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Fare table selection al contrario per migliorare a poker? Daniel Negreanu accende la discussione
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A poker la table selection è a tutti gli effetti una skill imprescindibile per essere giocatori vincenti.
La capacità di selezionare tavoli in cui abbiamo edge, ossia in cui gli avversari sono più deboli di noi, garantisce un guadagno nel lungo periodo.
Ma in un cinguettio via Twitter Daniel Negreanu è andato decisamente contro corrente. Il professionista canadese sostiene infatti che giocare costantemente contro avversari deboli può portare un professionista a peggiorare.
Di quando in quando, secondo il canadese, occorre mettersi alla prova contro giocatori forti: non tutti però condividono il suo pensiero…
Il cinguettio che ha acceso il dibattito
Ecco il tweet che ha generato decine di commenti ed è stato ricondiviso 43 volte:
“Pensiero pokeristico a caso: evitare costantemente lineup toste è buono per il tuo bankroll nel breve periodo, ma ti rende difficile migliorare come giocatore. Accumulare cattive abitudini e non metterti alla prova può farti peggiorare”.
Negreanu ha poi chiarito meglio il suo pensiero rispondendo a uno dei primi commenti arrivati al suo ‘cinguettio’:
“Bene, il fine è fare soldi, giusto? Credo che con quel “costo”, nel lungo periodo, non si farebbe even, a parte le considerazioni sul migliorare. Che percentuale di volte raccomanderesti di “mettersi alla prova” ai tavoli più tosti se stiamo stampando soldi in quelli più facili?”
“Non ho una percentuale precisa in mente – ha risposto Negreanu – ma per me è chiaro che giocare partite facili ti permette di vincere senza il bisogno di esprimere il tuo miglior gioco, e puoi perdere alcune abilità se non le affini di quando in quando”
I favorevoli
Come abbiamo detto il cinguettio di Negreanu è stato divisivo. C’è chi ha condiviso il punto del canadese e chi invece lo ha rigettato. Nel primo gruppo si è posizionato subito Phil Galfond.
“La maggior parte delle persone hanno la vista miope in questa carriera. Dovrebbero tutti giocare heads-up contro me – ha chiosato scherzando il super professionista di Pot Limit Omaha, di recente protagonista di un trionfante challenge heads-up.
C’è poi chi ha sottolineato le analogie tra poker e scacchi: “E’ lo stesso mindset del miglioramento a scacchi. Giocare contro avversari più forti (ma non troppo più forti) è il miglior modo per imparare. Giocare contro avversari molto più deboli può essere divertente per il fatto di batterli e fare soldi, ma puntando basso non sempre potrai migliorare”.
I contrari
Tra i commenti contro la table selection al contrario c’è chi ha sottolineato come il ruolo dei solver di fatto abbia azzerato l’edge dei buoni giocatori.
Più che mettersi alla prova in tavoli con avversari più skillati, quindi, secondo questa visione sarebbe importante imparare il gioco equilibrato della GTO studiando sui solver.
La discussione ha acceso anche Mike Matusow, che in questi giorni è in procinto di rilevare la poker room di Johnny Chan: “Daniel non c’è nessuno che gioca con i più forti dieci giocatori al mondo ogni giorno! Il poker è questione di fare soldi, e ci sono milioni di partite in cui non hai bisogno di conoscere ogni combo e mano gto per crushare la partita!”