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Giuseppe Dedoni dopo la picca: “Punto agli High Roller, ma vivo un passo alla volta”
L’equipe azzurra non può proprio lamentarsi della trasferta all’Irish Poker Open, dopo due picche e un epico secondo posto al Main Event.
Il primo risultato da applausi in terra irlandese porta la firma di Giuseppe “D4MM1L3CH1P5” Dedoni, grinder classe 1999, che ha conquistato il trofeo al #31 8-Max da 1.150€, incassando un primo premio da €66.500 dopo un deal in heads up.
Abbiamo contattato il nuovo campione per farci raccontare emozioni, storie e progetti futuri. Buona lettura!
Giuseppe, complimenti! È il miglior risultato in carriera per ora? Come ti fa sentire?
Sì, è il miglior risultato a oggi e mi sento davvero bene, mi sento molto molto grato con il gioco e con la fortuna, perché questo è: sono stato fortunatissimo nel late stage.
Non tanto a livello di showdown – anche se due sono stati fondamentali – quanto a livello di incroci perché quando shovavo gli altri foldavano… insomma non ho coolerato né a favore né a sfavore, tranne per quelle due mani. Quindi sono davvero grato con la fortuna perché ha fatto davvero tanto per gli incroci delle carte.
Chiaramente mi sento benissimo! Questo trofeo è bellissimo e vincerlo mi ha dato una sensazione paradisiaca. E poi mi lascia ancora la fame di voler vincere la picca!
Abbiamo visto che hai concluso l’heads up con un AA…
L’ultima mano con AA sì. Tra l’altro, fa ridere perché l’ho vista tre volte in tutto il torneo: all’ultima mano, e in un momento pre-bolla dove ero sceso di stack. In questa fase ho visto: da cutoff, hijack e lojack in fila KK, AA e AA.
Letteralmente tra le poche premium che ho visto durante il torneo, perché ho avuto incroci molto favorevoli. Non ci sono stati spot complicati, mani come QQ dove devo raise-callare… era più un continuo “AT, shovavo e passavano”.
Un torneo davvero liscio in cui non ho avuto spot complicati. Per questo dicevo che ho avuto fortuna, perché non mi sono nemmeno dovuto scervellare in bluff-catch, 3-barrel eccetera.
Tornando all’ultima mano: AA, lui gioca 12,5bb da SB, chiama e io checko back. Cadono 5-5-5, lui betta circa half pot, io chiamo. Q turn che apre flush draw, check-check. A river, checko ancora, shova, e io lo fulmino, chiaramente. Gira A7
che preflop voleva sicuramente limp-callare il mio shove, e il torneo finisce così.
Finisce con le urla dagli spalti. C’era un bel tifo per te! Con chi eri a Dublino?
Sì c’era tifo tra gli spalti e mi ha fatto un sacco piacere, devo essere sincero.
Ero a Dublino con Angelo Marrone, “MellowYell0w” ai tavoli, che è un mio amico abbastanza stretto poker-related, ma nel rail c’erano anche Daniele Grasso e Alessandro Pichierri, che sono dei ragazzi con cui vado d’accordo, e anche un mio amico di Barcellona che è venuto a giocare l’Irish Open, si è gustato quasi tutto il final table, poi è dovuto andare via e si è perso la vittoria… ma ci siamo visti il giorno dopo.
Concludiamo con qualcosa sullo studio e miglioramento. A che livello senti di essere e dove vuoi arrivare?
Penso di essere non a un buon livello, ma di battere il field in cui gioco, che è la cosa importante, e con un buon ROI. In realtà, penso di crushare il field in cui gioco, a voler essere sincero e senza voler essere altezzoso. Ho in programma di trasferirmi all’estero per misurarmi con il dot-com, e lì sarà da vedere…
Da un anno sono entrato in una scuola estera che mi ha dato un boost incredibile, ha ampliato il mio modo di vedere le cose. L’impronta punto-it è un po’ più chiusa, uscirne è stato fondamentale. Per ora non ho una vera routine di studio, ma sarà una delle mie priorità quando mi trasferirò.
Penso che mi stabilizzerò su un ABI 70-80 come start e spero di poter crushare quel field. Dove voglio arrivare? Sicuramente a giocare gli high roller, quello è l’obiettivo. Con una serenità di bankroll importante, con una solidità mentale importante, con una consapevolezza delle proprie doti importante.
Non saprei dire precisamente l’obiettivo, perché la vivo step by step, la mia carriera è sempre stata così. Non penso abbia senso guardare troppo in alto, meglio fare un passo alla volta.
Voglio arrivare agli High Roller, ma adesso mi concentro nel voler arrivare ad ABI 100, poi punterò ad ABI 150, 200, e poi si spera di arrivare più in alto possibile. Non mi metto un limite, non c’è un posto dove voglio arrivare.
Ho detto gli HR perché è il massimo in cui si può arrivare, le Triton hanno i tornei più alti possibili, ma non mi metto nessun limite. Dove arriverò, arriverò.