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il 11 Feb 2025

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Liv Boeree: “Mi sento una giocatrice amatoriale, voglio provare cose fuori dagli schemi”

Liv Boeree: “Mi sento una giocatrice amatoriale, voglio provare cose fuori dagli schemi”

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di Alessia Zannini

Nel 2020, Liv Boeree ha annunciato ufficialmente il suo allontanamento dal gioco competitivo. Tuttavia, Liv non ha mai abbandonato completamente il mondo del poker. Sebbene avesse smesso di partecipare a tornei regolari, ha continuato ad essere attivamente coinvolta in altri progetti legati al gioco, come la creazione di contenuti educativi e la promozione dell’inclusività delle donne nel poker.

Inoltre, ha intrapreso una carriera parallela come divulgatrice scientifica, dedicandosi con passione a tematiche come la razionalità, la psicologia e la neuroscienza, ampliando così i suoi orizzonti professionali.

Liv è tornata!

Ebbene, guess who’s back? Liv is back!

Liv Boeree, simbolo di un’era del poker, è una di quelle giocatrici che ha lasciato un’impronta indelebile. Nel corso di una recente intervista con Craig Tapscott, ha parlato di come è stato per lei allontanarsi dal gioco e, soprattutto, di come è stato il suo ritorno nel mondo del poker dopo tanti anni.

Riflettendo su com’era l’industria del poker ai tempi del suo massimo splendore, Liv ha ricordato:

«Quando penso ai miei primi anni, come il 2008 o 2009, le donne erano viste più come un simbolo sessuale che come giocatrici di poker vere e proprie. Io, in qualche modo, sono stata parte di questa rappresentazione. Non avrei mai ottenuto il mio contratto con PokerStars se non fossi stata una giovane donna.»

Il problema con i solver

Tuttavia, con l’evoluzione del gioco, Liv ha perso il suo amore per il poker, decidendo di allontanarsi e riflettere. In particolare, ha ammesso di essersi sentita disincantata dalla crescente importanza dei “solvers”, quei software di analisi matematica che hanno preso piede nel gioco.

«La mia forza in quei giorni era riuscire ad immergermi nell’atmosfera del gioco, nelle dinamiche sociali. Era ciò
che amavo fare e ciò in cui eccellevo. Poi, con l’avvento dei solvers, mi è stato detto che tutto era matematico, che dovevo abbandonare quella parte di me e concentrarmi solo sui numeri. In quel momento, il mio amore per il gioco è cominciato a svanire… mi sono sentita bloccata in una strana trappola stagnante dove avevo completamente smesso di usare l’immaginazione.», ha dichiarato Liv.

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Liv Boeree e la sua nuova fase nel poker

Eppure, il ritorno di Liv è stato straordinario, con un quarto posto al Super Main Event della WSOP Paradise, un evento che potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase della sua carriera. È davvero questa la “riconciliazione” tra Liv e il poker? In realtà, per Liv, l’approccio al gioco è cambiato.

«Mi sono trovata troppo coinvolta nella figura di ‘Liv, la pro’, una nerd delle scienze che sapeva come usare i solvers e che era brava con la matematica. Ma non è mai stato quello il mio vero talento. Mi sono davvero divertita durante questo torneo e devo ricredermi sull’opinione che avevo riguardo i “fish”… forse avevano davvero ragione loro! Dovevo lasciar andare quell’identità di ‘pro’ e tornare a “sentire le vibes”. Ora mi considero un’amatoriale, voglio provare cose strane e fuori dagli schemi. Questo è ciò di cui avevo bisogno», ha rivelato.

Liv ha anche aggiunto che la sua intenzione ora, é quella di concentrare le sue energie in Win-Win, una serie di conversazioni con i principali pensatori alla ricerca di soluzioni per i più grandi dilemmi dell’umanità e se questo la porterà ad essere più presente sui tavoli da gioco allora ben venga.

“Il poker non è solo carte e probabilità”

Oggi Liv Boeree è tra le prime 4 donne con più guadagni nella storia del poker. Senza dubbio, è una delle figure femminili più influenti del gioco. Il suo ritorno non solo riporta una veterana nel mondo del poker, ma rappresenta anche un esempio di come il gioco possa evolversi, aprendo nuovi orizzonti per chi è disposto a cambiare e mettersi in gioco.

«Il poker, in fondo, è un gioco sociale per eccellenza. Non si tratta solo di carte e probabilità, ma di interazioni, letture psicologiche e dinamiche sociali che si intrecciano ad ogni mano, il poker riesce a canalizzare in modo sano quella competitività naturale ed intrinseca dell’uomo. Credo che, se si giocasse di più, forse ci sarebbero meno guerre».
Liv, con la sua capacità di comprendere e navigare queste dinamiche, ha dimostrato che il vero successo nel poker non risiede solo nella matematica, ma anche nella comprensione delle persone e delle relazioni che si instaurano al tavolo.

In bocca al lupo, Liv! E speriamo che questo nuovo capitolo della tua carriera duri ancora a lungo, per il bene del poker e per il bene di tutti noi che amiamo questo gioco affascinante.

a cura di Alessia Zannini

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