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Che Las Vegas troveranno i giocatori delle World Series of Poker
Ormai ci siamo: tra dieci giorni esatti, a Las Vegas, iniziano le World Series Of Poker!
Dopo la pausa forzata dello scorso anno i campionati del mondo ripartiranno con una edizione autunnale. Nonostante le restrizioni per il COVID, tanti giocatori europei hanno già programmato la trasferta, a iniziare da Mustapha Kanit.
Ma che Las Vegas troveranno al loro arrivo? Ci siamo fatti raccontare l’atmosfera delle città delle luci da uno specialista italiano di lungo corso arrivato negli States a metà luglio per giocare cash game.
Come sono cambiate le restrizioni
Per iniziare, Gigi (nome fittizio, il player preferisce mantenere l’anonimato) spiega che in questi due mesi in cui è stato a Las Vegas le normative anti-COVID non sono rimaste le stesse:
“Quando sono arrivato a metà luglio sembrava che il COVID neanche esistesse: nei casinò non c’era obbligo di mascherina anche se c’erano igienizzanti un po’ ovunque. Io la indossavo ugualmente, nonostante alcuni regular mi prendessero un po’ in giro. Poi hanno smesso di farlo a fine luglio, quando è stato reintrodotto l’obbligo, che è stato fatto rispettare anche piuttosto severamente: bastava che qualcuno avesse la mascherina un po’ calata perché venisse subito ripreso”.
Cosa hanno cambiato le restrizioni
In questa estate Las Vegas è stata una città diversa dal solito:
“C’è stata una affluenza di persone più bassa, me lo hanno confermato anche commercianti e ristoratori con cui ho parlato. A mio avviso il peso del COVID si è visto soprattutto nei servizi che sono un po’ al ribasso. Gli hotel hanno tagliato tanto, molti ristoranti adesso sono chiusi, altri sono calati tantissimo a livello qualitativo. Io ho alloggiato all’Encore, uno dei migliori alberghi di Vegas. Diversamente dagli anni passati la palestra e la spa chiudevano alle 18 e quando godevi di questi servizi non ti offrivano la frutta di rito, solo per fare un esempio terra terra.”
Anche dal punto di vista dei casinò ci sono stati risvolti:
“Si nota subito che ci sono meno ragazze per il beverage di un tempo e anche che la minor affluenza generale si sente sulle presenze ai tavoli. Nei giorni infrasettimanali, tra Aria, Bellagio ed Encore, spesso non partivano, o faticavano a partire tavoli 5$-10$ no cap, o 10$-20$.”
Il gioco ai tavoli
Il periodo pandemico ha avuto i suoi effetti anche sul gioco ai tavoli cash:
“Ho ritrovato altri regular che incrociavo gli anni scorsi e ho notato che sono migliorati molto, segno che nel periodo di costrizioni si sono messi a studiare e/o giocare online. Regular che prima si imponevano live con la forza del braccio adesso hanno cambiato strategia e applicato notevoli aggiustamenti al loro gioco. Lo dico con cognizione di causa e con un sample di mani sufficiente visto che ho grindato più o meno le stesse partite agli stessi livelli”.
Dal punto di vista dell’atteggiamento è impossibile generalizzare:
“Ho visto persone serene e tranquille e altre compulsive con doppi guanti, che disinfettavano tutto e magari erano pronte a strillare se vedevano qualcuno con la mascherina un attimo scomposta. Non si può generalizzare: come sempre ci sono persone più normali e consapevoli e altre più irascibili e nervose.”
Europei e field
Le presenze si sono ridotte in particolare per quanto riguarda gli europei, ma lo specialista crede che in questa edizione WSOP ci sarà tanto valore ai tavoli:
“Ho trovato pochi europei, la maggior parte residente qui in America. Credo che per le WSOP ci saranno meno amatori europei. I professionisti si attrezzeranno ma si vedranno meno italiani, francesi o tedeschi che vanno a giocare le WSOP due settimane per puro divertimento e libido del gioco. In compenso vista la voglia di poker live ci saranno tanti signorotti americani belli chiusi… Secondo me ci sarà da divertirsi e i professionisti italiani potranno dire la loro. A mio avviso, soprattutto per la fascia di buy-in compresa tra 600$ e 2.000$, saranno delle WSOP facili, ci saranno tantissimi iscritti e si tornerà al poker di un tempo.”