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Fedor Holz ha raccontato i segreti della sua incredibile run del 2016
In un gioco di abilità e fortuna come il poker, quando la skill viene sostenuta dalla Dea bendata gli avversari possono pure alzarsi dal tavolo e salutare.
E’ un po’ quanto è successo nel 2016 a Fedor Holz: quell’anno il tedesco visse una delle run più irreali della storia del poker, che lo portò a incassare più di dieci milioni di dollari in tornei live.
In un video pubblicato da PokerCode su YouTube il tedesco ha svelato i retroscena di quella sua annata sensazionale.
Prodromi
Per raccontare i segreti del suo 2016 Holz prende il discorso alla larga, parlando degli anni precedenti:
“Nel 2015 credevo di essere al top del mio gioco. Nel 2013 e nel 2014 ero davvero forte, probabilmente uno dei più forti del mondo, e mi schieravo ai più alti livelli e tornei. Nel 2014 ho avuto una annata di svolta, l’anno dopo iniziai a giocare i Super High Roller.”
L’inizio ai livelli più alti però non fu dei migliori per il tedesco. Il suo bankroll conobbe una flessione di circa mezzo milione, nonostante diversi in the money a sei cifre. Il problema, dice Holz, era il volume esagerato di partite, oltre a qualche aspetto da sistemare nella vita di tutti i giorni.
“Ho anche avuto dei problemi con qualche cavallino che non mi ha restituito i soldi, e anche nella vita privata mi sentivo sotto pressione”
Cambio di mindset
Tutto ciò fece capire a Holz che doveva lavorare sull’aspetto mentale. Per questo si affidò a Elliot Roe. Il tedesco ebbe una vera e propria epifania all’evento High Roller delle WSOPE 2015, nonostante la mancata vittoria finale.
“Arrivai a questo tavolo finale e bustai nelle prime mani. Sono su piccolo buio, ho un reshove standard, l’avversario chiama e io perdo. Uno spot super standard. Davvero ricordo che ero arrivato 15 minuti prima dell’inizio del tavolo apposta per prepararmi e trovare la concentrazione. Ero pronto a giocare e per la prima volta mi sentivo assolutamente felice. Ho giocato bene e mi sono focalizzato su quello. Capii subito che era un punto di svolta della mia carriera.”
L’ascesa inarrestabile
La sensazione di quel giorno viene poi confermata dai fatti. A dicembre 2015 Fedor vince il 100.000$ WPT Alpha 8 a Las Vegas per una moneta di 1.589.219$.
A gennaio 2016 si impone al Triton Super High Roller nelle Filippine per 3.072.748$ di prima moneta ma Fedor ridimensiona questa vittoria perché al day 2 “i tre quarti del field non si era presentato per giocare cash game altrove”.
All’EPT Montecarlo altri 500k incassati gli danno il giusto slancio per la trasferta a Las Vegas, che inizia con la vittoria al 300k Super High Roller Bowl nel testa a testa contro l’amico e coinquilino Rainer Kempe.
Un colpaccio da 3,5 milioni cui Holz aggiungerà altri 1,3 milioni grazie alle vittorie in un evento da 25k e in uno da 50k al casinò Aria.
Poi arrivò l’High Roller for One Drop da 111.111$ di iscrizione in cui si impose su Dan Smith e Koray Aldemir.
“Avevo una quota di Koray e una grande sul mio torneo, attorno al 50%, e anche la quota di Koray era abbastanza grande, quindi mi entrarono in cassa un paio di milioni – dice Holz – A quel punto solo con le vincite di Las Vegas ero sopra di una decina di milioni”.
Il colmo per un God-runner? Non vincere il POY
Alla fine delle WSOP Holz ricaricò le batterie per l’EPT Barcellona dove mise in tasca il Super High Roller da cinquantamila di iscrizione che gli lasciò la consapevolezza di aver giocato molto probabilmente il migliore torneo della sua carriera.
Ironia della sorte, nonostante la run irreale, alla fine dell’anno Holz non fu il Player Of The Year: grazie al terzo posto al Main Event dell’EPT Praga David Peters trovò il sorpasso sul filo di lana a dicembre.
“Nel 2016 ho avuto una delle run più insane di sempre. Ho giocato bene ma ovviamente ho runnato sopra EV in modo insano, e poi David Peters si è insinuato con un’altra grandissima performance ed è andato a vincere il GPI Player Of The Year, che a mio avviso è un titolo che non ha abbastanza credito.
Holz non dice mai la cifra esatta, ma di fatto quella da lui vissuta nel 2016 resta una run da oltre dieci milioni di dollari. L’amarezza per il titolo POY sfumato sul più bello però ancora resta, segno che per i torneisti la gloria è sempre e comunque più importante del risultato monetario.
Immagine di copertina: PokerNews / Neil Stoddart