Poker Room
Comparazione Bonus
-
RoomBonus
Ultime notizie
Video consigliati
ESPN.com condanna lo staking: ha torto!
La scorsa settimana il sito americano ESPN.com ha pubblicato un lunghissimo articolo dal titolo alquanto intrigante: “One of the biggest mistakes poker players make is betting on other poker players” (Uno dei più grossi errori che si possono fare nel poker è scommettere su altri giocatori).
Apparso in evidenza sull’edizione del 2 Maggio di ESPN Magazine, l’articolo racconta le vicissitudini del poker pro statunitense Jason Mercier, vincitore dell’EPT di San Remo 2008, intervistato insieme a due altri giocatori nel corso del Pokerstars Caribbean Adventure 2011.
Questi due players sono “cavalli” di Mercier, il quale regolarmente paga loro l’intero buy-in di molti tornei in cambio del 50% delle loro vincite al netto di buy-in, tasse e spese, dimostrando così molta fiducia nelle loro potenzialità. Purtroppo entrambi hanno ottenuto pochissimi risultati di rilievo nell’ultimo anno di tornei, e Mercier sconsolato conclude “Non sono i più bravi giocatori del mondo, ma di certo non sono pessimi quanto i loro risultati”, rivelando che l’esperienza di staking gli è costata qualche centinaio di miglialia di dollari. Da qui, il giornalista si lancia in una lunga dissertazione che condanna senza mezzi termini la pratica dello staking, bollandola come uno spreco di denaro a priori, una pratica per giocatori d’azzardo incalliti e non certo per abili manager del proprio bankroll.
Ora, qui in Italia siamo abituati a sentir parlare di vendita o scambio di quote nei tornei importanti, una pratica molto comune che accomuna i professionisti ai semi pro. La situazione nei tornei italiani è però molto meno radicale di quella qui rappresentata, dove lo staker si offre di pagare interi buy-in a cinque zeri, continuativamente, per lunghi periodi di tempo. Ciononostante, la comunità del ben noto forum 2+2 si è subito infervorata. L’idea comune tra i players che hanno commentato l’articolo è che lo staking, indipendentemente dalle cifre coinvolte, se rivolto a giocatori di buon livello sia un investimento che può essere molto redditizio, e sicuramente aiuta ad abbattere la enorme varianza dei tornei live, dove la pura e semplice sfortuna può portare anche a mesi e mesi di eliminazioni prima della bolla.
Tutti sappiamo che nel poker, a parte la strategia basilare, non esistono scelte completamente sbagliate o totalmente giuste. Non si può vincere sempre, e si spera nemmeno perdere sempre: tra il bianco e il nero c’è una lunga scala di grigi che porta con sé termini come EV, lungo periodo, bankroll management, varianza e molti altri. E’ proprio interpretando a dovere questi concetti che i professionisti riescono a risultare vincenti. Quindi il giudizio dell’articolo sulla pratica dello staking, totalmente negativo, appare quantomeno frettoloso.
Ma le divinità del poker non si sono fatte attendere troppo… Dimenticavo, uno dei due “cavalli” di Mercier si chiama Allen Bari e ha appena vinto un braccialetto all’evento numero 4 delle WSOP 2011, ripagando al suo finanziatore gran parte delle perdite accumulate in un anno. E costringendo l’incauto giornalista ad una correzione in corsivo, all’inizio dell’articolo, dove si precisa con malcelata vergogna che “è stato scritto prima della vittoria di Bari alle WSOP”.
Per una volta la varianza è positiva.