Saturday, Apr. 12, 2025

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il 10 Apr 2025

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Gli errori dei poker pro secondo Dan ‘jungleman’ Cates

Gli errori dei poker pro secondo Dan ‘jungleman’ Cates

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Tutti i giocatori di poker commettono errori: in quanto umani, nessuno è escluso.

Certo, gli errori che compiono i professionisti di poker sono molto diversi da quelli dei principianti o dei giocatori di livello intermedio.

Vediamo che tipo di errori ‘lasciano sui tavoli’ i poker pro secondo un top player come Dan ‘junglamen’ Cates.

 

Cosa distingue i buoni professionisti dai top player?

Secondo il due volte campione WSOP, la principale differenza tra i professionisti di poker e i top della gamma sta nelle situazioni marginali.

“Molti professionisti sottovalutano una quantità enorme di spot possibili, specialmente quelli di bluff molto sottili. Parliamo di situazioni ultra-specifiche che puoi individuare solo se le analizzi a fondo con strumenti tipo GTO Wizard, che io tra l’altro uso regolarmente.

Se studi seriamente con tool come questi e ci metti del pensiero critico, inizi a cogliere spot di bluff marginali, con i blocker giusti, nei momenti giusti. Questo è un vero e proprio edge quando ti confronti con avversari duri.

Sapere quali combinazioni bluffare, quando farlo, e soprattutto quali non bluffare è cruciale. Se stai giocando contro avversari che si adattano, devi essere estremamente preciso. Altrimenti, lasci tanto EV sul tavolo.”

 

Oltre la GTO

Per Cates un altro grande errore di tanti professionisti di poker sta nel cercare di seguire la GTO ‘alla cieca’.

“Prima di tutto bisogna capire che la GTO semplificata non è GTO vera perché non considera tutte le linee estreme: overbet, sizing fuori standard, linee ibride… Tutte cose che al tavolo creano un valore reale.

L’atteso oggi si gioca molto proprio su questi estremi. Devi avere una comprensione profonda del gioco che ti permetta di adattarti se cambiano le dinamiche (tipo l’introduzione di uno straddle, per esempio). Se ti limiti a fare ciò che dice il solver, potrai battere solo a memoria chiunque studi meglio di te.

Ma il poker non dovrebbe essere un gioco per robot. Deve rimanere un mind game. Devi sapere perché fai certe scelte, perché betti in uno spot, quali blocker hai, quale vantaggio di range sfrutti, e così via.”

 

Sfruttare gli estremi e mantenere l’equilibrio

‘jungleman’ sottolinea la necessità di saper uscire dagli standard e di non avere contraccolpi a livello mentale.

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“I top player veri sanno implementare in modo bilanciato overbet, grossi check-raise e tutta una gamma di linee non standard. Sanno quando osare e quando no, e hanno una padronanza completa dei concetti.

E cosa fondamentale, non tiltano praticamente mai. Tiltare, a questi livelli, è quasi ridicolo. Posso anche capire se giochi per svago, ma se ti stai sedendo per guadagnare soldi seriamente, lasciare che le emozioni prendano il sopravvento è da principianti.

Servono una mente razionale, autocontrollo, lucidità e consapevolezza. Devi essere sempre in grado di valutare se stai davvero giocando nel modo a maggior valore atteso possibile, o se ti stai raccontando una storia mentre stai giocando male.”

 

Il vero divario

In un gioco a edge ridotti come il poker, secondo Cates il solco tra i più forti del mondo e i “semplici” professionisti è davvero frutto di sottigliezze.

“A questi livelli tutti hanno talento. Quello che davvero fa la differenza è la dedizione, la capacità di mettere energia mentale su ogni micro dettaglio come bettare il 50% o l’85% del pot. Se quell’avversario folda troppo sulla linea bet-check-bet, se c’è un leak sulla C-bet in posizione o fuori posizione, se chiude troppe volte al river…

Il vero fuoriclasse a poker è chi si prende la briga di cercare ogni minuscola perdita di valore nell’avversario e lavora per sfruttarla sistematicamente.”

 

La flessibilità mentale come superpotere

Altra caratteristica che distingue i top player dai professionisti è la flessibilità mentale.

“Chi è davvero in cima non è solo preparato: è ultra-flessibile. Sa gestire la propria immagine al tavolo, sfruttare la percezione che gli altri hanno di lui, bypassare le regole del metagame e trovare exploit che non seguono i canoni classici.

Ha un’intuizione avanzata di cosa passa nella mente degli altri, coglie dettagli che passano inosservati. Ma soprattutto, è disposto a cambiare il proprio punto di vista, a rivedere le proprie convinzioni se i dati dimostrano che c’è una linea migliore.”

Per Cates, tutto sta nella applicazione.

“Il tema che tiene insieme tutto questo è uno: quanto ti applichi davvero? Quanto sei disposto a mettere in discussione te stesso per trovare la decisione più +EV? Il poker premia la razionalità. Perciò il consiglio è: niente tilt, ragiona a freddo, e punta sempre alla miglior giocata possibile.”

 

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