ha fatto il suo esordio nella nuova stagione di High Stakes Poker.
Lo specialista statunitense di heads-up ha incrociato le carte con giocatori del calibro di Phil Ivey, Tom Dwan e Phil Hellmuth.
La sua prima volta nella trasmissione che da piccolo guardava in tv stava scorrendo sui binari dell’anonimato quando un colpo di coda finale l’ha trasformata in spettacolare, a dir poco: vediamo subito.
L’emozione dell’esordio
Nella intervista di rito pre-match, Doug Polk non è riuscito a nascondere la sua emozione:
“Sono davvero eccitato, questo è uno spettacolo iconico, sono cresciuto guardandolo. Quando ero un ragazzo seguivo High Stakes Poker e pensavo a quanto era bello veder giocare questi player, non ho mai avuto l’idea o il pensiero che un giorno anche io avrei giocato a quel tavolo. Sembrava troppo irreale perché accadesse. Quindi passare da quel punto a oggi in cui sono pronto a sedermi a questa partita è davvero cool”
Doug Polk vede la sua partecipazione ad High Stakes Poker come un riconoscimento alla sua carriera pokeristica:
“E’ un po’ diverso giocare online, alle WSOP, in torneo super high roller o qui. Nei primi eventi può giocare chiunque, quindi credo che HSP sia un po’ più esclusivo, è un po’ di più rispetto a una situazione in cui chiunque voglia può giocare, c’è uno spirito competitivo, la dimensione del field, gli avversari e cose del genere. Devi essere qualcuno se vuoi sedere a questo tavolo. Non è come arrivare all’Aria coi soldi e mettersi a giocare. Questa è una partita esclusiva quindi credo che essere qui sia un riconoscimento a quello che ho fatto e sono stato per il poker, ed è una cosa cool.”
Lo specialista comunque non avverte assolutamente la pressione del sentire di avere qualcosa da dimostrare:
“Non sento di aver qualcosa da provare. Ho fatto già abbastanza nella mia carriera pokeristica. Sono qui per dare il meglio di me stesso e provare a vincere soldi. Negli ultimi mesi mi sono allenato tanto, ho studiato per gli heads-up e non per i ring game, ovviamente, ma penso che molti concetti possano funzionare anche qui. Sto bene, mi sento brillante, non ho nulla da provare agli avversari, sono pronto a giocare”
La partita
All’inizio della partita Polk siede al posto 4 con uno stack di 200.000$, alla sinistra di Tom Dwan e alla destra di Phil Ivey.
Per buona parte della puntata Polk pazienta. A prendersi la scena è soprattutto Phil Hellmuth, che entra in tante mani con openlimp e intavola il suo solito stile un po’ particolare, in cui trova anche il tempo di mettere sotto postflop una coppia di re solo per scoprire di essere stato vittima di un super bluff di James Bord con 72.
A dare spettacolo è anche Tom Dwan che con un combo draw si muove in bet-bet-push ma viene chiamato da Brandon Steven con top pair top kicker.
Ma è proprio quando la puntata sembra avviarsi alla fine senza particolari colpi di scena da parte di Doug, che Polk piazza la giocata che lascia tutti a bocca aperta.
Il fold più bello di tutto High Stakes Poker?
Proprio alla ultima mano di giornata, infatti, Doug Polk trova la forza di piazzare un fold ai limiti dell’incredibile, probabilmente aiutato dalla azione davvero ‘face-uppante’ di Phil Hellmuth.
Sulla apertura di quest’ultimo a 1.100$ da hijack e il call da bottone di James Bord con coppia di due, Polk difende il grande buio con T7.
Flop J98! Dopo i check di Polk e Hellmut, Bord punta 2.000$, Polk raise 7.000$, Hellmuth va all-in per 97.200$, Bord instafolda, Polk tanka ma alla fine straccia la sua scala!
Irreale vero? Considerate che Hellmuth aveva QT! Grazie a questo super fold Doug Polk si alza dal tavolo con 193.000$: in pratica il suo starting stack è stato intaccato solamente dal raise al flop in questo spot!