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Massa o winrate: come cambia la strategia nei diversi livelli
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L’ispirazione per questo articolo arriva da un tweet di Nick Howard, pro player newyorchese e fondatore della poker school Poker Detox.
Nel suo cinguettio, Nick osserva come la strategia prioritaria cambi tra low stakes e high stakes: da una parte la cosa più importante è massimizzare il winrate, dall’altra giocare molto e selezionare bene le partite.
Low stakes players:
You don't need more volume, you need higher win rate.
High stakes players:
You don't need more win rate, you need more volume and better game selection.
The strategy changes at different stages of the career
— Nick Howard (@nickhowardpoker) September 8, 2021
“Giocatori Low Stakes:
Non hai bisogno di volume, hai bisogno di un winrate più alto.
Giocatori High Stakes:
Non hai bisogno di più winrate, hai bisogno di fare più volume e scegliere meglio le tue partite.
La strategia cambia nelle diverse fasi della carriera.”
È una riflessione che giunge nuova, ma pensandoci su ha senso, soprattutto nell’ottica degli obiettivi che hanno i diversi tipi di giocatore di poker.
Low stakes player: perché il winrate?
Il punto focale è capire quale sia l’obiettivo finale di un giocatore low stakes: sicuramente non gioca per guadagno, troppo basso in relazione allo sforzo. Quello che vuole è arrivare a un punto che consenta di giocare per guadagnare, e per farlo dovrà scalare i livelli.
Per scalare i livelli però dovrà necessariamente vincere al livello in cui si trova e migliorare per vincere a quello successivo, e l’unico modo di farlo è perfezionare le proprie skill e aumentare il winrate.
La table selection ha sempre la sua importanza, ma considerando quanto sono ampi i field low stakes, non è sempre facile trovare il tavolo adatto a noi. Inoltre dobbiamo imparare a gestire anche gli avversari che ci mettono più in difficoltà per avere più certezze di vantaggio contro gli avversari del livello successivo.
High stakes player: perché massa e selection?
Se pensiamo invece ai giocatori dei livelli più alti il discorso cambia: se si è arrivati fino a lì, ci si augura, le vostre skill sono già a livelli altissimi, e il fine non è più quello di continuare a salire ma di portare soldi in cassa.
Ovviamente questo non significa che non ci sia più stimolo o motivo per crescere, migliorare e puntare ad orizzonti ancora più elevati, anzi per restare in vetta continuare a migliorare costantemente è un requisito necessario.
Il punto è che, a parità di sforzo, il miglioramento rispetto al resto del field sarà davvero marginale, e se vogliamo massimizzare i guadagni dovremo considerare altri aspetti.
Riuscire a giocare molte mani diventa indispensabile, soprattutto considerando che c’è molta meno action (alcuni pro raccontano di aver dormito sul portatile acceso pronti a svegliarsi se avessero trovato qualche avversario).
Pensando che il field sarà mediamente molto più difficile da affrontare, salirà il valore della legge fondamentale del poker: “Se sei il 10° giocatore più forte del mondo ma giochi sempre contro i 9 più bravi di te, sarai un giocatore perdente.”
Giocare il più possibile contro gli avversari su cui sappiamo di avere un’edge sarà la chiave per aumentare i guadagni, ed evitare i tavoli più difficili diminuirà le nostre perdite.
A quel punto massimizzare questi aspetti sarà più facile e più remunerativo che aumentare il nostro winrate.