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PartyPoker Premier League 2008: Hellmuth vs Helppi, una giocata troppo aggressiva
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Uno dei format pokeristici di maggiore successo, nei primi anni Duemila, è stato senza dubbio quello del Partypoker Premier League. La formula era tanto semplice quanto di successo: un certo numero di poker pro si affrontavano nella modalità Sit&Go, in svariati round, ognuno dei quali attribuiva un punteggio basato sulla posizione in cui si terminava la partita. E, alla fine, avrebbero vinto coloro che avessero totalizzato i punteggi più alti.
Come era prevedibile, comunque, molti degli scontri tra affermati professionisti sono divenuti celebri per alcune mani, che, ancora oggi, fanno discutere. Una di queste è relativa ad un confronto tra il finlandese Juha Helppi e il californiano Phil Hellmuth.
Troppo aggressivo?
E’ il 13 febbraio del 2008, e già da giorni alcuni professionisti di calibro internazionale si stanno dando battaglia nello show targato Partypoker. In questa mano, i bui sono 1.000-2.000 ed Hellmuth, con uno stack di 67.000 e apre a 4.000 con 8 8 . Dietro di lui siede Juha Helppi, che spilla K Q e con 180.000 in chips chiama. Sui blinds chiamano anche Black con A 4 e Scharf con A 2.
Si va al flop in quattro:
9 Q 2
Check dei bui, parola ad Hellmuth che punta 7.000. Helppi chiama , e chiama anche Scharf.
Turn per tre:
A
Check di Scharf, il poker Brat aumenta nella sua azione aggressiva puntando 27 mila. Helppi, con la second pair e progetto di colore nuts, chiama. Scharf, che in realtà ha la best hand, ci pensa parecchio e poi, sorprendentemente, folda.
River, quindi, per due:
J
Hellmuth, che ha uno stack residuo di 29 mila, su un pot da 91 mila decide di puntare 24 mila. Helppi ci riflette, fa due conti e alla fine chiama. Hellmuth, praticamente, fa muck con la sua coppia di 8 che nei fatti è diventato un bluff.
E’ passato qualche anno, vero, ma oggettivamente anche all’epoca la mossa di Hellmuth appare piuttosto sbagliata. Più che altro per odds e motivi di stack, che rendono la chiamata avversaria piuttosto facile.
E dire che, da un punto di vista algebrico, forse Poker Brat avrebbe potuto rendere la scelta di Helppi molto più complicata: sarebbe bastato, ad esempio, puntare un po’ meno al turn, magari 18 mila, tenendosi 38 mila su un piatto che sarebbe stato di 73, dando all’avversario odds minori per il call al river.
Sorprende la scelta di Scharf, che ha abbandonato al turn con la mano migliore: lui si, evidentemente, era stato convinto da Hellmuth.