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Una mano per capire il livello stellare di Jason Koon
In un gioco come il poker, in cui l’abilità prevale sul lungo periodo, la singola mano o il singolo torneo non possono essere un campione sufficiente a rendere conto dell’effettivo grado di preparazione di un giocatore.
Quando il giocatore in questione, però, vive di poker ai massimi livelli da anni, una singola giocata può essere presa a paradigma del suo livello.
E’ esattamente quanto accade in questa mano che andiamo a raccontare che vede protagonista Jason Koon.
E’ il 2018, all’evento numero 6 dello US Poker Open organizzato dal canale streaming PokerGo, un High Roller da 26.000$ di iscrizione, dei 49 players ai nastri di partenza sono rimasti in due.
Dopo l’eliminazione di Stephen Chidwick in terza posizione, Jason Koon sta affrontando il francese Benjamin Pollak per il titolo e per uno scalino di premio di 150 mila dollari.
La mano
Su blinds 25.000-50.000 con bb ante, Pollak (stack 4.410.000) apre in miniraise da bottone QQ, Koon (stack 1.760.000) chiama da big blind con A2.
Flop 69A Koon check, Pollak bet 115.000, call.
Turn A, check to check.
River Q Koon leada 500.000 su pot di 480.000. Pollak tanka e usa una time extension prima di rilanciare a 1,5 milioni, mettendo di fatto all-in l’avversario.
Koon decide di foldare in neanche trenta secondi.
La coda della mano
Al tentativo di conversazione del francese, il professionista statunitense non nasconde il suo disappunto:
“Non so amico non voglio avere il mio cuore in frantumi adesso – dice Koon all’avversario.
“Avevi un asso? Buon fold, anzi grande fold – gli risponde il francese.
“Avevo il peggior trips – chiude il discorso Koon, che continua a scuotere la testa in un cenno di diniego.
Ma il suo fold non è passato inosservato ai commentatori, che si sperticano in lodi nei suoi confronti.
Il video