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Il ruolo della intuizione e degli ‘intangibili’ nel poker secondo Andrew Lichtenberger
In un gioco che mischia una componente matematica a una legata alla casualità, che ruolo hanno intuizione e ‘intangibles’?
Ne ha parlato approfonditamente Andrew Lichtenberger sulle colonne del portale poker.org.
Per ‘LuckyChewy’, questo il nickname online del player da oltre 20 milioni di vincite in tornei live, addentrarsi in questa dimensione di gioco “è stato un viaggio fantastico e mi ha aperto gli occhi, sia nel poker che nella mia vita.”
La matematica è metà del lavoro
Lichtenberger apre il suo intervento dicendo che solver e matematica devono sempre essere la base da cui partire a poker, ma bisogna stare attenti a non esagerare:
“Anche nel nostro sito di formazione ci concentriamo sullo sviluppo dei giocatori e sui vantaggi derivanti dalla comprensione della teoria dei giochi, come dovrebbero fare tutti coloro che vogliono migliorare. Ma come per qualsiasi cosa, fare eccessivo affidamento sulla teoria dei giochi può essere dannoso tanto quanto affidarvisi troppo poco. Dal mio punto di vista e dalla mia esperienza, una immersione profonda nella teoria dei giochi è solo metà del percorso che permette di sviluppare una strategia vincente.”
L’altra metà riguarda appunto il focus del suo discorso:
“La logica, il pensiero razionale e la risoluzione analitica dei problemi sono fondamentali per il nostro sviluppo e per diventare giocatori vincenti. Tuttavia, questi concetti intellettuali più tangibili colmano anche il divario tra i potenti strumenti dell’intangibile: intuizione, energia ed esecuzione..”
La prima volta di Andrew con l’intuizione
Lichtenberger ricorda ancora alla perfezione la prima volta in cui gli si aprirono gli occhi su questa ‘nuova dimensione’ del poker:
“Avevo AQ su board A94 e sentivo come una specie di paura invadermi. Non ricordo l’azione esatta della mano ma ricordo di aver messo nel piatto meno soldi di quanto avrei potuto. Alla fine il mio avversario aveva un set. Ho pensato: “Beh, è interessante”. Cosa stava succedendo esattamente lì?’
Da quella mano in poi, Lichtenberger ha capito che nella vita come nel poker “c’è molto di più del pensiero puramente razionale”.
Lo statunitense cita anche Albert Einstein: “La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è una serva fedele. Abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono”.
Negli anni Lichtenberger ha sviluppato la capacità di fidarsi del suo intuito nei momenti decisivi, “ed è stata cruciale per il mio successo complessivo”.
Separare le intuizioni dai pregiudizi
Il poker pro dice che la difficoltà più grande, nell’iniziare ad affidarsi all’intuito al tavolo verde, sta nel capire le differenze tra intuizioni e impulsi che non nascono dal pensiero razionale.
“É difficile quantificare l’intuizione, io lo considero come un momento improvviso, una ‘lampadina’ che si accende dirigendo la nostra attenzione verso gli aspetti più critici di una mano, o un aspetto sottile del processo decisionale. É quasi come la memoria muscolare: in un certo senso è una sorta di riconoscimento di modelli più profondo e subconsci. Nel poker di alto livello, l’intuizione è rafforzata dalla struttura logico/razionale attraverso cui può lavorare.”
Lichtenberger spiega poi in che modo l’intuizione gli è stata utile ai tavoli verdi:
“Le strutture della teoria dei giochi iniziano ad avere un impatto minore poiché i punti decisionali sono sempre più unici. Questo è il motivo per cui i solver tendono ad offrire consigli migliori sui punti decisionali comuni, come preflop e flop, e al turn e al river offrono più che altro ‘idee utili’. Per me questo accade perché al river alla fine dovrai affrontare un’altra persona che sta bluffando o sta facendo una value bet, e non sempre i suoi desideri sul risultato della mano sono facili da nascondere. Come spesso mi piace dire: “Se fosse facile, lo farebbero tutti”.
Esempi concreti
Lichtenberger parla poi di due colleghi professionisti che danno ampia rilevanza alla componente intuitiva nel poker. Il primo è Phil Hellmuth, l’altro un insospettabile come Ike Haxton.
“La teoria e l’intuizione hanno una coesione naturale tra loro. Il poker creativo è assistito dalla conoscenza della teoria e reso ancora più potente dalla fiducia nell’intuito. Come ho già detto, se hai giocato abbastanza a poker hai ricevuto questi impulsi intuitivi. Recentemente ho sentito Ike Haxton, noto per la sua padronanza della teoria dei giochi, in un podcast sugli scacchi riferirsi a questi sentimenti come “intuizioni”. Se ti siedi di fronte agli altri esseri umani abbastanza a lungo e inizi a cogliere tutti i tipi di sottigliezze, naturalmente inizierai a sviluppare una comprensione di ciò che quelle sottigliezze potrebbero significare in un dato momento”.