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il 19 Nov 2024

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“Fate quello che dico, non quello che faccio!” Gus Hansen e l’importanza di avere una ‘no tilt zone’

“Fate quello che dico, non quello che faccio!” Gus Hansen e l’importanza di avere una ‘no tilt zone’

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Quali sono i consigli più importanti da dare a un pokerista alla prime armi?

Sul blog personale della room di cui è testimonial ne ha parlato Gus Hansen. Dopo aver spiegato i ‘tips’ più importanti relativi al gioco giocato al tavolo verde, il danese si è soffermato sull’aspetto mentale.

Gus non si è per nulla dimenticato il suo tormentato vissuto ai tavoli da poker, non a caso ha chiuso il suo intervento con un monito significativo: “Fate quello che dico, non fate quello che faccio!”

 

I tre consigli per il tavolo

All’inizio del post Hansen ricorda di aver giocato la sua prima mano a poker 31 anni fa – dunque nel 1993 – in una piccola sala giochi a Capitola, cittadina costiera della contea di Santa Cruz in California.

“In quella partita non avevo idea di cosa stesse succedendo ma ho guardato, imparato e fatto un sacco di errori, cosa che in effetti faccio sempre. La strada per una vita tra poker e gioco d’azzardo avrebbe potuto essere un po’ più semplice se a quel tempo avessi avuto qualcuno a guidarmi e a darmi consigli, chi lo sa? Ma è questo il motivo per cui quando qualcuno mi chiede come si gioca a poker, cerco sempre di essere cortese e di dare le giuste indicazioni, anche se rispondere non è un compito facile”

Fondamentalmente per il danese i consigli ai nuovi giocatori si riassumono in tre indicazioni diverse: “Gioca stretto”, “Gioca aggressivo” o “Gioca con molta varianza”!

“In realtà senza contesto queste indicazioni sono un po’ prive di significato. “Giocare stretto”: molto bello, ma rispetto a cosa? Cosa significa detto da Gus Hansen – neanche io ne sono sicuro? “Giocare aggressivo”: ok, ma quando? Preflop, al river o semplicemente ogni volta che ne hai la possibilità? “Varianza”? Da dove viene? A proposito di essere aggressivo, quindi dovresti abbandonare la tua nuova strategia? Una cosa è certa: ci vuole molto lavoro e riflessione prima che una qualsiasi di queste linee guida abbia davvero effetto e migliori le tue abilità nel poker. Ma se riesci a incorporare questi tre concetti chiave al tuo gioco, allora sarai sulla buona strada per una carriera di successo al tavolo verde.”

 

La reazione di Mateos

Hansen prosegue poi dicendo che per arrivare davvero in alto, un pokerista deve imparare a curare l’aspetto mentale del gioco, imparando a non farsi toccare dalle cose che ricadono al di fuori del proprio controllo.

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Per Hansen l’esempio è Adrian Mateos al day 5 dell’ultimo Main Event WSOP.

“Adrian è stato, come al solito, dominante, aveva accumulato tante chips. Anche se poi ha subito una piccola battuta d’arresto con un fold disciplinato al turn (anzi, un big fold), con coppia di Re contro Assi, è sempre uno dei chip leader.

Ma un grande scontro si profila all’orizzonte. Con 3,34 milioni di chips Adrián ha due Assi e un certo Adrian Garcia, che ha uno stack di 2,94 milioni, ha Asso-Re di picche. Lo svolgimento della mano non è molto interessante di per sé perché è un all-in preflop. Adrián ha solo il 12% di possibilità di perdere la mossa ma il suo avversario chiude un colore: davvero un disastro per Amadi_17 che verrà eliminato dal torneo poco dopo!

Ma cosa voglio arrivare a dire con questo? Quale lezione si potrebbe imparare da questa storia e trasformarla nel consiglio più importante del poker? Dal mio punto di vista è il modo in cui Adrián Mateos ha reagito a questa che non ho problemi a definire “la peggiore bad beat del 2024”. Quando perdi il controllo, la tua capacità di giudizio si annebbia e non riesci più a pensare lucidamente: sei in tilt, come si dice al tavolo da poker.”

 

La “no tilt zone”

Mateos invece non si è lasciato toccare dall’esito della importantissima mano più a lungo del tempo che meritasse:

“Quasi tutti i giocatori che conosco starebbero ancora piangendosi addosso quattro mesi dopo, ma non Adri! Dopo questa dolorosa mano si è rialzato e, come un vero maestro Zen, ha continuato ad andare avanti con concentrazione e perseveranza. Non si è mai lamentato, è rimasto mentalmente forte e ha giocato la mano successiva al massimo delle sue capacità. Adri ha scelto di evolversi nella “No Tilt Zone”, e per me è una vera fonte di ispirazione. Perché il tilt è di gran lunga l’errore più costoso che puoi fare nel poker! Credetemi, sono stato in tilt più di una volta e di tanto in tanto quel diavolo bussa ancora alla mia porta. Guardando Adri al suo meglio, posso solo aspirare a raggiungere un giorno il suo livello.”

Riuscirà Gus Hansen nella sua impresa? Di certo il danese si mostra ben consapevole dei limiti che in passato lo hanno portato ad avere i risultati che ha avuto.

 

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