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MJ Gonzales: le skill sociali sono il segreto per guadagnare ai tavoli live
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Quando abbiamo presentato Matthew “MJ” Gonzales al pubblico, lo abbiamo descritto come il (possibile) miglior giocatore di cui non avete mai sentito parlare.
Presentazione particolare, forse un po’ presuntuosa, ma deriva semplicemente dal fatto che da giocatore live prevalentemente di partite private, il suo nome ha fatto fatica a trovare la luce dei riflettori.
Ciò nonostante, MJ è più che conosciuto nell’elite del poker. Alcuni dei migliori giocatori al mondo hanno rifiutato di giocare contro Gonzales, e molti altri hanno approfittato delle sue conoscenze per assumerlo come coach.
Eppure solitamente i giocatori live non vengono tenuti in considerazione quanto la controparte online, ritenuta mediamente più preparata. E MJ non smentisce questo discorso:
“Penso che la reputazione che abbiamo noi giocatori live è di essere scarsi. E penso che sfortunatamente ci sia molto di vero. I giocatori live non riescono ad avere un campione di mani abbastanza grande, non vivono abbastanza spot.
C’è una certa verità nell’idea che non studiamo a sufficienza in confronto ai ragazzi dell’online. Il modo in cui si studia il poker oggi è diverso da qualunque cosa che abbiamo mai visto: se non hai una piena comprensione dei dati di ‘Counterfactual Regret Minimization’, sei drawing dead. Non hai una chance.”
Essere i migliori o essere i più vincenti?
Oltre allo studio e alla preparazione, una delle principali qualità che deve avere un poker player è la table selection: trovare il miglior rapporto tra quantità di soldi in gioco e facilità di vincerli.
Ed ecco che nello skill set di Gonzales, un ruolo rilevante ce l’hanno le capacità sociali. Grande errore per ogni pokerista che non le coltiva.
“Non hai bisogno di skill sociali per essere pubblicamente considerato uno dei migliori, ma ne hai bisogno per fare più soldi possibile. Guarda Ike Haxton. Nessuno pensa che sia il più simpatico al mondo, ma viene riconosciuto come uno dei migliori.
Lui non riesce a entrare nelle partite che gioco io. Gli altri direbbero ‘Perché c***o dovremmo mai giocare con lui?’ Non è amico della gente giusta, e questa è la strada che ha scelto.
Buon per te amico, sei uno dei migliori al mondo e continuerai ad esserlo. Ma non ti troverai nelle migliori partite.
Tutto si riduce al solito discorso, preferisci la fama o i soldi? Perché stai facendo questo? Io ho deciso che il mio obiettivo era fare più soldi possibile, non voglio essere povero. Non voglio che mia figlia passi ciò che ho passato io quando ero più giovane.”
Le abilità sociali e la loro importanza
Si può parlare semplicemente di approccio diverso al gioco in una prospettiva di lavoro. C’è chi sceglie di affrontare i migliori e chi di prendere i soldi più facili.
Eppure nella maggior parte dei casi la scelta sembra forzata, poiché nessun grinder prende veramente in considerazione di partecipare alle partite alla Molly’s Game.
Anche questo skill-set va coltivato e migliorato secondo Gonzales. Un po’ come i migliori a Macao, quasi costretti a rimanere lì per mesi per non perdere il loro posto.
“Devi dire alla gente nella scena privata che sei un professionista, ma devi dare action. Devi fare straddle, giocare i flip, essere capace di fare degli sconti.
Ci sono una serie di protocolli sociali che i player non sembrano avere in questi tempi, ed è per questo che il poker si sta spostando nelle partite private.
Nessuno vuole sedersi vicino al grinder che rimprovera il fish. Nessuno vuole stare con il tipo con le cuffie e l’iPad che si guarda un film. Nessuno vuole stare seduto ad aspettare 30 secondi il tipo che tanka e checka. È roba vecchia, finita. Le balene e gli amatori ne hanno avuto abbastanza.”
Come trattare gli avversari al tavolo
Ci sono tipi di balene che vogliono battagliare preflop e prendere tutti i soldi prima possibile, altri che amano vedersi il flop e vanno a pesca. E poi ci sono quelli che amano seguire fino al river. Devi navigare tutte queste acque e capire contro chi ti stai scontrando.
Quale genere di battute li fa ridere e quale no? E poi apprezzano le battute? O preferiscono rimanere lì a gamblare? Vogliono vedere più flop? Si lamentano se foldano preflop? Esitano a fare straddle? È un parco enorme di personalità differenti, e devi essere bravo a osservare.”
Quando Gonzales è in una partita con dei vip ad esempio, deve farsi rispettare da questi come un loro pari. È un altro modo di farsi uno stipendio giocando alle partite high stakes private.
“Un mio amico, a sua volta professionista, una volta ha giocato con un famoso comico. Gli ha detto ‘Se vinco questo piatto devi farti una foto con me‘. Lui ha risposto di sì e ha perso la mano. Si sono fatti una foto con la Polaroid.
Il mio amico ha guardato la foto, guardato il comico e ha detto ‘Sei venuto davvero di merda. Non la mostrerei a nessuno’ e ha dato fuoco alla foto. Una mossa geniale, lo ha stuzzicato e poi gli ha dimostrato che se ne frega del fatto che sia una celebrità. Ora sono allo stesso livello.”
Per chiudere l’intervista, MJ Gonzales spiega a CardsChat che non ha intenzione di restare un poker player a vita, e non amando particolarmente i grandi palchi, il suo obiettivo finale prima di ritirarsi è partecipare alle partite private più alte del mondo.
“A Macao o in Malesia giocano a $10,000/$25.000, fino a $25.000/$50.000. Non so di preciso quanto siano frequenti, ma so che si swingano 75-100 milioni di dollari a sessione.”