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Amarillo Slim rompe il silenzio e parla del processo per molestie sessuali a minore
Negli ultimi sei anni il nome della leggenda del poker Thomas “Amarillo Slim” Preston era sparito dalle cronache specializzate. Il motivo era la pesante accusa ed il conseguente lungo iter giudiziario che lo hanno tenuto impegnato per un bel po’. L’ultra settantenne Amarillo è stato infatti accusato di aver più volte molestato una sua nipote dodicenne. Ora, per mettere fine alle chiacchiere, ha finalmente deciso di dire la sua, difendendosi e spiegando diffusamente il suo punto di vista sulle circostanze.
La prima accusa si riferisce ad un episodio occorso nel furgone di Amarillo, un giorno in cui a causa della pioggia lui, la nipote, e numerosi altri bambini, furono costretti a terminare in anticipo una gita in campagna. Secondo Thomas si tratterebbe di un colossale equivoco su una sua domanda, “Does that feel good?“, (“Ti piace?”) che effettivamente fuori contesto potrebbe facilmente venire misinterpretata.
Analoga circostanza in occasione di un tuffo in piscina, tempo dopo. Amarillo spiega la sua agghiacciata sorpresa quando ha ricevuto la notificazione dall’ufficio per la protezione dei minori, e descrive le divisioni tragiche nate all’interno della famiglia. All’inizio non voleva nemmeno un avvocato, racconta, perché non riteneva di aver commesso nessun reato.
Il processo si è trascinato a lungo, ed alla fine, su consiglio del legale che ha dovuto giocoforza assumere, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere per mettere il più presto possibile fine ad un tregico periodo della sua vita. Sostiene di essersi volontariamente sottoposto ad un test della verità che però sarebbe stato del tutto ignorato dalla giuria. Se la prende con numerosi giocatori, di cui non fa i nomi, che gli hanno voltato le spalle nonostante gli dovessero molto, e col giornalista della Las Vegas Review Journal John Smith che ha scritto un pezzo a suo dire infamante.
Anche il sito wickedchopspoker lo chiama “pedofilo”, parola che fa rabbrividire Amarillo che quindi sta attualmente decidendo se fargli causa. In tutto il mondo del poker solo Doyle Brunson si è apertamente schierato dalla sua parte: un passato di gambling avventuroso li accomuna, e Doyle si dice sicuro dell’infondatezza delle accuse.
Ora, conclude Amarillo, la sua famiglia è di nuovo unita, tutti quanti si sono pubblicamente ricreduti e la sua vita è ritornata quella di un tempo, anche se è sicuro che una storia del genere lascia delle traccie indelebili, sia dentro di sè che nell’opione pubblica. Il peggio è comunque finalmente passato.