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Patrick Antonius ricorda le origini: “È successo naturalmente. Devo ogni cosa al poker!”
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Dopo 24 anni di onorata carriera, qualche mese fa Patrick Antonius è entrato ufficialmente e meritatamente a far parte della Poker Hall Of Fame.
Si tratta del primo giocatore europeo a ottenere questo riconoscimento da quando, nel 2017, David “Devilfish” Ulliot entrò in questo nobile albo.
D’altronde, è difficile pensare a nomi che meritino la HoF più del finlandese. È già incredibile che siano passati 4 anni da quando il suo nome è stato proposto (nel 2020, il primo anno eleggibile), e che fosse la sua seconda nomination.
In un’intervista rilasciata a PokerNews, Patrick ha fatto un nostalgico tuffo nel passato, ricordando come tutto è iniziato. Per caso. Quando tutto era molto diverso.
La carriera di Antonius è iniziata nello stesso momento in cui ha giocato il suo primo torneo in un casinò, un momento che potrebbe essere “la cosa più fortunata che mi sia mai successa.”
E non perché lo ha vinto (perché ovviamente lo ha vinto), ma perché ha innescato una passione che da quel momento lo avrebbe guidato per sempre.
“Non sapevo nemmeno che fosse possibile giocare a poker professionalmente, a quei tempi. Le partite erano così basse, io non sapevo nulla. Tutto è successo in maniera molto naturale.”
Un mondo nuovo, tutto da scoprire, che lo ha appassionato dal primo momento. E Antonius da quella passione si è lasciato travolgere completamente, seguendo questo fiume ovunque lo portasse.
“Ho soltanto seguito la mia passione e giocato tanto. Il gioco mi ha portato dove voleva, tutto è accaduto di sorpresa per me.”
Così è nato il percorso che ha portato Patrick a essere il mostro sacro che è diventato, e – come si dice – il percorso a volte è più bello della destinazione.
“Io ho ottenuto tanto nel poker, ma il poker mi ha dato tutto. Solidità finanziaria, la libertà di viaggiare e scoprire il mondo, conoscere persone incredibili. È stato un percorso davvero soddisfacente.”
Riguardo alla sua introduzione nella Hall Of Fame, Patrick la considera un grande traguardo ma non certo un punto d’arrivo.
“Ho sempre pensato che un giorno forse ci sarei arrivato, anche dopo che me ne fossi andato. Ma esserci ora è incredibile. Dopo 24 anni di poker, non è che io abbia appena iniziato, ma c’è ancora molto che vorrei realizzare. Non programmo di perdere il ritmo nei prossimi tempi.”
Tra i requisiti per entrare nell’albo d’oro del poker, Antonius ne individua uno in particolare.
“Ci sono molti grandi giocatori lì fuori, ma secondo me è la longevità uno dei concetti chiave. Chiunque può avere un paio di anni grandiosi, ma stare al top per dieci anni o più è una cosa che spicca secondo me. Avere 40 anno mi sembra un buon minimo.”
Tornando al discorso dell’età, Antonius in una precedente intervista aveva dichiarato:
“Era inaspettato a questa giovane età, sono ancora giovane! Gli ultimi 24-25 anni nel poker sono volati, e penso che resterò in circolazione ancora per molto tempo.
Questo è il mio plan: continuare a giocare i tornei e i cash game più alti che esistano. Ho sempre avuto così tanta passione e amore per il gioco.
È bellissimo che ci siano così tante persone che hanno trovato il poker e ci si siano appassionate. Possiamo farlo tutti insieme, continuiamo a far crescere questo gioco!”
“Ho sempre sperato che il poker continuasse a diventare sempre più grande, e guarda dove siamo ora. Sembra che il poker non sia mai stato così grande, stiamo distruggendo i record ovunque nel mondo!”