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Come ha pensato Simon Wiciak per lo hero call che gli ha dato la vittoria al Main EPT Barcelona
Un epilogo sontuoso per il Main Event EPT Barcellona.
Il torneo più importante della tappa European Poker Tour nella capitale catalana si è concluso con la vittoria di Simon Wiciak dopo un hero-call da urlo.
Con la sua coppia bassa il francese ha chiamato l’all-in avversario per una vittoria che ha tanto il sapore del dominio indiscusso, visto che Wiciak è stato chipleader del torneo per tre giornate consecutive.
Ai microfoni di PokerNews il vincitore ha spiegato come ha pensato nella mano decisiva.
La mano
Il testa a testa per la vittoria vede il brasiliano Sydenstricker con 28.78M di chips contro i 32.9M di Wiciak. Dopo l’apertura dell’avversario con QT a 1,1M, il francese spilla 65 da grande buio e decide di tribettare a 4M ricevendo il call in posizione dell’avversario.
Flop 952, Wiciak bet 3M, Sydenstricker chiama.
Turn 4 e dopo il check del francese Sydenstricker betta 3,5M ricevendo il call avversario.
Sul river 9 nuovo check di Wiciak e Sydenstricker muove all-in per 19,375M.
Alla fine con la sua coppia di cinque Wiciak chiama e trionfa!
Come ha pensato Wiciak
Nella video-intervista Wiciak ha spiegato che il suo hero-call è stato frutto di informazioni di diverso tipo.
“Per iniziare gli ho chiesto lo stack e non me lo ha detto volentieri, ma normalmente se hai gli assi o una mano molto forte sei contento di dire il tuo stack. Sulla tribet, pensavo fosse importante averne qualcuna in range con connectors suited, e quando lui non è stato contento di chiamare per me è arrivata la seconda informazione. Quando ho trovato la second pair ho pensato che non dovevo piazzare delle blocking bet nè delle valuebet. La mia è una buona mano per chiamare perché l’avversario ha degli assi con kicker piccolo che vuole bluffare, tipo A6-A7. Inoltre al flop potrebbe floatare con KJs KQs che sono mani buone perché hanno overcards e progetti backdoor di scala e di colore”.
Ma il francese ha ammesso di aver approfittato anche di un tell sulle size dato dall’avversario:
“Ero stato al tavolo con lui tre giorni e di solito faceva bet grandi quando aveva il punto e piccole quando non lo aveva. Dopo la bet di un terzo pot al turn mi sono chiesto il senso dell’all-in al river. Ho pensato che se avesse voluto essere chiamato, per estrarre il massimo valore avrebbe di nuovo puntato piccolo. Poi di solito quando aveva il punto era rilassato invece in quel frangente non si muoveva, era irrigidito… In base a tutte queste considerazioni ho deciso di chiamare.”
Il video