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La Poker Players Alliance spenderà tre milioni di dollari per fare pressioni al Congresso
In un recente articolo dell‘Associated Press si rende noto che la Poker Players Alliance (PPA), la maggior forza di lobbing dell’industria del poker, ha in programma di spendere tre milioni di dollari per fare pressioni al Congresso durante l’attuale legislatura.
L’industria del poker online sta per vedere introdotta una nuova legislazione sulle scommesse in rete, proposta dal deputato democratico del Massachusets Barney Frank. Dovrà trascinare il Congresso, già ingolfato con la crisi economica e la guerra in Iraq, nel capire il bisogno di una legislazione sul gambling online.
La scelta della PPA è di usare tre milioni di dollari durante la centoundicesima legislatura, cominciata a gennaio e che durerà fino alla fine del 2010. Secondo l’Associated Press il gruppo riceve il denaro dall'”Interactive Game Council“, un’associazione commerciale di casinò e giocatori con sede a Vancouver nella British Columbia.
La PPA ha più di un milione di soci in tutto il mondo, cifra raggiunta lo scorso anno. Molti dei suoi soci si limitano alla versione gratuita dell’associazione, mentre con un pagamento una tantum di venti dollari si ha diritto a supporto legale, venendo messi in contatto con avvocati esperti nel settore, ed a diversi altri vantaggi minori.
Tra i maggiori sostenitori del mantenimento dell’attuale legislazione in materia di gambling online (la “Unlawful Internet Gambling Enforcemet Act“, UIGEA), entrata in vigore negli ultimi minuti della sessione del Congresso del 2006, c’è la National Football League (NFL). Lo scorso mese è stato rivelato che la NFL ha ingaggiato il lobbista Jeff Miller per spingere il congresso a mantenere in vigore l’UIGEA. In un’intervista con l’AP Miler ha dichiarato che “(la NFL) vuole mantenere l’intergità del gioco, e le scommesse la minacciano.”
L’UIGEA non è chiara su cosa sia legale e cosa illegale, ma si riferisce a leggi federali, statali, e tribali, ed affida la sua applicazione ai servizi finanziari. L’articolo dell’AP nota che metà dei sedici miliardi di dollari dell’industria del gambling online è pagata da scommettitori statunitensi. L’intera industria ha subito uno stravolgimento in risultato della legge del 2006, che ha fatto uscire dal mercato il più grosso sito dell’epoca, Party Poker, e per conseguenza anche specialisti dei pagamenti come Neteller e Citadel Commerce. Secondo Pokerscout.com Party Poker è al momento il quarto più grande sito o network, ed è il secondo per grandezza che non accetta giocatori da fuori dagli Stati Uniti.
Barney Frank aveva detto in una precedente intervista che intendeva introdurre una legge sull’argomento entro la fine di aprile, ed il persidente del potente House Financial Services Commitee aveva originalmente intenzione di proporre una legge a marzo, ma la ha dovuta momentaneamente accantonare a causa della crisi economica. Non è inoltre ancora noto che forma avrà la nuova legge. Il Congresso era chiuso la scorsa settimana per le vacanze pasquali.