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L’approccio scientifico allo studio del poker di Yuri Dzivielesvki
Nonostante a più riprese negli ultimi anni abbia occupato la prima posizione della classifica mondiale dei torneisti online, e dal vivo sia il brasiliano più vincente di sempre con oltre cinque milioni incassati, Yuri Dzivielesvki non è ancora troppo conosciuto dalle nostre parti.
Più che per le sue indubbie qualità al tavolo verde, forse il pubblico italiano lo ricorda perché involontariamente ‘innescò’ la sbroccata che costò a Daniel Negreanu il ban da Twitch.
Altrove il pokerista parananense è un faro per la community e le sue parole vengono tenute in alta considerazione.
Un suo post pubblicato i giorni scorsi su Instagram su cosa davvero significhi studiare il poker è illuminante.
L’approccio scientifico
Dzivieleski ha un approccio scientifico al poker. Sottotitolo possibile: “Quando Galileo incontra Doyle Brunson”…
“Studiare il poker è letteralmente seguire il metodo scientifico passo dopo passo: osservazione, identificazione del problema, formulazione di ipotesi, verifica, conclusione e incorporazione delle conoscenze acquisite attraverso la ricerca – ha scritto Dzivielevski – Pertanto, il poker è scienza.”
Studiare il poker oggi
Il brasiliano riconosce che con l’innovazione tecnologica che negli ultimi tempi ha investito il settore, lo studio odierno del gioco è notevolmente diverso rispetto a quello di qualche anno fa.
“Prima che esistessero i Solver, ‘studiare poker’ significava parlare con gli amici, rivedere tornei, prendere lezioni… E anche allora c’erano sempre molti dubbi, perché non c’era modo di provare che quello che stavamo facendo fosse corretto. Dopo l’invenzione dei Solver il livello tecnico si è alzato. Alcuni ragazzi hanno iniziato a giocare da poco e sono già tra i migliori al mondo, soprattutto grazie a questi programmi… Quindi, se stai iniziando a studiare il poker, utilizza questi strumenti a tua disposizione e inizia con le situazioni che si verificano più frequentemente.”
Situazioni da approfondire
Allo stato attuale l’uso dei solver per studiare il poker è quindi imprescindibile secondo Dzivielevski. E’ nella scelta delle situazioni da approfondire e della loro gerarchizzazione che entra in ballo il fattore umano.
“Cosa succede più spesso? Il preflop. La prima cosa da studiare è quindi l’openraise: quali mani giocare in ogni posizione quando ti viene l’azione. La seconda è come reagire a qualcuno che rilancia.”
Per quanto riguarda il postflop, il brasiliano indica una situazione di gioco in particolare da iniziare ad approfondire:
“La prima cosa del postflop che esaminerei è la situazione BTN vs BB in un piatto in cui il bottone ha rilanciato e il big blind ha chiamato. E quando arriva il flop, devi studiare come reagire in entrambe le posizioni su diverse texture del board. È così che mi piace studiare: scelgo una situazione, la porto “in laboratorio” (ossia sui solver) e la approfondisco per verificare se le mie tesi sono confermate o meno. Quando credo di essere arrivato alla soluzione passo ad analizzare la situazione successiva.”
L’importanza degli strumenti
Per i suoi studi Galileo aveva il telescopio, oggi i pokeristi dispongono di numerosi strumenti, a iniziare dalla teoria del gioco ottimale.
“Se giochi a poker in modalità torneo, avere una buona conoscenza della GTO è cruciale per sapere come sfruttare le falle dei tuoi avversari ed essere vincente. Arriverai a questa comprensione solo se porti i tuoi dubbi “in laboratorio”, verifichi le tue tesi attraverso gli strumenti e incorpori le conoscenze acquisite nella prossima sessione. Il poker è scienza”.
Foto in copertina by PokerNews