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Collusion, imbrogli e trucchi nel Poker Online: come difendersi?
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Il tema della sicurezza nel poker è fortemente discusso, sia nel Live (come ci ha raccontato Marcello Marigliano) che nell’online ci si può imbattere in giocate che possono far insorgere dei dubbi sulla legittimità e legalità di alcuni comportamenti.
Uno dei problemi più ricorrenti nel gioco online è quello della collusion, ovvero quando due o più persone che siedono a un tavolo collaborano insieme per ottenere un vantaggio sugli avversari: questo sistema sfrutta l’anonimità e irrintracciabilità dell’utente, che gioca a distanza e nascosto dietro un pc. Le forme più comuni in cui si manifesta la collusion sono: il soft play, il whipsawing, il dumping e il signalling. Vediamo di analizzare le varie casistiche.
SIGNALLING
Questa strategia di collusion si attua attraverso lo scambio di informazioni tra i due complici e prende il suo nome dalla tecnica equivalente del poker live.
Per esempio stiamo giocando un piatto con un progetto di colore a fiori e il nostro complice ci comunica che ha foldato due carte di fiori; a questo punto potremmo calcolare che le nostre speranze e probabilità di chiudere il colore siano ridotte e scegliere di abbandonare il piatto.
Questa tecnica è applicata praticamente in tutte le mani e dà un vantaggio di conoscenza ai due giocatori che possono in tal modo ridurre il range di probabilità.
Lo scambio di informazioni è naturalmente alla base di tutte le alte tecniche esporremo di seguito.
SOFT PLAY
Questa strategia prevede un gioco “molle”, senza rilanci, anche in situazioni che normalmente lo meriterebbero, perché nel piatto in questione è coinvolto anche il nostro partner a cui non si vogliono “spillare” soldi.
Questa rappresenta forse la meno dannosa forma di collusion per coloro che non sono implicati, ma può essere considerata alla base dei comportamenti più pericolosi che esporremo di seguito.
Se due giocatori stanno cercando di collaborare per portare a casa il premio di un torneo, probabilmente vogliono che il loro vantaggio duri il più possibile e non vogliono buttarsi fuori a vicenda(NB:il dumping può prevedere l’esatto contrario).
WHIPSAVING
Questa tecnica consiste in una serie di rilanci e contro rilanci da parte dei due complici perspaventare o incastrare i restanti giocatori. Per esempio, immaginate che abbiate delle buone carte e che uno dei due complici prima di voi abbia rilanciato, voi vedete il rilancio, ma il secondo complice, dopo di voi, effettua un ulteriore rilancio; a questo punto voi potreste anche decidere di abbandonare il piatto spaventati dalla possibilità di una monster hand. Questa metodologia risulta particolarmente efficiente quando i due complici sono seduti ai lati opposti del tavolo.
Oppure un altro caso può prevedere la stessa tecnica per incastrare un avversario e spremergli più chips mandandolo a schiantarsi contro la moster hand di uno dei due complici.
CHIP DUMPING
Il dumping avviene quando uno dei due complici regala volontariamente le sue chips al compare di modo che possa giocare forte dello stack più consistente. Questa metodologia è tipica dei tornei.
Per esempio poniamo il caso che uno dei due complici sia “ricco” e l’altro un po’ meno, il più ricco cede parte del suo stack al più povero in modo che possa giocare con più tranquillità ed esser così più libero di poter collaborare.
Questa tecnica è difficile da smascherare perché in generale i due non arriveranno allo showdown.
Nelle fasi finali di un torneo uno dei complici potrebbe anche scegliere di regalare tutto il proprio stack all’altro in modo da portare avanti un unico stack solido, invece che due corti.
Queste sono le tecniche più comuni di collusion, molto spesso anche molto difficili da attuare in quanto necessitano di una grande abilità dei complici, saper leggere i piatti e interpretarli in simbiosi con il proprio socio.
La truffa deve inoltre portare un vantaggio economico per chi la attua e quindi la vincita dovrebbe essere almeno pari al doppio del buy-in del torneo.
La collusion può esser messa in pratica anche da un solo giocatore che utilizzi la tecnica del multi-account, famosi in questo senso Justin Bonomo colto in fallo su Pokerstars e Sorel Mizzi protagonista di uno scandalo su Full Tilt.
COME DIFENDERSI?
Fin’ora abbiamo cercato di spiegare come funziona la collusion, ma questione ancor più delicata e importante per noi giocatori è cosa fanno le Poker Rooms per difenderci da questo pericolo.
Sicuramente il primo campanello di allarme sono le segnalazioni di giocate strane da parte di giocatori che sono testimoni al tavolo e che prontamente inviano la segnalazione al servizio clienti della Poker Room. Le Poker Rooms intervengono prontamente monitorando l’utente segnalato per individuare eventuali anomalie e passando in rassegna le mani precedentemente giocate, il procedimento in questo caso è relativamente semplice in quanto si riduce il campo di azione dell’analisi dei dati. E’ anche vero che le Poker Rooms ricevono molte segnalazioni da parte di utenti sospettosi e quindi il team di controllo può avere tempi di risposta lunghi.
Le Poker Rooms per offrire sempre maggior sicurezza ai suoi utenti si stanno attrezzando con sofisticati sistemi di tracking e di analisi delle mani giocate: un primo campanello d’allarme scatta nel caso di giocatori che spesso sono seduti allo stesso tavolo, spesso questi giocatori sono avvisati dalle Poker Rooms per scoraggiarli e indurli a desistere.
Purtroppo un grosso problema per le Poker Rooms è rappresentato dalla logica insita nel gioco: non esiste una metodologia univoca di giocare una mano e quindi qualsiasi giocatore può facilmente giustificare una giocata “sbagliata” con motivazioni strane e contrarie alla logica dei più. Questo fattore rende difficile per le Poker Rooms intraprendere azioni legali contro tal genere di truffatori e nella totalità dei casi l’unica soluzione è l’espulsione del giocatore dalla sala da gioco.
Naturalmente il giocatore bannato può facilmente riprendere la sua attività su un’altra delle centinaia di Poker Rooms disponibili sulla rete.