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il 13 Nov 2011

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Il poker sbarca alla Harvard University: “Andrebbe insegnato già dalle elementari”

Il poker sbarca alla Harvard University: “Andrebbe insegnato già dalle elementari”

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Studiare il poker Texas Hold’em all’università? Si che si può grazie a Charles Nesson, professore di Legge all’ Harvard University. Il poker, secondo il professore Nesson, può essere utile nella vita di tutti i giorni come anche nell’avvocatura: “Nel poker risiede il pensiero strategico, ci si può empatizzare con l’avversario, spesso capita di prendere dei rischi sulla base di informazioni limitate o capita anche di mostrare segni di forza quando in realtà si è deboli.”

Poi aggiunge il Prof. Nesson: “Anche nell’avvocatura è necessario entrare nella mente dell’altro, cercando di capire l’obiettivo del tuo avversario.”

Il professor Nesson è stufo di vedere accostato il gioco del poker ad un gioco d’azzardo. Mentre assisteva all’heads up finale tra Heinz e Staszko alle WSOP 2011 ha fatto subito una riflessione su quanto il poker sia un gioco sano al contrario di come veniva ritratto, per esempio, nei vecchi film western: “Quando i due players sono andati all-in, Heinz, tutto incappucciato, sembrava una bottiglia di salsa mentre Staszko era tutto sudato.

Quando Heinz è stato dichiarato vincitore è corso tra le braccia dei suoi genitori mentre i suoi fans lo celebravano. Niente fumo, niente alcol, nessun linguaggio scurrile, niente di niente. Forse il tutto potrebbe sembrare anche molto noioso.”

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L’obiettivo del professor Nesson è quello di cancellare tutti i luoghi comuni sul poker che potrebbe, invece, diventare un mezzo di studio sociale: “Mi piacerebbe vedere giocare a poker genitori e figli. Penso che il poker potrebbe essere insegnato già nelle classi elementari.

C’è chi penserà: “Oh mio Dio, ai bambini viene insegnato il gioco d’azzardo”. Assolutamente si: la riflessione giusta invece è che ai bambini con il poker può essere insegnato a correre dei rischi con i propri mezzi, come gestire la loro partecipazione nella vita o come evitare di sballare. E il poker non ha bisogno di essere giocato con i soldi per insegnare queste lezioni.”

Attualmente Charles Nesson è impegnato con la US Poker Federation per separare il poker dal gioco d’azzardo: l’organizzazione vorrebbe vedere i tornei di poker organizzati come qualsiasi altra competizione sportiva, dove i partecipnati sono in competizione per i soldi messi dallo sponsor e non per i soldi usciti di tasca propria.

Inoltre vorrebbero far rientrare il poker tra i “giochi di mente” facendolo riconoscere ufficialmente dalla International Mind Sport Federation come accade per giochi come scacchi, dama, Duplicate Bridge e Draughts.

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