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Scopri gli aspetti nascosti del tuo carattere giocando a poker: la lezione di Faraz Jaka
Il poker è molto più di un gioco.
Negli Stati Uniti c’è chi lo vede alla base della intera economia capitalista e celebri Università come il M.I.T. insegnano il poker ai propri studenti.
Ma al di là del risvolto sociale, il nostro amato No Limit può essere anche un ottimo strumento per conoscere più a fondo alcuni tratti di una persona. Da un punto di vista personale il poker può anche fare da stimolo per cercare di diventare una versione migliore di sé.
Secondo il professionista e coach statunitense Faraz Jaka, ecco cosa puoi imparare su te stesso e sugli altri giocando a poker.
Come affronti le controversie
Per iniziare, al tavolo verde puoi capire come una persona affronta le discussioni.
“Quando sul tavolo ci sono bei soldi, ogni tanto succedono cose goffe o grottesche. Un giocatore, un dealer o perfino qualcuno che non è nella mano fa un errore che influenza il risultato finale di un grande pot. Riesci a mantenerti composto e a essere obiettivo anche in questi scenari ad alto stress emotivo?”
Quanto sei paziente
Il poker dice molto anche sulla pazienza.
“Continui ad aderire alla tua strategia di gioco o ti fissi sui risultati del breve termine? Diventi impaziente e perdi focus? Quando gli altri sono fortunati contro di te, senti rabbia, frustrazione e gelosia o rimani calmo?”
Sei vulnerabile al bias dei costi irrecuperabili?
Secondo Jaka, alcuni cadono preda di uno specifico bias cognitivo, il ‘sunk cost fallacy’.
“Quando perdi chips contro un avversario dai la caccia a quell’esatto ammontare di chips o riesci sempre a riconoscere che tutte le chips al tavolo hanno lo stesso valore? Cambi la tua strategia per riottenere un certo ammontare di chips, o quelle che hai perso durante la sessione, o continui a giocare la strategia ottimale?”
Intendi il concetto ‘rischi vs ricompense’?
“In molti casi hai le odds per chiamare la bet di qualcun altro anche se la tua mano ha meno del 50% di vincere il pot. Per esempio, al river un avversario punta 50$ su un piatto di 100$: devi dunque decidere se chiamare 50$ per vincere un piatto complessivo di 200$ ottenendo il 25% di odds.
Spesso chiamano, perdono e poi dicono ‘lo sapevo di non essere buono, non avrei dovuto chiamare!’. Invece di stare in pace realizzando che probabilmente avrebbero vinto la mano più spesso del 25% di volte rendendo il call profittevole sul lungo periodo.”
Come accetti il successo di un arcinemico?
Le questioni di ego al tavolo verde non portano mai niente di buono. Nell’arco di ogni carriera un pokerista prima o poi assisterà ai successi di arcirivali.
“Avere dei competitors è naturale e a volte gli capita di avere delle giornate a favore. Tutto quello che puoi fare è seguire il flow, incassare minimizzando le perdite e aspettare che il tuo avversario riveli una debolezza che puoi exploitare.
Tanti diventeranno impazienti o frustrati o lasceranno il loro ego prendere il sopravvento iniziando a intavolare delle giocate non ottimali.”
Hai buone skill nella presa di decisioni?
In quanto gioco a informazione imperfetta, il poker simula perfettamente la vita di tutti i giorni, in cui prendiamo decisioni senza avere tutti i dati necessari a prendere la decisione ottimale.
“Ogni giorno prendiamo decisioni basandoci su informazioni limitate. Dovrei accettare questo lavoro / uscire con Anna / andare a quella università? Il poker ti insegna ad assemblare i pezzi di informazioni disponibili per prendere la miglior decisione possibile in base a questi.”
Sei orientato al breve periodo?
Per Jaka il poker permette di scoprire anche l’orizzonte decisionale di una persona.
“Quando le tue decisioni sono basate su informazioni limitate non funzionano commenti tipo “sapevo che non avrei blabla” e ti fustighi irrazionalmente? O resti obiettivo e pensi sul lungo periodo? Al momento di prendere la decisione non avevi le informazioni che hai adesso. Se qualcosa non funziona non significa che hai preso la decisione sbagliata e se continui a prendere buone decisioni le cose gireranno a tuo favore e quei fallimenti verranno ad avere un senso.”