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Il potere delle chips ai tavoli finali: come ha pensato Marco Cipriani per outplayare oppo sei left al Sunday High Roller
Il Sunday High Roller giocato domenica scorsa su PokerStars è andato al regular Marco ‘CIPROMCFLY16’ Cipriani.
Approdato al tavolo finale con una chipleading soverchiante, il 31enne aretino ha aggredito come non ci fosse un domani per mantenere gli avversari nel loro cantuccio facendo leva sulla pressione ICM.
Cipriani ci ha spiegato il thinking process messo in atto in uno spot sei left in cui ha outplayato l’avversario nonostante si trovasse fuori posizione.
La mano
Per vedere la mano basta cliccare sul riquadro sotto. Si nota subito lo huge stack di ‘CIPROMCFLY’, che a t1.400 ha uno stack di oltre 260 mila chips, con il diretto inseguitore a quota 107 mila chips.
Il sesto classificato ha garantito un premio di 1.444€ mentre il vincitore del torneo prende 6.016€.
Il TP di ‘CIPROMCFLY16’
Ed ecco come ha pensato Cipriani in game durante la mano:
“Credo che al flop l’avversario stia overcbettando il più delle volte, soprattutto in 3way. Partendo da qui ho una mano che può ancora floatare, soprattutto se come si vede lui betta questo genere di mani con queste size. In generale, seppure sia fuori posizione, ho ancora della buona equity per il floating. Ovviamente il plan è di prendere iniziativa su turn favorevoli che switchano l’equity in mio favore, o comunque su turn dove il vantaggio di range passa in maniera pesante a favore di BB, cioè mio.
Al turn quando scende il 7 in linea teorica avvantaggia tanto il mio range di big blind rispetto ai sette che può avere lui, soprattutto bettati flop con quella size. Quindi decido di leadare più che altro per far foldare mani che mi battono contro cui non ho showdown value e che magari han deciso di andare in cbet contro due avversari, ma soprattutto perché il sette avvantaggia troppo me.
Quando ho un sette riceverei troppi check-back quindi prendo l’iniziativa e decido di leadare a livello di range. Ovviamente un suo fold turn non mi dispiacerebbe essendo io al bottom del mio range, ma comunque ho un K paracadute al river.
Il river poi è uno dei più belli per il mio range, praticamente l’avversario quando riceve un overbet-shove deve difendere una percentuale di range piccolissima, soprattutto in quella situazione di gioco in cui lui ha uno stack medio e al tavolo ci sono più short.”
Per il Solver è un overbluff
Cipriani chiarisce che per i Solver, ossia i software di studio del gioco equilibrato, questa sua mano è un overbluff. Ma sappiamo che la GTO funziona in un mondo ideale in cui tutti i giocatori aderiscono al gioco ottimale. In questo caso l’aretino era sicuro di uno sbilanciamento avversario.
“A livello solveristico il mio è un over bluffing, però in teoria può essere ok visto che dalla parte opposta c’è una strategia di cbet troppo sbilanciata. Siccome il mio oppo sta cbettando davvero troppo su quel flop, più di quanto dovrebbe, tutto sommato ho creduto che questa mano non fosse male da bluffare od overbluffare perché non mi aspetto di venire callato così tanto spesso in maniera corretta. Tra l’altro l’avversario non aveva neanche una brutta mano per chiamare river perché rispetto a quello che sto rappresentando lui ha un buonissimo blocker.
Comunque, per riassumere, al river ho un vantaggio di range talmente elevato come big blind che praticamente lui su quella overbet-shove penso che si ritrovi a foldare delle overpair e delle top pair floppate, quindi per me questo è abbastanza per bluffare quel preciso runout e quel preciso river. Quel cinque in ultima strada switcha tantissimo l’equity ed è questo il motivo per cui ho giocato il river in questa maniera.
In generale sicuramente mi sono preso un rischio, però è semplicemente dato dal fatto che per lui non c’era molto da guadagnare a bluffcatchare quello spot. Comunque in ogni caso la mia chipleading era talmente grande e al river per me era quasi inevitabile il bluff da pensare che se anche avessi perso quello spot non sarebbe cambiato nulla a livello strategico per il mio tavolo finale.”