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Il call da dentro o fuori che ha permesso ad Andrew Moreno di sbancare il Wynn Millions
Tra i tornei live di Las Vegas della ripresa post-pandemia, il Wynn Millions è uno di quelli che più hanno fatto parlare, un po’ per il field d’eccezione, un po’ per contingenze particolari come la scala colore vs scala colore di Eri Engel e il cooler brutale tra Bryn Kenney e Alex Foxen.
Il torneo da 10 mila dollari di iscrizione ha registrato 1.328 ingressi che hanno fatto lievitare a 12,5 milioni il garantito di dieci milioni di dollari.
Tra i giocatori a premio c’è anche “il nostro” Micheal Rossitto, mentre la prima moneta da un milione 670 mila dollari è andata ad Andrew Moreno, giocatore di San Diego che prima di questo evento aveva vinto più di un milione in tornei live, conosciuto anche per essere il compagno di Kristy Arnett. La giocatrice/blogger ha immortalato la notte seguente del compagno:
L’incredibile shot ha avuto una mano chiave nel day5 del torneo, un call da dentro o fuori in cui era in gioco la sopravvivenza di Moreno.
La mano
Blinds 40.000-80.000 con big blind ante. In unopened Andrew Moreno completa QT da small blind con un paio di milioni di stack, da big blind Anthony Huntsman lo copre e rilancia 250.000 con K7, Moreno chiama.
Flop 782, doppio check.
Turn J, Moreno leada 390.000, Huntsman chiama.
River T, dopo il check di Moreno Huntsman muove all-in.
Il giocatore di San Diego si toglie gli occhiali da sole ed entra ‘in the tank’. Alla fine decide di chiamare e incassa un megapot che gli permette di superare il muro dei quattro milioni di chips.
Una mano che si rivelerà fondamentale nella sua corsa per la vittoria. Moreno ha spiegato ai colleghi di PokerNews il processo decisionale che lo ha portato al call.
Il TP di Moreno
Il vincitore del Wynn Millions ha spiegato di aver ripercorso tutta la mano pensando al range di valore dell’avversario:
“Una volta che ho checkato e il mio avversario è andato all-in, dopo che ho rimesso la mano insieme, quello che pensavo su come il mio avversario avrebbe giocato le sue mani di valore, ho davvero pensato che dovevo chiamare con la mia mano.”
Le esitazioni sono dipese dalla delicatezza della situazione:
“Mettere tutte le mie chips nel mezzo è stato davvero difficile, la maggior parte del tempo che ho passato in the tank stavo pensando se ero realmente sicuro di voler chiamare”.
Alla fine la decisione di seguire le sue sensazioni si è rivelata corretta:
“Ho detto che dovevo farlo per me stesso, penso che sia giusto. Ho pensato qualcosa tipo ‘Metto le mie chips nel mezzo e se devo lasciare il torneo e tornare a casa almeno so di averlo fatto seguendo l’istinto'”
Foto by PokerNews