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Flavio Ferrari Zumbini: ho fatto double up con la ristampa del mio libro, i motivi
Se sono anni che state cercando senza successo ‘Il Nuovo Poker‘, il libro di Flavio Ferrari Zumbini, oggi abbiamo una buona notizia per voi.
L’ex poker pro italiano, che da circa sei anni ha gradualmente abbandonato il poker per dedicarsi a viaggiare in tutto il mondo, nel lontano 2013 aveva scritto il suo primo libro di poker ottenendo un ottimo successo e una sfilza invidiabile di critiche positive.
A otto anni di distanza, l’uomo dal maglione a rombi ha annunciato una ristampa del suo libro, in versione parzialmente riveduta e aggiornata. Lo abbiamo contattato per farci raccontare cosa ci troveremo dentro:
Perché hai deciso di ristamparlo e quali sono le novità?
“Si è creata la possibilità di ristamparlo su mia iniziativa, l’ho fatto volentieri perché è introvabile da più di un anno, ho ricevuto molti messaggi da persone che non riuscivano a trovarlo da nessuna parte. Appena mi si è presentata l’opportunità di ristamparlo l’ho fatto volentieri, poi in questo periodo sto comunque scrivendo dei libri, quindi ho acquisito un po’ di pratica sugli standard e gli step da fare per poterlo pubblicare.
Nel libro di grandi novità non ce ne sono, è stato leggermente aggiornato, è stata rifatta la parte sui software perché è il settore in cui ci sono stati gli aggiornamenti maggiori. C’è un pochino di GTO, mi ha aiutato Stefano Iorio, un ragazzo che grinda ancora, perché sono cose che comunque io conosco superficialmente.
Io ho giocato poco di recente, non sono più così preparato, il che può sembrare paradossale per l’autore di un libro, ma all’epoca ovviamente lo ero e ciò che ho scritto, tutta la parte matematica, la parte psicologica, è qualcosa che non è influenzata dall’evoluzione del gioco. Anche tutti gli esempi erano già presi dal cash game 6-Max 100x, che è la specialità che poi si è diffusa di più.
Il libro è sostanzialmente lo stesso, con qualche novità naturalmente, ma come ho risposto a chi mi ha detto ‘Ho la vecchia edizione, compro quella nuova?’ No, sinceramente no, spendere 20 euro per trovarsi un po’ di pagine diverse non ne vale la pena.
A chi domanda se è un libro vecchio, sinceramente non mi pare che in circolazione ci sia molto di più attuale. Forse sono cambiati gli strumenti di apprendimento, va più di moda Twitch o YouTube, magari le scuole di poker che ti seguono passo passo in una maniera personalizzata.
Però un libro ti dà l’impianto classico, ti fa ragionare sui grandi argomenti. C’è chi ci ha passato un anno a scrivere quelle frasi, quindi le ha riviste con attenzione e le ha formulate nella maniera più chiara e comprensibile possibile. Insomma, se sono 2000 anni che studiamo su un libro qualche motivo ci sarà.”
In origine il libro era adatto a tutti, dai principianti ai professionisti. È ancora così?
“L’obiettivo del libro in origine era di cercare di dare qualcosa a tutti, perché di libro ne puoi fare uno solo, e non puoi sapere se lo legge un ragazzo di prima elementare o uno vicino alla laurea. Volevamo accompagnare un po’ tutti. Detta così può sembrare anche ambizioso, ma il libro era concepito per partire dai concetti base ma affrontandoli anche in maniera complessa.
Il principiante poteva trovarci tutti i concetti spiegati per bene e apprendere passo passo dal libro, chi era avanzato poteva trovare questi concetti espressi in maniera molto ordinata, molto metodica, spiegati passaggio dopo passaggio per capirne il perché. A mio giudizio uno molto preparato dal punto di vista pokeristico poteva conoscere la stragrande maggioranza delle conclusioni, ma non è detto che avesse fatto tutti i passaggi. Questo è importante perché non è detto che avesse il metodo. Magari faceva giuste il 95% delle cose ma sbagliava il 5%. Comprendendo il metodo poteva analizzare da solo quel 5% e andare oltre.
Secondo me era veramente un manuale ben fatto, che dava tutte le istruzioni motivandole sempre, anche dal punto di vista matematico, e che ti permetteva di essere molto razionale e molto ordinato nei tuoi ragionamenti pokeristici. Anche il professionista poteva trovare un metodo valido per poi andare ben oltre il libro. Magari di concetti ne conosce anche di più, molte più sfumature, e lì trova ordine e metodo.
Quindi in realtà l’obiettivo era quello di dare qualcosa a tutti. Per il principiante assoluto era un libro anche troppo difficile, per l’appassionato che magari giocava parecchio senza però rifletterci troppo sopra, poteva essere proprio una bella scoperta, perché poteva capire i motivi alla base, ragionarci sopra e poi farsi la propria strada. Ti fai anche le tue teorie, magari c’erano cose su cui puoi dire di non essere d’accordo, ma il metodo e il ragionamento che ci stavano dietro erano solidi, quindi utilizzando lo stesso metodo potevi anche raggiungere conclusioni diverse.”