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La lezione di Mustapha Kanit: come non avere rimpianti per i bluff andati male
I bluff sono parte integrante del poker. Poche azioni, al tavolo verde, riescono a causare un godimento che può sfociare nel fisico, come aver portato l’avversario a foldare le carte vincenti.
Ma non sempre tutte le ciambelle riescono col buco e non sempre tutto può andare bene.
In un Podcast con Dan ‘jungleman’ Cates, Mustapha Kanit ha spiegato come non avere rimpianti per i bluff andati a vuoto.
“Mi piace essere il crazy guy”
All’inizio della discussione Cates chiede a Kanit cosa pensa riguardo all’essere percepito come il ‘crazy guy’ del carrozzone pokeristico.
“Io sono fatto così, chi gioca contro me da tanto tempo lo sa che posso bluffare in ogni situazione. E’ solo che vedo il gioco in un modo un po’ diverso dagli altri, mi focalizzo sulla mia esperienza personale e sugli spot che ho giocato. Mi sento a mio agio sia quando faccio grandi bluff che quando faccio qualche herocall”.
Per Musta essere visto come diverso dagli altri pokeristi è un fattore positivo:
“Passare per il ‘crazy guy’ è una cosa buona, in un torneo puoi sembrare agli altri tipo Dragonball, in un altro come Tritone… Viviamo in una nicchia come quella del poker che è un po’ monotematica, tutti hanno un po’ la stessa storia, anche se uno è nato in Italia e uno per esempio in Spagna le loro storie sono simili: il giocatore che scopre presto il gioco e inizia a dedicarcisi con tutto se stesso, magari 10 anni della sua vita per sviluppare il set di skill che gli permettono di competere al livello più alto”.
Secondo Musta nella scena high roller è impossibile dire chi sia il migliore:
“Di sicuro non posso dire di essere io il migliore : ci sono 15-20-25 nomi che girano e a seconda della run, un anno può essere il migliore uno, l’anno dopo un altro. Ma sono tutte persone che si sono dedicate al gioco con tutto loro stesse e che hanno fatto tanti sacrifici per essere on the road 350 giorni all’anno”
Tutti gli italiani ‘crazy’
Quando Jungleman dice che c’è un altro italiano ‘crazy’ nella scena, riferendosi a Dario Sammartino (il nostro ‘MadGenius87’) Musta lo corregge:
“Se dici così significa che conosci pochi pokeristi italiani. Ti assicuro che ce ne sono tantissimi che stanno sulla Luna! Rispetto a loro io sono quello normale…”
Ma nonostante l’etichetta di ‘crazy’, Musta chiarisce che sui bluff si muove sempre con raziocinio.
“Credo di essere un tipo come te Jungle, posso aspettare il mio spot, non sono di quelli che dopo aver messo sotto tre mani di fila deve fare un bluff. Di solito aspetto di avere abbastanza informazioni, e anche per questo credo di essere percepito molto più tight di come sia realmente.”
Non avere rimpianti per i bluff andati male
Musta si trova bene a destreggiarsi tra gli estremi:
“Non mi piace buttarmi in situazioni che non mi piacciono ma posso anche floatare una fourbet e poi floatare postflop con donna carta alta per bluffare al river. E’ un mix di tattica e sensazione, hai delle read, poi mi piace switchare spesso per passare da ‘supercrazy’ a ‘supertight'”.
Infine Musta snocciola la sua regola per non avere rimpianti sui bluff non andati a segno:
“Mi piace giocare un buon stile tag ma poi è importante deviare nelle singole situazioni che lo permettono. Poi i bluff possono non andare bene ma se metti l’avversario in una situazione difficile non puoi avere rimpianti. Se dopo la tua bet l’avversario ci pensa 4 minuti per un call standard, allora vuol dire che hai fatto bene a bluffare e non puoi rimproverarti nulla”.
Prendete nota!